Stampa questa pagina
Martedì, 11 Ottobre 2022 15:54

Il Silphion, l'antica pianta medicamentosa che si credeva estinta, vive ora una seconda vita.

Scritto da Manuela Prosperi

Di Manuela Prosperi

 "Nel mortaio sbriciolate

Pepe, cumino, coriandolo, radice di laser,

Inumidite con aceto, aggiungendo datteri

Infine immergete il fenicottero stufato"

 

Ricetta

di Apicio, autore latino II SEC. d. C 

Così recitava, Apicio e così si può leggere in moltissimi altri testi.

Il "laserpicium", che i Greci chiamavano silphion era una pianta originaria di Cirene, il cui succo si chiamava "laser" e come affermava Plinio il Vecchio "era pesato in denari d'argento".

Il silfio era una pianta davvero dalle multiproprietà.

Faceva parte della famiglia delle "ferule" e già i Greci la ritenevano commestibile e infatti ne stufavano i gambi per poi accompagnarli alle carni, in particolare a trippa e arrosti, come si evince da alcuni testi di autori epicurei.

Anche gli antichi Romani ne apprezzavano moltissimo la spezia, che doveva apparire ai nostri occhi di un colore rossastro, simile alla mirra e allo zafferano.

Presso gli Egizi se ne conoscevano già gli usi terapeutici digestivi e contro l'epilessia.

Silfio e mirra insieme, inoltre, secondo Ippocrate, erano in grado di guarire dalla polmonite.

Una curiosità: presso le donne dell'epoca era di uno comune e molto privato usare il Silfio come rimedio abortivo o anticoncezionale.

Questo uso così singolare del silfio viene anche riportato in più manuali di magia e alchimia di Paganesimo del mondo antico.

Ma perché si estinse il silfio? E dove si pensa stia nascendo di nuovo oggi?

Ci sono due ipotesi più accreditate.

La prima, più semplice e ovvia, afferma che ad un certo punto si iniziò a sostituire il silfio con altre ferule.

Altre fonti narrano invece che un disastro naturale, per l'esattezza una misteriosa "pioggia nera" ne abbia causato la fine nel 638 a. C

Altra curiosità: ancora Plinio il Vecchio, nella sua Storia Naturale, ci narra che l'ultimo stelo di Silfio sia stato dato all'imperatore Nerone.

Quindi, secondo la Storia, la pianta sarebbe estinta da un pezzo.

In realtà, già dal 2012 sono comparse le prime, timide tracce di una particolare specie di ferula mai vista, in Turchia, sul monte Hasan, a pochi chilometri dalla Cappadocia. Trattasi di "ferula drudeana".

Secondo il ricercatore farmacologo turco Miski a tutt'oggi, ci sono notevoli somiglianze con l'antica ferula perduta.

Il suo gradevole profumo, leggermente medicinale, tra l'eucalipto, la mirra e il pino ricorderebbe moltissimo le caratteristiche espresse nella Storia Naturale di Plinio e in molti altri testi antichi. Le sue foglie gialle a tesa larga sembrano quelle degli antichi dipinti. Le pecore e le capre amano pascolarvi intorno, esattamente come descritto.

Che il silfio sia davvero tornato a vivere?

Aspettiamo altri sviluppi di questa affascinante pagina di Storia Antica.

Manuela Prosperi