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Giovedì, 22 Aprile 2021 17:05

Vatti a fidare delle amiche. Seconda parte

Scritto da Marco Battista

Appuntamento con il fantastico di Marco Battista

- Sai, hai fatto bene a insistere affinché ti raggiungessi, ma non pensi sia arrivato il momento di parlare del tuo cuore? -

Vatti a fidare delle amiche Terza parte - Zaffiro Magazine Giornale Online

Vatti a fidare delle amiche! Prima parte - Zaffiro Magazine Giornale Online

- Il mio cuore?! - ripete Marilù. - Cosa centra adesso il mio cuore? -

- Non mi dirai che in questi anni tu abbia pensato soltanto al lavoro! -

- Sei perspicace - mi rivolge uno sguardo accattivante - comunque hai ragione, un uomo c’è stato nella mia vita, ma... -

Forse ho calcato un po’ troppo la mano, perché improvvisamente la sua espressione cambia, sembra infastidita.

- Mi dispiace, Marilù. Io... non volevo... - mi affretto a scusarmi.

- Ma no! Non te ne ho mai parlato semplicemente perché mi vergognavo. Proprio io che ti ho sempre dato consigli, come potevo dirti che ero stata sedotta e abbandonata? Sono una stupida, vero? -

- No che non sei una stupida, non lo dire nemmeno! - mi avvicino e le sfioro la mano - Forse dovresti soltanto staccare un po’ e dedicarti di più a te stessa. So che non è facile portare avanti tutto questo da sola, ma che male c’è a rifarsi una vita? Vuoi restare sola come me? - cerco di sdrammatizzare, ma con lei non funziona.

- Tu non resterai da sola. Semplicemente non hai ancora trovato l’uomo giusto, proprio come me. - sospira. - E poi noi donne facciamo presto a parlare d’amore e invece poi si rivelano soltanto fuochi di paglia che bruciano in fretta. -

- Forse sì ma a quasi quarant’anni sento che la famiglia mi manca. Forse è proprio per questo che sono legata molto a te. Per me sei come una sorella. -

- Una sorella? Oh, mio dio, pensavo di essere qualcosa di più. - replica Marilù con un sorriso forzato. Sembra delusa dalle mie parole, ma per poco rialza gli occhi su di me mordicchiandosi il labbro. Riempio di nuovo i bicchieri, tanto per distogliere quello sguardo che mi avvolge e mi avvampa le guance.

- Mi stavi dicendo che un uomo c’è stato nella tua vita. Hai voglia di parlarne? Dal modo in cui hai reagito quando te l’ho chiesto sembrerebbe che tu abbia sofferto molto. -

- D’accordo, ti racconto la mia storia con Guido. - risponde Marilù accavallando le gambe e sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio. - L’ho conosciuto subito dopo essermi trasferita a Ischia. Avevo bisogno di farmi pubblicità e mi sono rivolta a un’agenzia che lui gestiva insieme al suo socio. Ci siamo piaciuti subito, anzi, per la verità è stato lui a innamorarsi di me fin dall’inizio. Per me, invece, le campane non erano ancora suonate. Con lui mi sentivo protetta e se glielo chiedevo mi dava anche dei suggerimenti su come gestire l’albergo, ma non mi sono mai sentita davvero innamorata di lui. Arrivò a parlare persino di matrimonio e a me quella pressione non mi piaceva per niente, anzi, mi faceva soltanto stare male, così l’affrontai. -

- E lui come l’ha presa? - chiedo incuriosita.

- Mi ha invitata a trascorrere qualche giorno fuori con lui. Considerala una breve vacanza, soltanto tu e io, aveva detto. Ma come facevo? Non potevo lasciare tutto per seguire lui. -

- Se ho capito bene, quindi, hai rifiutato! -

- Ho dovuto farlo. Adoro il mio lavoro, mi dà molte soddisfazioni, ma so che anche lui aveva ragione. Sentivo che il tempo mi sfuggiva dalle dita e che non potevo fare nulla per impedirlo. Mi capisci? -

- Se ti capisco? Eccome. -

- Be’, ma non è ancora finita... il bello deve ancora venire. Dopo aver insistito tanto sul fatto che dovevo pensare a me stessa oltre che al lavoro, Guido riesce a darmi quel bacio che aspettava da tanto tempo. -

- Vi siete messi insieme? -

- Sì, alla fine sì, anche se non lo amavo ancora. Ho pensato che l’amore sarebbe arrivato con il tempo. -

- Ed è arrivato poi? -

- Sì, purtroppo mi sono innamorata di lui. -

- Come purtroppo? -

- Vedi, ci eravamo divisi i compiti: lui gestiva l’albergo, visto che era così bravo a darmi dei consigli sull’aspetto gestionale e io mi occupavo di far funzionare al meglio il centro benessere. Andava tutto a meraviglia. Tutte le mattine mi faceva trovare un fiore sul banco della reception e quando ero a Forio per sbrigare alcune faccende di lavoro mi riempiva il cellulare di messaggi dolcissimi. Sembrava che finalmente qualcosa in me cominciasse ad arrendersi a lui, ma dopo qualche tempo ha iniziato a dirmi che non ero brava a portare avanti gli affari e che se avessi lasciato fare a lui i guadagni sarebbero raddoppiati. Ci pensai un po’ su, e alla fine decisi di accettare. Di lui mi fidavo. All’inizio filava tutto liscio, finché non capii che il bastardo stava facendo il doppio gioco. Ho scoperto troppo tardi che falsificava i registri, e che nel frattempo aveva già trasferito un bel po’ di soldi su un altro conto. -

- Ma... ne sei certa? -

- In pratica me l’ha confessato lui. E io come una scema non ho mai sospettato nulla, - continua. - Con me era quello di sempre: gentile, premuroso... Non volevo crederci, sai? Ho pensato a uno scherzo, invece era tutto vero. Ma non è riuscito a goderseli, quel maledetto. - Per un attimo nella mente di Marilù riaffiorano spiacevoli ricordi e i suoi occhi risplendono di una luce oscura.

- Che vuoi dire che non è riuscito a goderseli? - indago.

- Diciamo che mi sono liberato di lui per sempre. - La sua espressione inizialmente delusa sembra diventare rabbia. Perché Marilù

- Che stronzo! Hai fatto bene a lasciarlo. Ma non preoccuparti, ora ci sono io con te. Vedrai che insieme formeremo una coppia di lavoro formidabile. - Le mie parole devono aver ottenuto l’effetto desiderato, perché ritrova il suo solito sorriso radioso.

- E tu, invece? - mi chiede Marilù.

- Anche per me la situazione non è per niente semplice, almeno lo era prima che partissi. Le persone normali hanno un fidanzato, un marito o, al massimo, un amante. Oppure lasciano il fidanzato perché si sono innamorate di un altro. Mentre io, per timore di restare sola, sono finita per stare con due uomini diversi nello stesso momento.

- Davvero? Allora avevi molto da fare. - sorride ammiccando.

- Be’, all’inizio andava tutto per il meglio. Era una sensazione così bella avere due ragazzi che si occupavano di me! Marco era dolce e premuroso, pronto a esaudire ogni mio desiderio; mentre Francesco era un aitante trentunenne dalla folta chioma e uno sguardo che annienta. Volevo bene a tutti e due, anzi, credo proprio che li amassi entrambi. Non era facile gestire due rapporti contemporaneamente, ma tra alti e bassi sembrava funzionare senza grossi problemi. Marco non era bellissimo, ma mi coccolava, mi riempiva di regali e di attenzioni. Spesso m’invitava a casa sua e mi deliziava con pranzetti preparati con le sue mani. Non solo, mi portava ovunque io volessi ed era pronto a realizzare ogni mio desiderio. Insomma, pareva proprio che fosse lui il ragazzo ideale. E invece... -

- Hai provato a farlo ingelosire? -

- Certo! Ho provato anche questo. Sono andata da lui e gli ho detto chiaramente che mi ero innamorata di un altro. -

- E l’altro era Francesco, immagino. -

- Esatto. -

- E lui che ti ha risposto? -

- Che gli dispiaceva se fra noi finiva tutto, che avrebbe continuato a volermi bene e che lui sarebbe restato ad aspettarmi! -

- E tu? -

- Me ne sono andata. -

- Allora, forse era Francesco il ragazzo giusto per te. -

- Lo pensavo anch’io, ma l’unica cosa che gli interessava davvero era il sesso. Insomma, tutto l’opposto di Marco.

Alla fine ho richiamato Marco per chiedergli se voleva rivedermi. Al diavolo Francesco e il suo fisico statuario! Mi sono persuasa che fossero altre le cose importanti. Ma lo sai che cosa mi ha detto dopo che ci siamo rivisti? -

- Che si era già fidanzato con un’altra? -

- Nooo, peggio! Mi ha detto che gli ero mancata moltissimo e che ci teneva così tanto a me a tal punto che sarebbe stato disposto a dividermi con l’altro. Capisci che razza di stronzo? -

- E tu che hai fatto? -

- E che dovevo fare? Mi sono alzata e me ne sono andata di nuovo e quella volta per sempre. Ma che razza di uomo è uno che accetta di dividerti con un altro? Mi sentivo come se qualcuno mi avesse piantato un coltello proprio qui, al cuore. -

- Brava! Hai fatto benissimo. È proprio quello che volevo sentirti dire. Vedrai che presto li dimenticherai entrambi. - sorride tutta eccitata, mentre con le dita gioca con una ciocca ribelle. Poi mi fissa di nuovo negli occhi.

- Non lo trovi ironico? Cerchi chissà dove la persona della tua vita e non ti accorgi che potrebbe essere più vicina di quanto pensi. - Marilù mi piace per questo. Lei non mi giudica, si limita a dispensarmi di tanto in tanto dei consigli. Invece io a volte mi odio. Mi sento egoista e “sbagliata”.

Mentre continua a parlare, io rifletto su quanto fossi fortunata ad avere un’amica come lei. Marilù è diversa, speciale e pur essendo una donna, sento persino di desiderarla in alcuni momenti, anche se poi scaccio immediatamente questo pensiero perverso dalla mia testa. Faccio di tutto per ricacciare indietro le lacrime, ma non ci riesco. Marilù si avvicina e mi passa una mano sulla guancia.

- Povera piccola. - dice accarezzandomi dolcemente. Io mi lascio coccolare, ma dentro di me il cuore mi scoppia. Se una parte di me teme che possa baciarmi ancora, l’altra la implora. Non riuscendo a tirarmi su di morale, accosta il suo volto al mio e mi bacia le lacrime, poi le guance e infine ai lati delle labbra. Io mi sento bruciare, trattengo il respiro ma non mi ritraggo. La sua bocca è calda, morbida e mi fa sentire protetta. Incoraggiata dalla mia passività, cerca la mia bocca.

- Marilù, io... - dico, appoggiandole due dita sulle labbra. Leggo l’imbarazzo nel suo volto e forse anche un po’ di eccitazione; le mie stesse sensazioni. Dio, ma che cosa mi sta succedendo? - Sai, noi abbiamo molte cose in comune. - sussurra.

- Dici? -

- O mio Dio, certo! - esclama.

- Siamo entrambe sole ma non parlarmi di uomini, per carità! Sono una vera delusione! - esclama, alzando le mani. Finalmente mi strappa un sorriso.

- Sai, non mi ero ancora resa conto di quanto il tempo ti avesse resa ancora più bella. - mi dice. Sento il sangue pulsarmi nelle tempie.

- Anche tu lo sei. - rispondo, cercando di restare calma. E ancora una volta il mio sguardo si posa sulla sua camicetta trasparente.

- Dico davvero, sei ben equipaggiata. -

- Ma che dici, non vedi che sono grassa? -

- Grassa? Oh mio Dio! Eccone un’altra... -

- Un’altra? -

- Hai forse dimenticato che gestisco un centro estetico? Ti posso assicurare che tu non sei affatto grassa. Sono altre le persone grasse. Forza, fammi dare uno sguardo. - dice, e comincia a toccarmi. Marilù sa come prendermi, come darmi fiducia. È dolce e premurosa, ma allo stesso tempo sensuale da morire. Se soltanto fosse stato un maschio, le sarei già saltata addosso.

- Non credo sia una buona idea... - dico con un filo di voce. Sento il mio equilibrio vacillare. Non so per quanto tempo riuscirò ancora a resisterle.

- Forse è meglio che me ne vada in camera a riposare, mi sta venendo un terribile mal di testa. - dico guardando l’orologio. Mento spudoratamente, ma in quel momento non riesco a trovare una scusa migliore per “fuggire” via. Marilù ostenta la sua femminilità in modo così naturale da essere maledettamente provocante. Finché non esco dalla sua stanza sento i suoi occhi addosso. È tardi, ma non riesco a prendere sonno. Apro la finestra sperando che un po’ d’aria fresca riesca a conciliarmi il sonno e in quel momento intravedo una persona percorrere furtivamente la stradina acciottolata sottostante. Indossa una mantella col cappuccio che ne nasconde l’identità. Mi chiedo chi sia e cosa abbia di tanto urgente da fare per uscire a quell'ora di notte, ma quando passa sotto la fioca luce di un lampione ho l'impressione che si tratti di Marilù. So che non sono fatti miei, ma decido di parlarne ugualmente con Marilù.

- Mi è sembrato di vedere una persona uscire dall’albergo nel cuore della notte. - Marilù ha un sussulto, sembra confusa, ma poi si riprende.

- Sì, ero io. - balbetta. - Non riuscivo a dormire e sono andata a fare due passi. -

 

 

 

Fine seconda parte

 

Ultima modifica il Lunedì, 26 Aprile 2021 17:06

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