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Giovedì, 03 Dicembre 2020 11:55

Condannata ad amarti. Parte II

Scritto da Marco Battista

seconda parte di quattro del racconto di Marco Battista

- Ti ho fatto una domanda, ami ancora tuo marito? -

Quella domanda le arriva come un pugno allo stomaco.

- Allora? Ti ho chiesto se lo ami. - insiste Marilù. Livia vacilla, gli occhi si riempiono di lacrime.

- Ho smesso di credere nell’amore. A volte la vita sembra divertirsi alle tue spalle. Non lo vuoi ma succede, e non puoi farci niente. Accade e basta. Sembra tutto perfetto, poi un giorno ti svegli e ti rendi conto che invece niente è perfetto. Quando l’ho conosciuto avevo vent’anni, lui era un ragazzo d’altri tempi, gentile, affidabile, premuroso, la persona giusta con cui mettere su famiglia. Si preoccupava per me, dei miei problemi e alla fine mi sono innamorata di lui. Allora perché ho smesso di amarlo? Forse perché la ragazzina di un tempo è cresciuta, e nel crescere sono diventata diversa dalla ragazzina che sognava un futuro sempre roseo. Non serve a niente amare, se devi rinunciare a una parte di te. L’amore dovrebbe renderci migliori, arricchirci, non il contrario. Non voglio più vivere con la speranza che le cosa migliorino col tempo, ma soprattutto non sono più disposta a fingere. -

- Fingere di amarlo? -

- Il punto è che a lui non è mai piaciuto baciare, non lo ha mai considerato importante. -

- A te invece piace baciare? - le chiede Marilù sfacciatamente.

- Ho sempre desiderato baciare qualcuno che mi faccia afflosciare le gambe. Penso che sia la parte più intima dell’amore, come entrare nell’anima di una persona. È così anche per te? –

- Assolutamente. Baciare non è soltanto l’incontro di due bocche, ma un’occasione per dire “sei speciale, unico.” –

Livia sospira.

- Allora temo che non incontrerò mai chi mi faccia provare tutto questo con un bacio. -

- Come sei pessimista. Hai mai baciato una ragazza? - Ancora una volta Marilù riesce a confonderla.

- Oh, mio dio, no! Perché, tu sì? -

- Scema, dicevo così per dire. Siamo amiche, non c’è niente di male a darsi un bacio. È una dimostrazione d’affetto. E poi si tratta soltanto di un bacio. -

Marilù è una calamita per Livia che si sente turbata da quelle labbra piene e sensuali. Ecco, questo è proprio uno di quei momenti in cui desidererebbe essere baciata da lei per sapere cosa si prova, ma è meglio togliersi quel pensiero dalla testa.

La mattina dopo Livia vuole preparare la colazione al marito, ma il frigo è vuoto. E ora chi lo sente?

- È pronta la colazione? - Livia sobbalza, vedendoselo spuntare alle spalle.

- Mi sono dimenticata di fare la spesa. Se vuoi faccio un salto al panificio all’angolo e prendo dei cornetti. -

- Ma sei tutta scema! Cristo, Livia. Lavoro tutto il giorno e non credo di pretendere troppo. Ti sto chiedendo solo un po’ di attenzione. –

- Hai ragione, ma ieri abbiamo passato tutto il pomeriggio con il tuo collega e mi sono dimenticata di fare la spesa. -

- Sempre una scusa pronta, tu. - la ammonisce nervosamente Riccardo.

Livia gli sfila accanto per rinchiudersi in camera, ma lui allunga una mano per bloccarla.

- Dai, vieni qui. –

Livia si scosta. Lui la guarda aspramente.

- Ora fai pure l’offesa? Me lo dici come fai a rimanere incinta se ti neghi sempre? - le urla camminando verso la porta e sbattendola alle sue spalle. Con le lacrime agli occhi, Livia prende il telefono e singhiozzante chiede all’amica di raggiungerla. Livia è un fiume in piena, le racconta della discussione col marito e di come lei sia arrivata al limite della sopportazione.

- Per questo stai così male? -

Lo sguardo di Livia s’incupisce.

- Non solo per questo. Ho un ritardo. Non so come sia possibile, non facciamo l’amore da settimane. Fino a qualche anno fa desideravo un figlio più di ogni altra cosa, invece ora sono qui a sperare che non sia vero. -

Marilù le prende le mani.

- Hai già fatto il test? -

- No. Ho paura che l’asticella cambi colore e confermi la gravidanza. -

- Ma lo devi fare, non puoi restare col dubbio. E poi cosa ti spaventa, di perdere la tua bella vita triste? Magari te la migliora. Ora però concentriamoci sulla tua gravidanza. Per prima cosa promettimi che farai il test. -

- E se sarà positivo? –

- Dovrai dirlo a tuo marito. -

La mattina dopo Livia si sveglia presto, ma il marito è già in piedi. Le si avvicina e le sorride.

- Scusa per ieri, in questo periodo sono un po’ nervoso. -

- Non fa niente. So che stai lavorando molto per pagare il mutuo e tutto il resto, e so quanto ti costa. Cercherò di stare più attenta. -

- Mmm... Lo sai che mi fai impazzire quando sei così docile? È da troppo tempo che non lo facciamo, magari potrei chiamare la banca per dire che ritardo un paio d’ore... - Livia si sente irrigidire e ancora una volta Riccardo percepisce il suo fastidio e se ne va sbattendo la porta. Preferisce andare al lavoro che rimanere a discutere. Forse Livia sta sbagliando, forse dovrebbe davvero coinvolgerlo, parlargli del ritardo e della sua possibilità di essere incinta.

S’infila un giacchino e raggiunge la farmacia, poi chiama l’amica. Quando Marilù la raggiunge a casa, la trova con gli occhi gonfi e le lacrime agli occhi.

- È positivo, maledizione. È positivo. - sussurra.

- E ora che farai, glielo dirai? - Livia sbuffa.

- Non lo so. Non so che fare. -

- Per prima cosa direi di andare dal ginecologo, poi penseremo a cosa fare. -

Il mattino dopo Livia è nello studio del ginecologo, con lei c’è Marilù che non le lascia la mano nemmeno per un attimo. L’uomo è sulla sessantina, gli occhiali poggiati su un naso enorme.

- Ho fatto il test di gravidanza ed è risultato positivo. Dice che è attendibile? –

Il dottore aggrotta la fronte.

- Sta prendendo le pillole che le ho prescritto? -

Livia fa cenno di sì con la testa.

- In questo caso il test potrebbe essere falsato. -

- Che significa? - gli chiede Livia con improvviso entusiasmo.

- Che il farmaco che sta prendendo contiene degli ormoni simili a quelli che il corpo produce, e questo ha tratto in inganno persino il test di gravidanza. Mmm... vediamo... Già, è come pensavo. -

- Non mi tenga sulle spine, dottore. -

- I parametri sono normali e le sue condizioni sono ottime, ma lei non è incinta. Mi dispiace. -

- Ne è certo, dottore? -

- Certissimo. -

- Ma è magnifico! -

Livia gioisce sotto lo sguardo confuso dell’uomo, che la osserva uscire dal suo studio euforica.

- Riccardo non dovrà mai sapere nulla di tutta questa storia, tanto un figlio da lui non lo voglio. -

Appena tornano a casa Livia è così su di giri che armeggia con lo stereo e una musica ipnotica si diffonde nella stanza.

- Che fai ancora lì impalata, vieni... - Livia afferra l’amica per le mani e inizia a strofinarsi a lei con movimenti sensuali.

- Ma che fai? -

- Ah, sapessi com’è bello essere liberi! Ora però lasciati andare... – I loro volti si trovano a pochi centimetri l’una dall’altra.

- Ehi, non avrai intenzione di baciarmi? - Marilù si diverte a stuzzicarla.

- Non essere sciocca, piuttosto vieni e segui il ritmo... – Livia si sfila la maglia che lascia scivolare sul pavimento, poi con un le dita fa arieggiare i capelli. La musica è sensuale, i loro corpi si sfiorano, si toccano, e l’odore della sua pelle è un richiamo irresistibile per Marilù.

- Mi sa che tu sei un po’ matta. - sorride Marilù che affonda le dita nei fianchi rotondi dell’amica.

Si lasciano coinvolgere dalla musica, e per tutto il tempo non fanno che lanciarsi occhiate seducenti. Il suo profumo le risveglia i sensi.

Tutto è così improvviso, un abbraccio, un sorriso e poi un bacio. Un bacio distratto, ma pur sempre un bacio. Per un attimo rimangono entrambe sospese.

 

 

Fine seconda parte

Ultima modifica il Giovedì, 10 Dicembre 2020 19:01

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