Il pezzo è stato prodotto dai fratelli Alessandro e Francesco Cosentino (noti per il loro lavoro con Ariete e Franco126 fra gli altri), ed è stato per così dire fortemente influenzato dalla professione di Iannelli, che quando non indossa i panni del cantautore fa il professore di lettere in un liceo. Il titolo del brano è infatti un arcaismo da tempo scomparso dal vocabolario italiano: “malbene” vuole indicare, secondo l’accezione che ne dà l’artista, uno stato d’animo che non sia superficialmente catalogabile in termini positivi o negativi, per quelle notti in cui c’è bisogno che qualcuno ti stringa la mano nonostante tutto. Una possibile derivazione della parola si può riscontrare già nel XIII secolo, nel sonetto La mia malinconia è tanta e tale di Cecco Angiolieri, dove è presente l’espressione “né mal né bene”. Sempre del XIII secolo potrebbe essere la prima attestazione della parola (scritta staccata), comparsa in una delle rime presenti nei Memoriali bolognesi (1279-1300), precisamente nella poesia anonima Io mi sono tutto dato a trager oro, trascritta nel Recto della seconda copertina del volume di atti n. 374 del 1300 dal notaio Isfacciato d’Antonio da Montecatini:
“Di ciò ch’un altro amante trarria pene, / spesse fïate mi fa ralegrare; / ch’i’ m’asotiglio di traer del mal bene / e de lo scuro lume.”
Di largo utilizzo letterario dal 1500 al 1700 (Stefano Guazzo, Tommaso Garzoni, Hilarion Monachus Genuensis e tanti altri autori), la parola, usata con vari significati, compare anche nelle Rime di Francesco Berni, esattamente nella Rima 53 (Capitolo secondo della peste), come dimostrano questi splendidi versi: “In fin, questo amor proprio ha del bestiale / e l’ignoranza, che va sempre seco, / fa che ’l mal bene e ’l ben si chiama male.” Con questa canzone la parola “malbene”, resa contemporanea dalla grafia unita, si fa strada per riprendere vita.
Angelo Iannelli è un cantautore, scrittore e professore di lettere in una scuola superiore statale di Roma. Negli anni ha avuto inoltre esperienze come attore, sceneggiatore, regista cinematografico e teatrale, docente di cinema e teatro. Ha scritto il testo Dalla notte del mito all’Eneide nei luoghi e nei tempi di Virgilio, adattamento teatrale dell’Eneide rappresentato a Palinuro nell’ambito del Festival della Natura, da lui interpretato insieme a Michele Placido, Corinne Clery e Alessandro Haber. È autore di numerosi articoli scientifici nel campo dell’estetica, delle interrelazioni tra letteratura, cinema, teatro e psicoanalisi - nonché tra arte, letteratura e psichiatria, società e storia - delle teorie del dispositivo cinematografico e dello spettatore, degli studi di genere, della letteratura contemporanea e della pratica teatrale. Ha scritto il saggio scientifico L’Io diviso. Dai medici-filosofi alla letteratura, al teatro e al cinema del Novecento (2013), edito da Aracne editrice, e il romanzo Bar Binario (Aracne, 2016), dal quale ha tratto una sceneggiatura cinematografica e un dramma teatrale. All’attività di scrittura ha da sempre affiancato la recitazione: ha partecipato come attore a film, spettacoli teatrali e fiction televisive (Un medico in famiglia, Sangue caldo, Ris Roma 3, Il peccato e la vergogna 2, Benvenuti a tavola, Squadra antimafia 5, Furore, L’onore e il rispetto 4). Nel maggio del 2016 è uscito il suo primo album Il cannocchiale (Hydra Music), seguito dalla compilation Musica italiana (Califano, Iannelli e Minghi, tra gli altri) e dal singolo Paolo a Francesca. Nel 2017 è uscito il singolo Conserva i sogni, nel 2018 Milena, nel 2019 Il bambino di Aleppo e nel 2020 Comico dell’arte, GPB e DAG. Del 2021 i nuovi brani Poema vocale e Malbene.