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Venerdì, 05 Novembre 2021 17:30

Fabrizio Cordoano, l'ultimo libro della trilogia sugli Etruschi: un popolo moderno e libero socialmente - video

Scritto da Angela Curatolo

Un popolo, che affascina per i suoi usi e costumi, fa da sfondo ai tre romanzi storico-gialli ambientati a Cerveteri nel V sec. A.C.

Fabrizio Cordoano è uno scrittore romano, da anni abita a Pescara, ha pubblicato, tra gli altri libri, tre romanzi storico-gialli: I Gemelli di Caere, L'architetto di Porsenna e  L'ultimo Zilath. Ambientati a Cerveteri, parte della dodecapoli etrusca, nel V sec. avanti Cristo, "quando i romani tendevano i tentacoli", descrive le battaglie, i re che si sono succeduti, gli eventi storici che sono realmente accaduti, "per far conoscere la Roma che avanza e conquista l'Italia".

La passione per questo popolo, riferisce nel video Cordoano, nasce da bambino: "mio nonno aveva una piccola proprietà contadina, sotto c'era una necropoli etrusca romana, sono cresciuto lì. A 11 anni caddi in una tomba etrusca che franò, ne uscì illeso, vedendola mi appassionai".

Da quel momento ha sempre studiato e cercato i risvolti antropologici di questo popolo, il modo di vivere, la religione, la società all'avanguardia e nelle invenzioni. "Anche se sono autodidatta, ho collaborato con carabinieri per il recupero dei beni artistici" mettendo a disposizione le proprie ricerche e conoscenze.

Lo scrittore ha una teoria sul rapporto tra Etruschi e Romani. "Se non ci fossero stati gli etruschi i romani non avrebbero conquistato quello che effettivamente hanno conquistato". E' innegabile che gli abitanti dell'Urbe hanno assorbito usanze, traguardi, tutto le loro invenzioni, Cordoano fa l'esempio dell'arco, dei sacerdoti auruspici etruschi in battaglia, hanno continuato a vivere come etruschi: non sono scomparsi, sono stati assorbiti dai romani.

La lingua nel tempo è cambiata diventando latina ma le tradizioni sono rimaste.

La società etrusca ha affascinato l'autore anche per il rispetto di genere che nel V secolo avanti Cristo era insolito. "La donna etrusca è una donna moderna, libera, potremmo dire una donna di oggi". Se si sposava, afferma, in caso di separazione poteva riprendersi la dote, in quel tempo era importante. Inoltre poteva essere imprenditrice, la testimonianza è data proprio dalle tombe in cui è riportata l'occupazione in vita. Poteva partecipare ai banchetti, al teatro, alle gare sportive, a differenza delle donne nella società dei romani e dei greci che etichettavano le Etrusche come 'di facili costumi'.

Cordoano inserisce anche alcune curiosità sul cibo degli etruschi: sin dall'epoca usavano mettere della carne fra due fette di pane, oggi lo chiameremmo hamburger, usavano la grattugia e mangiavano tagliatelle.

Tutte le notizie sugli usi e costumi del popolo Etrusco fanno, quindi, da sfondo ai tre romanzi di Cordoano, in cui un architetto viene incaricato di progettare una tomba nella necropoli della Banditaccia, a Cerveteri, destinata alle sepolture delle famiglie di ceto sociale più elevato. La Banditaccia, conservata perfettamente sino ai nostri giorni, è una città a tutti gli effetti, sembrano case e condomini a comporla, per questo viene chiamata 'città dei morti'.

Il personaggio chiave della storia, il più intrigante, è Turkal, responsabile della necropoli, il suo guardiano. "A lui bisogna rivolgersi per una tomba".

Una storia condita da suspense e risvolti gialli che tiene vivo l'interesse del lettore sino all'ultima pagina della saga, senza deludere. 

Con L'ultimo Zilath, Cordoano annuncia la conclusione dei racconti sull'Etruria, sta già pensando alla prossima trilogia. Si lascia scappare, infatti, di avere molto interesse sull'antica Aternum, l'attuale Pescara, un periodo da esplorare che apre le porte anche all'approfondimento dei popoli d'Abruzzo e i loro segreti ancora da scoprire e rivelare, "per far conoscere la nostra città", conclude.

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