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Mercoledì, 14 Aprile 2021 14:20

Il 14 aprile del 1980 ci lasciava Gianni Rodari.

Scritto da A.C.

Tra le sue opere maggiori le splendide Filastrocche in cielo e in terra, Il libro degli errori, Favole al telefono, Il gioco dei quattro cantoni, C'era due volte il barone Lamberto.

Scrittore, pedagogista, giornalista, poeta e partigiano italiano, specializzato in letteratura per l'infanzia e tradotto in molte lingue. Unico scrittore italiano ad aver vinto il prestigioso Premio Hans Christian Andersen nel 1970, fu uno fra i maggiori interpreti del tema "fantastico" nonché, grazie alla Grammatica della fantasia del 1973, sua opera principale, uno fra i principali teorici dell'arte di inventare storie.

Nato in un paese sul Lago d'Orta, suo padre era fornaio e la madre commessa. Un'infanzia creativa, mandato in seminario, non consono alla sua persoalità, frequentò le magistrali e mise su un trio, suonava il violino, andando a suonare per le osterie.

Un giovane maestro che con la fantasia riusciva a far appassionare i bambini.

Traumatizzato dagli orrori della guerra, divenne partigiano. Diresse, con Dina Rinaldi, il giornale per ragazzi Pioniere (settimanale dell'API, Associazione Pionieri d'Italia), con cui collaborò per una decina d'anni, fino alla cessazione della pubblicazione. Il suo primo libro pedagogico Il manuale del Pioniere, provocὸ aspre reazioni da parte della stampa cattolica, tanto che le parrocchie arrivavano a bruciare nei cortili il Pioniere e i suoi libri. Fondò Avanguardia, giornale nazionale della FGCI. Tuttavia, entrò nell'Albo dei giornalisti solo nel 1957, a Paese Sera come inviato speciale, iniziò a collaborare con Rai e BBC, come autore del programma televisivo per l'infanzia Giocagiò.

Dopo la morte di Ada Gobetti, assunse la direzione del Giornale dei genitori. Grammatica della fantasia, saggio indirizzato a insegnanti, genitori e animatori. Con il celebre pseudonimo di Benelux, teneva su Paese Sera. Viaggiò molto nei paesi dell'ex Unione sovietica e in Cina. Dal libro La Freccia Azzurra è stato tratto un omonimo film d'animazione nel 1996. Il successo raccolto dall'autore in Unione Sovietica ha portato anche in quel Paese alla realizzazione di cartoni animati.

Suoi testi pacifisti sono stati musicati da Sergio Endrigo e da altri cantautori italiani.

Il 10 aprile 1980 venne ricoverato in una clinica a Roma per potersi sottoporre a un intervento chirurgico alla gamba sinistra, data l'occlusione di una vena; morì quattro giorni dopo, il 14 aprile, per shock cardiogeno, all'età di 59 anni. Le sue spoglie furono sepolte nel cimitero del Verano, dove tuttora riposano.

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