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Mercoledì, 07 Aprile 2021 17:25

Una donna non dimentica, e nemmeno perdona Seconda e ultima parte

Scritto da Marco Battista

 

Incontro cn il fantastico di Marco Battista

Sulla via del ritorno, Samuel vide una strana insegna: “La bottega delle meraviglie”. Possibile che non l’aveva mai notato prima?

Provò un impulso irrefrenabile e non poté fare a meno di entrarvi. Appena varcata la soglia fu subito avvolto da un intenso aroma di essenze che sapevano di terre lontane, ma una soltanto spiccava fra tutte: l’incenso. Gli bastò una scorsa veloce agli scaffali per rendersi conto che gli oggetti esposti erano disposti con un ordine quasi maniacale. Gli oggetti erano stati raggruppati in base alla provenienza e a loro volta divisi secondo il periodo al quale risalivano. Era sinceramente ammirato dalla quantità di articoli presenti in quella bottega, ma ciò che lo lasciò letteralmente senza parole, fu l’enorme quantità di libri accatastati ovunque, nella libreria ma anche sui tavoli e sulle poltrone, e persino poggiati per terra, accanto alle pareti.

Se ne stava col naso all’insù incuriosito da uno strano libro poggiato in alto, su uno scaffale. Si chiedeva come mai il proprietario lo tenesse in disparte. Forse era particolarmente antico o raro, oppure...

- Signore. Ehi, signore... - Samuel trasalì. Quando si voltò, intravide un ometto basso e tarchiato, con folte sopracciglia scure. - Posso aiutarla? - gli chiese. L’uomo si presentò come il proprietario della bottega e gli porse una mano tozza e impreziosita da vistosi anelli; i suoi occhi sottili come fessure gli suggerirono che con tutta probabilità era un orientale e i suoi modi gentili erano accompagnati da abiti eleganti e raffinati.

- Magari si sta chiedendo cosa me ne faccio di tutti questi libri. A lei piace leggere? - gli chiese, ma subito riprese a conversare, senza nemmeno attendere la risposta. - Io senza di loro non potrei vivere. I libri sono tutta la mia vita. Sta cercando qualcosa in particolare? Posso aiutarla se vuole. -

- No, grazie. Non ho bisogno di niente. Vorrei dare semplicemente un’occhiata. Confesso, però, che c’è tanta di quella roba che non si può fare a meno di restare come dire... -

- Affascinati? - L’uomo finì la frase per lui.

- Esatto, era proprio la parola che volevo usare. - affermò compiaciuto.

- Be’, vede, ho traffici ovunque ma confesso che non riesco proprio a resistere al richiamo orientale. Tuttavia non ho potuto fare a meno di notare che è particolarmente attratto da quel libro. - Indicò lo scaffale in lato.

- Ho indovinato? -

- Be’, non è insieme agli altri libri e di per sé è già un dettaglio sufficientemente valido per catturare l’attenzione di chiunque. -

- Posso mostrarglielo, se vuole. - Samuel si strinse nelle spalle, non voleva dargli l’impressione di voler comprare qualcosa, ma dentro moriva dalla curiosità.

- Non si preoccupi, non è obbligato ad acquistare nulla. - lo tranquillizzò, intuendo i suoi pensieri.

- Ma se fossi in lei non mi lascerei scappare questa occasione. -

- Perché? -

- Perché?! - ripeté l’uomo, con uno strano risolino.

- Mi scusi solo un momento... - sparì nel retro e ne uscì con una piccola scala a pioli, vi salì e afferrò il libro.

- Ecco, guardi. Non è incredibile? -

- Be’, è un libro. Cosa avrà di tanto incredibile? -

L’uomo sorrise ancora. - Le sembrerà strano e forse anche impossibile da credere, ma questo è il libro più prezioso di tutti. -

- E cosa lo rende così prezioso? Non capisco. - replicò Samuel.

- Il fatto che in questo libro è racchiusa tutta la sua vita. - Aveva tutta l’aria di essere maledettamente serio, anche se Samuel era quasi certo che quell’ometto si stesse prendendo gioco di lui.

- Dico sul serio, non la sto prendendo in giro. - Ancora una volta, Samuel ebbe l’impressione che gli avesse letto nel pensiero. - All’interno di questo libro è racchiuso tutto il suo passato. - gli confessò accarezzando la copertina con la sua mano tozza.

- Impossibile. Non ci credo. -

- È non è tutto! Questo libro conosce anche il suo futuro. -

- Lei vuol farmi credere che in questo libricino sono riportati i momenti più belli e più brutti della mia vita? -

- Non solo! Si ricordi che può anche divertirsi a sbirciare “ciò che sarà”, ma questo non glielo consiglio. -

- Perché? - gli chiese di getto Samuel, più per curiosità che per un interesse reale.

- Be’, non sempre è piacevole conoscere ciò che il destino ha in serbo per noi. -

- No, non è possibile! - ormai Samuel era certo che a quell'uomo mancasse qualche rotella.

- Non si alteri signore, non sono impazzito, le sto semplicemente dando un consiglio. -

- Un consiglio? E perché mai? Cosa me ne potrei fare di questo libro? - Samuel continuava a fissarlo, ne era spudoratamente attratto, ma non riusciva a capire dove fosse l’inganno.

- Vede, questo volume contiene la sua storia. Non mi crede? Provi, e sarà lei stesso a dirmi se la sto prendendo in giro. Per esempio, potrebbe vedere, mettiamo, se in un preciso giorno sua moglie è andata davvero in un preciso posto come le aveva detto. Mi dica, è sicuro che non le abbia mai detto una bugia? Non ha mai dubitato di lei, nemmeno per un attimo? - Suvvia, so bene che muore dalla voglia di sapere. - Gli occhi dell’uomo ardevano come brace viva. Finalmente Samuel si decise e l’ometto emise un sospiro.

- Ora mi dica una data che ricorda in modo particolare. Mettiamo... il giorno del suo diciottesimo compleanno, per esempio. Oppure vuole rivivere il momento del suo primo bacio? E perché no, il suo primo giorno di scuola. Mi dica lei cosa vuol sapere. - Samuel si sentiva un idiota, ma era troppo tardi per tornare indietro. Era indeciso, ma improvvisamente i suoi occhi presero a muoversi freneticamente.

- Vorrei tornare al periodo del liceo. C’era una ragazza che mi piaceva e... -

- Non aggiunga altro. - lo interruppe l’uomo. - Mi dica soltanto il mese e l’anno approssimativi che vuole rivivere. -

- Il mese e anno?! E le sembra una cosa da ricordarsi così, su due piedi? -

- Be’, dipende da quanto è stata importante per lei quella ragazza... - incalzò.

- E va bene, mi faccia pensare. - Samuel iniziò una sorta di conta mentale. - Se non ricordo male era il... sì, credo proprio che quando l’ho conosciuta frequentavo il primo anno di liceo, quindi posso dire con ragionevole certezza che era l’ottantanove. Novembre dell’ottantanove. Sì, allora avevo soltanto quattordici anni, ma Alessandra mi conquistò sin da subito con i suoi occhi verdi e quel sorriso luminoso. -

- Novembre dell’ottantanove... Alessandra... - ripeteva l’uomo sottovoce scorrendo una sorta di sommario.

- Ecco, ciò che stiamo cercando dovrebbe trovarsi a pagina 57. - L’ometto iniziò a sfogliare le pagine, fermando l’indice sul punto scelto. - Ci siamo. - Con uno scatto Samuel gli si mise accanto. - Ecco, legga lei stesso. - Con una sorta di spasimo Samuel gli tolse il libro dalle mani e iniziò a scorrere rigo dopo rigo, sussurrando appena le parole. Samuel era tornato l’adolescente di un tempo e il suo cuore riprese a battere allo stesso modo dopo tutti quegli anni. Tutto come descritto nel libro. Per la prima volta s’insinuò in lui la convinzione di poter usare il libro per indagare particolari della vita di sua moglie che ancora non conosceva o che lei di proposito aveva voluto nascondergli.

- È incredibile! Vorrei provare ancora, posso? -

- Certo che può. Ma perché non se lo porta a casa? Potrà consultarlo tutte le volte che vorrà e come più la aggrada. -

- Davvero me lo vende? - A Samuel non sembrava possibile che una simile diavoleria fosse in vendita.

- Be’, lei mi è simpatico e visto che è un nuovo cliente glielo regalo. -

- Grazie, ma... non vuole niente in cambio? - L’uomo si aspettava quella domanda. Conosceva troppo bene le persone.

- Davvero vuole darmi qualcosa in cambio? -

- Be’, questo libro è prezioso, non c’è alcun dubbio a riguardo. -

- Allora firmi qui e il libro è suo. - gli porse un foglio e una penna.

- Come sarebbe a dire. -

- Sarebbe a dire che io le do il libro e lei in cambio mi cede la sua anima. Uno scambio equo, ne convenga. - Samuel restò imbambolato davanti a quella richiesta bizzarra.

- Va bene. - rispose infine senza pensarci troppo, immaginando che quell’uomo scherzasse o nella peggiore delle ipotesi che gli mancasse qualche rotella. E poi Samuel non credeva alla vita dopo la morte e ad altre stronzate simili. Voleva la sua anima? Se la prendesse, a lui non serviva. Qualche attimo dopo avevano entrambi ottenuto ciò che volevano, ma durante il viaggio di ritorno verso casa, quella storia gli aveva lasciato uno strano turbamento addosso. Quell’ometto doveva essere un vero allocco, oppure era lui che era stato imbrogliato come uno sciocco. E a questo proposito una voce nella testa continuava a ripetergli che l’uomo si fosse inventato tutta quella assurda storia per prendersi gioco di lui. Ma se invece fosse tutto vero? Rivivere gli episodi della sua adolescenza lo affascinava moltissimo, ma era l’idea di sbirciare nella vita della moglie a stuzzicarlo maggiormente. Certo, in cambio della propria anima. Non riuscì a trattenersi dal ridere ad alta voce. Appena rientrò si tolse la giacca e sprofondò sulla poltrona. Ancora non capiva come fosse possibile che quel libro potesse contenere davvero la sua storia, o di qualsiasi altro. Ma lo avrebbe scoperto presto. Se lo rigirò fra le mani chiedendosi chi lo avesse scritto, poiché non c’era traccia dell’autore. Ma a questi interrogativi secondari avrebbe pensato in seguito, ora doveva soltanto iniziare a leggere e fin dalle prime pagine scoprì con grande stupore che era tutto così... incredibilmente vero, reale. Allora quell’uomo non lo aveva preso in giro! Quel libretto conteneva davvero la storia della sua vita. Pazzesco. Continuò fino a quando non lesse il nome di Giulia, Samuela, Laura e infine Michela. Coincidenze? No, quei particolari poteva conoscerli soltanto lui ed erano descritti con tale minuziosità di particolari che si persuase che non poteva trattarsi di semplici coincidenze. Non ci mise molto per convincersi dell’immenso valore di quel libro, una sorta di macchina del tempo, uno strumento diabolico che poteva dare a chi lo possedeva un potere inestimabile. Ma se il libro diceva il vero, allora anche la storia dell’anima era vera. E quindi lui aveva firmato un contratto con il... No, era troppo assurdo, non poteva essere vero. Per un istante ebbe il desiderio di strappare ogni singola pagina di quel maledetto libro, ma poi la curiosità lo costrinse ad andare avanti e a riprendere la lettura con rinnovata avidità. Ecco che a pagina 105 arrivò il momento in cui aveva mentito, dicendo alla moglie di doversi incontrare con quell’amico che non vedeva da tempo. Continuò a leggere col cuore in gola e finalmente si ritrovò a pochi istanti prima del presente. Ancora poche pagine e avrebbe sbirciato nel futuro, nel punto in cui poteva scoprire con quale donna avrebbe trascorso la sua vita. Sarebbe restato con sua moglie Michela, oppure lui e Giulia avrebbero portato a termine il loro piano? Moriva dalla curiosità, anche qualcosa gli suggeriva che si trattava di Giulia. A un certo punto però assunse un’espressione di sconcerto misto a delusione. Dopo la pagina 121 le restanti erano completamente bianche, immacolate, come se per qualche strana ragione l’autore non avesse avuto la possibilità di terminarlo o, nella peggiore delle ipotesi, non avesse trovato più la sua vita abbastanza interessante da trascriverla nero su bianco. Senza perdere tempo corse dal venditore per farsi dare delle spiegazioni.

- Se questo è uno scherzo, non è divertente! - sbottò Samuel assalendo l’uomo come una furia. - Mi aveva detto che nel libro era scritto anche il mio futuro e allora perché improvvisamente il racconto s’interrompe? -

Samuel cercò di controllarsi, ma sentiva la rabbia crescere davanti allo sguardo insolente dell’ometto.

- Da pagina 121 tutte le altre sono completamente bianche, immacolate. Lei mi ha imbrogliato. - Con un gesto deciso, Samuel gettò il libro a terra. Stranamente l’uomo rimase freddo e impassibile e non gli degnò di nessuna risposta, ma si limitò a osservarlo con un ghigno soddisfatto mentre lo vedeva uscire dalla bottega completamente fuori di sé. Quando Samuel rientrò a casa, prese Michela per mano e le chiese di sedersi.

- Ascoltami amore... non so come dirtelo, ma... ho fatto una stupidaggine. - le confessò con un’espressione da cane bastonato.

- Samuel, per l’amor del cielo, che è successo? Non farmi preoccupare. -

- Forse... forse volevo soltanto sentirmi di nuovo giovane. Sai cosa intendo, vero? -

- Se non la smetti di farfugliare le parole, non capirò un bel niente! E comunque ascoltami prima tu, e senza interrompere. Anch’io ho qualcosa da dirti di molto importante. E credo che avremo bisogno di bere qualcosa di forte. - Samuel non capiva, ma la assecondò. Michela si avvicinò al mobile, aprì l’anta, prese la bottiglia di Bourbon e ne versò una parte nei bicchieri. Gliene porse uno. Michela mandò giù un abbondante sorso che le procurò ripetuti colpi di tosse.

- Mi sono innamorata di un altro uomo. - gli confessò Michela dopo aver ripreso fiato, alleggerita da un peso che le schiacciava il petto. Samuel tracannò il whiskey in un solo fiato e una smorfia gli si stampò in viso. Soltanto quando il bruciore nel petto diminuì, riuscì a mettere a fuoco le parole della moglie. “Innamorata?” E di chi? Samuel dovette sforzarsi per non perdere il controllo. Samuel si sentiva tutto scombussolato, ma tutto sommato gli aveva agevolato il compito. E doveva essergliene grato! In fondo aveva ottenuto quello che voleva senza alcuna fatica o discussione. Si era risparmiato una scenata inutile che sarebbe scaduta certamente in un patetico litigio. All’improvviso qualcuno suonò alla porta, spazzando via la tensione che si era creata.

- Giulia?! - esclamò Michela sulla porta, sorpresa di vederla dopo tutto quel tempo.

- Sì, sono proprio io. - cinguettò. Nel vederla, Samuel rimase senza parole. Non capiva cosa stava succedendo, quell’improvvisata non faceva parte del piano.

- Perché sei qui? - tuonò Michela guardandola di traverso.

- Tu non cambi mai! Non ti sono mai piaciute le sorprese. E non fare quella faccia! -

Mentre Michela stava ancora cercando di venire a capo dell’insolito comportamento di Giulia, Samuel cercava di capire cosa le passasse per la testa, quale piano diabolico avesse escogitato. Decise di reggerle il gioco.

- Sono venuta per mettere fine al nostro astio e brindare a una nuova amicizia. - Era scesa fra loro una tensione così densa da poter essere tagliata con un coltello, ma quando Giulia consegnò a Michela la bottiglia di vino che aveva portato con sé, la tensione sembrò dissolversi. Michela la guardava perplessa, ma infine decise che forse era davvero arrivato il momento di seppellire l’ascia di guerra e offrire alla loro amicizia una nuova opportunità. Michela versò il vino nei calici e Samuel fu il primo a bere, seguito dalla moglie. Giulia invece, non aveva bevuto nemmeno un sorso del vino. Qualche attimo dopo, Michela fu costretta ad appoggiarsi alla sedia per non cadere.

- Mi... gira... tutto. Non so... Cosa sta succedendo? - Samuel si resse maldestramente al bordo del tavolo, urtò il calice che scivolò sul pavimento frantumandosi in mille pezzi.

- Che cosa vi prende, non vi sentite bene? - Rise Giulia con un ghigno inquietante. Samuel tentò di afferrarla, ma oltre all’equilibrio stava perdendo anche la lucidità. Non ci misero molto a capire che Giulia aveva aggiunto qualcosa nel vino.

- Perché... - chiese con un filo di voce.

- Proprio non lo immagini? - rispose Giulia. - Mi avete tradito entrambi. E ora sto assaporando il dolce gusto della vendetta. -

Samuel afferrò il libro ma gli scivolò dalle mani e gli cadde sul petto, aprendosi sull’ultima pagina dove Giulia aveva giurato a se stessa di vendicarsi per essere stata tradita dalle persone a cui voleva più bene.

Samuel non aveva considerato che il racconto della sua vita si interrompeva bruscamente perché la sua vita terminava lì. Ebbe giusto il tempo di scorgere le ultime cinque parole, né una di più né una di meno.

“Così impari a dire bugie!”



F I N E


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