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Giovedì, 11 Agosto 2022 17:15

La cripta di San Sepolcro a Cagliari: misterioso luogo templare, si avverte atmosfera goth. Video

Scritto da Angela Curatolo
la cripta la cripta foto Angela Curatolo

Fu luogo di sepoltura fino al XIX secolo

Se si è a Cagliari non si può evitare di visitare un luogo magico e ancora da decriptare: la chiesa del Santo Sepolcro di Cagliari, sita nell'omonima piazza, nel quartiere Marina, che solletica misteri e segreti.

Un luogo di culto di estrema bellezza e interesse eretto su una cripta, dipinta ancora di nero, affascinante, uno dei luoghi più interessanti da visitare della città sarda. All'interno, a cui si accede tramite botole, scendendo per le scale poste all'ingresso, si apre un sito rimasto perlopiù intatto, capace di conservare gli enigmi tracciati da antiche ossa, allestite in modo arcano, le pareti nere, dipinte forse con polvere di Carbone.

In una stanza quasi buia, ad atmosfera goth, c'è una sequenza di 'sculture' costruite con legno e, forse, ossa, che sembrano una scena di un film horror, raffiguranti uomini sulla croce, forse non solo identificabili con Gesù. Al centro una più grande. 

Qualcuno ha ipotizzato che nella cripta i corpi fossero appesi, ogni barra nera potesse rappresentare una postazione.

L'ambiente ipogeico è costituito da tre camere voltate a botte, destinate alle sepolture a terra; è visibile un unico sarcofago in muratura, probabilmente destinato alla tomba di un personaggio illustre. Il pezzo forte è senza dubbio il dipinto raffigurante la Morte, sul soffitto al centro della stanza più grande, rappresentata come uno scheletro, rivestito da un manto d'ermellino, con la falce in mano. Sulla lama della falce è leggibile un'eloquente scritta: Nemini parco (non risparmio nessuno).

Fu luogo di sepoltura.

Antiche fonti riferiscono che l'originaria cripta, fu fondata proprio dai cavalieri templari come cappella del loro monastero, anche se nella storia non sono mancate delle confutazioni a queste asserzioni.

La chiesa fu edificata nel 1564 dalla confraternita del Santissimo Crocifisso dell'Orazione e della Morte.

La confraternita, che si sciolse nel secondo dopoguerra, si occupava principalmente di dare sepoltura delle persone più povere e la chiesa (o meglio la sottostante cripta) e l'area circostante (attuale piazza del Santo Sepolcro) venivano utilizzate come cimiteri. Questo fino al XIX secolo, quando l'area perse gradualmente la sua funzione cimiteriale per essere, a fine secolo, sistemata come piazza. Del cimitero ipogeico invece si perse il ricordo.

L'interno si presenta a pianta rettangolare, con navata unica voltata a botte, cappelle laterali e presbiterio quadrangolare, che conserva la bella volta a crociera stellare costolonata, risalente al XVI secolo. L'altare maggiore, preceduto da una balaustra marmorea, è in stile neoclassico; vi si trova esposto un grande crocifisso ligneo settecentesco. Le pareti laterali del presbiterio ospitano due tele: la Resurrezione di Lazzaro, opera cinque - seicentesca di Bartolomeo Castagnola e San Nicola di Bari in preghiera davanti alla Madonna (1707) di Francesco Manzini. Al centro della cantoria in controfacciata è ubicato l'organo a canne, commissionato dall'Arciconfraternita dell'Orazione e della Morte e costruito nel 1875 da Tommaso Piacentini e Antonio Battani di Frassinoro (in provincia di Modena); a trasmissione meccanica, dispone di 28 registri su un unico manuale e pedale.

Le riflessioni potrebbero essere tante suscitate dalla visita.

 

Ultima modifica il Lunedì, 15 Agosto 2022 11:59

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