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Lunedì, 27 Dicembre 2021 17:21

Pussy Riot in sciopero della fame in prigione: vogliono restare insieme.

Scritto da A.C.

sono detenute da due settimane

Due componenti del gruppo punk femminile russo Pussy Riot sono entrate in sciopero della fame nella prigione di Mosca dove sono attualmente detenute, conosciute per l'abbigliamento misterioso, sul viso portano dei balaclava colorati.

Chiedono di essere rinchiuse nella stessa cella in modo che possano comunicare tra loro, secondo il sito di informazione che si occupa di difesa dei diritti umani Ovd-Info. Le due donne sono detenute da due settimane. Critiche del regime russo, le Pussy Riot sono regolarmente oggetto di arresto e condanna da parte delle autorità russe.

Pussy riot, la rivolta delle vagine.

Pussy significa micetto e nello slang anglosassone vagina, mentre riot vuol dire rivolta. Sono un collettivo punk rock russo, femminista e politicamente impegnato che agisce sotto rigoroso anonimato: le attiviste organizzano proteste per lo sviluppo della democrazia, in Russia e altre parti del mondo. Il gruppo è attivo a Mosca, città che fa da palcoscenico ai flash mob e alle performance estemporanee attraverso cui il gruppo dà espressione a provocazioni politiche nei confronti dell'establishment politico e istituzionale, su argomenti come la situazione delle donne in Russia o, più recentemente, contro la campagna e i brogli elettorali, con cui, nel 2012, il primo ministro Vladimir Putin si sarebbe assicurato la rielezione per la seconda volta a presidente della Federazione Russa.

Nel marzo 2012 tre donne del gruppo sono state arrestate con l'accusa di "teppismo e istigazione all'odio religioso" per aver messo in scena, durante una celebrazione religiosa nella Cattedrale di Cristo Salvatore, un'esibizione non autorizzata contro Putin. Il loro caso ha attratto notevole interesse, sia in Russia, sia nella comunità internazionale, a causa dei presunti abusi a cui sarebbero state sottoposte durante la custodia, e per la minaccia incombente di una sentenza severa, fino a sette anni di detenzione, secondo le misure previste dalla leggi varate in Russia in tempi recenti rispetto ai fatti. La loro esibizione, tuttavia, ha guadagnato loro anche l'ostilità di una parte della società russa, che vi ha percepito un'offesa alla propria sensibilità religiosa e alle proprie tradizioni, sollecitando l'intervento pubblico di condanna della massima autorità religiosa russa, il patriarca Cirillo I, che, durante una liturgia nella Chiesa della Deposizione della Veste, ha auspicato una risposta severa nei confronti di un gesto blasfemo. Il 17 agosto 2012 ha avuto luogo la lettura della sentenza, durante la quale sono state dichiarate colpevoli rispetto ai capi d'accusa di cui erano imputate e condannate a una pena di due anni di reclusione, pari al minimo edittale. Il 19 dicembre 2013 è stata approvata all'unanimità dalla Duma, nonostante la contrarietà di Vladimir Putin, l'amnistia per Marija Alëkhina e Nadežda Tolokonnikova. Durante l'estate 2014, Nadia e Maria hanno denunciato il governo russo alla corte europea dei diritti umani, chiedendo un risarcimento di 120.000 euro ciascuna per la loro ingiusta detenzione e 10.000 euro per le spese legali: le due attiviste hanno promesso di devolvere a organizzazioni per i diritti umani il denaro che riceveranno in caso vincano la causa.

Tra le operazioni più popolari, nelle altre iniziative del gruppo, si annoverano: i baci sulla bocca dati a poliziotti e poliziotte russe in servizio di pattugliamento; le canzoni antigovernative, cantate sulla pubblica strada durante i XXII Giochi olimpici invernali, per le quali alcune attiviste sono state manganellate in pieno viso riportando ferite multiple, poi medicate in ospedale: tra le cantanti ferite pure la celebre Nadežda Tolokonnikova; l'irruzione sul campo di gioco nello stadio moscovita in cui si teneva la finale di coppa del mondo di calcio Croazia-Francia.

Hanno ricevuto pubblico sostegno da molti artisti di fama internazionale, come Beastie Boys, Björk, Faith No More, Peter Gabriel, Genesis, Courtney Love, MadonnaPaul McCartney, Yōko Ono, Pet Shop Boys e Neil Tennant, Red Hot Chili Peppers, Patti Smith, Sting, Pete Townshend. In Italia, come in quasi tutto il resto d'Europa, la vicenda è molto poco conosciuta, ma si possono annoverare tra coloro che hanno preso posizione in loro difesa Elio e le Storie Tese e Vasco Rossi.

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