"A tale riguardo oggi Archeoclub d’Italia nazionale lancia un manifesto nazionale per salvare Civita di Bagnoreggio, dichiarando il pieno appoggio alle idee messe in campo dalla Società Italiana di Geologia Ambientale già nel 2015. Oggi è più urgente che mai intervenire sulla difesa anti - erosiva del borgo di Civita di Bagnoregio e del suo territorio, visto anche che recentemente si sta manifestando in tutta la sua gravità la frana di Mercatello, alle porte del borgo. Nel 2022 un comitato tecnico scientifico, con il coinvolgimento di esperti, individuerà i migliori interventi che possano far vivere Civita il più a lungo possibile”. Lo ha affermato Federico Boccalaro Consigliere Nazionale di Archeoclub d’Italia.

“Civita di Bagnoregio, nell’alto Lazio, le cui origini datano dal periodo etrusco, è uno dei tanti borghi italiani in pericolo di scomparsa: città appunto etrusca, poi insediamento medievale, con una popolazione odierna di poche persone, che vivono in mezzo a strade di pietra secolari in case arroccate in cima a una scogliera tufacea a picco su profondi burroni – ha continuato Boccalaro - raggiungibile solo per mezzo di un ponte costruito nel 1965 in sostituzione del precedente distrutto durante la seconda guerra mondiale. La città era abbandonata a seguito del sisma del 1695, con l’apertura di molte crepe nel terreno, il crollo del ponte che univa i due abitati e il franamento di una parte della rupe, con conseguente spostamento della popolazione nella vicina Bagnoregio (che anticamente si chiamava Rota). Civita di Bagnoregio e il territorio circostante, noto come “Valle dei Calanchi”, rappresentano un’area d’interesse culturale e paesaggistico straordinariamente rilevante da valorizzare e salvaguardare, con caratteri che la rendono quasi unica a livello nazionale e internazionale”.