Stampa questa pagina
Venerdì, 09 Ottobre 2020 16:32

Coronavirus/virologo Crisanti: "Trend preoccupa, abituiamoci a mini lockdown"

Scritto da redenz

"un secondo aumento dei casi, era prevedibile"

"Io penso che nelle prossime settimane i casi di coronavirus Sars-Cov-2 in Italia aumenteranno ancora. Per vedere gli effetti di quello che si fa questa settimana per contrastare Covid ne dovranno passare altre 3 o 4". E' il quadro tracciato dal virologo Andrea Crisanti. "Nell'ultimo decreto varato - dice - ci sono misure di buonsenso. Ma ognuna di queste non è mai efficace al 100 per cento e quindi non si può lasciare tutto il contrasto alle mascherine o al lavarsi le mani. Sono misure che funzionano, ma da sole non bastano".

Una nuova fiammata della pandemia, "un secondo aumento dei casi, era prevedibile", dice l'esperto che dirige il dipartimento di Medicina molecolare dell'università di Padova e il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedale-università di Padova. Si è riavvolto il nastro? Siamo di nuovo come a marzo-aprile? "No, quello che cambia è che il numero dei casi non è lo stesso. Oggi sono 10-20 volte meno di quelli che avevamo realmente in quei mesi. E non si può paragonare l'impatto di 4mila casi con 30-40mila. Se tornassimo ai numeri di marzo avremmo dati più o meno paragonabili anche di morti e ricoveri, l'ordine di grandezza sarebbe più o meno quello. Quindi, facciamo bene ad allertarci sul fronte delle terapie intensive, perché i numeri a questa voce stanno chiaramente aumentando".

"E' una dinamica preoccupante quella che si è innescata" e che sta portando balzi sempre più ravvicinati nel numero dei contagi da coronavirus Sars-CoV-2 rilevati quotidianamente in Italia. "I mini lockdown possono servire tantissimo. Possono essere decisivi per estinguere focolai locali ed evitare che la diffusione del virus si allarghi. Ci dovremo abituare". Spiega all'Adnkronos Salute è Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell'università di Padova e del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedale-università di Padova. Quanto al contagio in Italia, ormai non c'è più distinzione fra Nord e Sud, osserva l'esperto. "Siamo in una situazione diffusa. Il Sud è stato protetto dal lockdown. Semplicemente questo", per Crisanti, "lo ha preservato" nei mesi in cui l'emergenza Covid-19 si abbatteva come uno tsunami soprattutto su alcune regioni del Nord, come ad esempio la Lombardia. "Cosa possiamo fare per arginare il contagio da coronavirus Sars-CoV-2? Penso che a questo punto dire che bisogna aumentare i tamponi sia una cosa astratta. Non c'è la logistica per farlo ora e non ci si è preparati". Troppo tardi. Per Crisanti, "la domanda giusta da porsi ormai è un'altra: cosa si può fare con le forze a nostra disposizione. E ritengo che, a parte quello che predichiamo fin dall'inizio, cioè stare attenti al comportamento individuale e rispettare le misure", i capisaldi anti contagio, "bisognerebbe forse cambiare e unificare la strategia di sorveglianza. Prevenzione e screening devono essere uguali su tutto il territorio nazionale, identificando anche gli strumenti più adatti". Oggi, conclude il direttore del Dipartimento di Medicina molecolare dell'università di Padova e del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell'azienda ospedale-università di Padova, "ci ritroviamo in una situazione in cui non abbiamo preparato al massimo la risorsa più efficace per contrastarlo, quella che servirebbe per fare una sorveglianza attiva, aggressiva ed estesa. Non ce l'abbiamo".

Articoli correlati (da tag)