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Venerdì, 07 Maggio 2021 18:32

Un piano diabolico.

Scritto da Marco Battista

Incontro con il fantastico di Marco Battista

La vendetta di un figlio che ha vissuto il suicidio dei genitori per mano di un industriale senza scrupoli

Mirco è un giovane e attraente ragazzo che vive di espedienti. Sino all’età di otto anni ha vissuto nel benessere, almeno finché il padre, un ricco industriale, si è suicidato dopo il fallimento della sua azienda. La madre non ha retto e poco dopo si è lasciata andare all’inedia e dopo pochi mesi ha raggiunto il marito. Rimasto da solo è stato affidato a un istituto finché ha compiuto diciotto anni e ora finalmente riassapora la libertà. Adesso vive in un appartamento con altri amici, con cui divide tutto. Ed è proprio a casa che sta tornando.

- Questo bus non passa mai... - si lamenta fra sé. Se mi fossi avviato a piedi, sarei già quasi a casa. -

Una macchina di grossa cilindrata si ferma poco distante. Da quella auto scende un uomo. Mirco se lo ricorda bene. È lui la causa di tutto ciò che è capitato alla sua famiglia. Era l’ex socio del padre.

- Non... non posso crederci. È lui! -

Si chiama Milo Lorenzi, un imprenditore senza scrupoli arricchitosi truffando altri imprenditori. Così fece con suo padre riducendolo sul lastrico.

In preda a una rabbia cieca afferra una bottiglia rotta da terra e si reca verso Milo, deciso a conficcargliela in gola. È ormai a pochi passi, quando dall’auto scende anche una bellissima ragazza. È la figlia dell’uomo. Basta quell’attimo di stupore per fargli riprendere la lucidità. Rimane imbambolato a guardarli senza sapere che cosa fare.

- Papà, perché ci siamo fermati qui? -

- Avevi espresso il desiderio di volere una nuova trousse per il trucco, dal momento che la tua si è persa durante il trasloco, no? Prendi la trousse più bella e accessoriata del negozio. -

- Papà, so bene dove vuoi andare a parare. Ma non sarà con un costoso regalo che mi dimenticherò che abbiamo cambiato casa per l’ennesima volta. -

- Tesoro, non puoi arrabbiarti con me ogni volta che ci tocca cambiare regione. È il mio lavoro, lo sai. E ancora non me la sento di mandarti a vivere da sola. -

- Ma dentro le mura di cinta della tua proprietà... -

- Ma per questo motivo ho preso quella bella casa a Monterapino. La dependance è tutta tua, è come se vivessi per conto tuo. -

Sentendo parlare padre e figlia, capisce che si sono trasferiti da poco.

- Bene, adesso che so dove abiti, ti stanerò come una preda, maledetto bastardo. -

Mirco è tornato a casa e ad aspettarlo ci sono i suoi amici Andrea e Marzia seduti sul divano, mentre Andrea è in piedi di fronte a lui e lo sta ammonendo.

- Dico, ti ha dato di volta il cervello? Uccidilo, e passerai il resto dei tuoi giorni in carcere a pentirti dell’idiozia che hai fatto. -

- Magari mi va bene e non mi prendono. -

- Se proprio vuoi punirlo, devi giocare sul suo stesso campo. -

- Non ti seguo. - dice Mirco.

- Possibile?! Sei una ragazzo così sveglio, ma alle volte sei di un’ingenuità disarmante. Intende il campo della finanza. - interviene Marzia.

- Non vedo in quale modo possa... - Andrea lo interrompe.

- Chiudi il becco e ascolta. Io mi sono laureato in economia, e, modestia a parte, con il massimo dei voti. -

- Senza modestia, ma non perdi l’occasione per ricordarlo. - lo punzecchia Marzia.

- Molto spiritosa. Comunque dicevo che se tu riuscissi a entrare in contatto con quell’uomo, ovviamente sotto falsa identità, potrò darti delle dritte su come su come riuscire a mandarlo sul lastrico. -

- Ammesso e non concesso che il tuo piano folle possa funzionare, come ci entro in contatto con quello squalo? Dico, mi hai visto? L’abito più bello che ho, è la tuta per andare a correre. -

- Ed è qui che entra in scena Marzia, la nostra amica che lavora come sarta in una piccola casa di moda. -

- Sì, potrei procurarmi dei vestiti dal magazzino della ditta. Sono scarti, ma che non hanno nulla da invidiare a quelli che compri negli atelier. -

- Bene, abbiamo il pretesto e il vestiario. Ora la parte più difficile del piano è trovare il modo per avvicinare Milo Lorenzi. - conclude Mirco.

- Semplice... - continua Marzia, seguita dallo sguardo attento di Andrea. - passerai dalla porta di servizio. -

- Ovvero? - Mirco fatica a capire.

- Sveglia, ragazzo. Intende dire la figlia. Sei pieno di difetti, ma hai un pregio che non ti si può negare: come abbordi tu le ragazze, ce ne sono pochi. -

- Vorreste consigliarmi di... -

- Fare breccia nel cuore della ragazza, poi, una volta che ha perso la testa per te, ti farai aprire i cancelli che portano a quel verme di suo padre. -

Dopo aver preso informazioni su dove abita l’imprenditore, per giorni Mirco ne studia i movimenti. Scopre che la figlia ogni giorno, dopo l’università, si reca in una caffetteria del centro per leggere un libro e prendere una bevanda rinfrescante. Sarà lì che comincerà la recita.

Forza Mirco, si entra in scena.

Infatti, un pomeriggio entra nel locale vestito di tutto punto e, fingendosi un forestiero, si avvicina alla ragazza.

- Chiedo scusa, sapresti dirmi come arrivare alla galleria d’arte moderna? -

- Dici a me? - Lui la interrompe mentre le è impegnata a leggere il libro, comodamente seduta a una poltrona.

- Sì. Perdonami per averti disturbato mentre fai colazione, ma ho notato i tuoi libri d’arte e ho pensato che da appassionata in materia, avresti potuto aiutarmi. -

- Sì, amo l’arte, ma mi sono trasferita a Roma da una settimana, e non conosco ancora bene la città. Anche se mi sono ripromessa di visitare tutti i musei. -

- Dal momento che ti trovi nell’ombelico dell’arte e della storia, immagino che per mantenere fede alla tua promessa, avrai bisogno di parecchio tempo a disposizione. Ma ora è meglio che vada. -

Prima di congedarsi Mirco finge di accorgersi del saggio sulle opere d’arte greche che lei sta consultando, e attacca bottone usando l’argomento. Alla fine si siede e cominciano a parlare.

- Mi chiamo Sava. Ovviamente frequento la facoltà delle belle arti, e sono in procinto di scrivere la tesi per potermi finalmente laureare. Soltanto che... -

- Che? -

- Be’, a causa del lavoro di mio padre, dobbiamo trasferirci in continuazione. Ci spostiamo di città in città, ma spero vivamente che questa sia definitiva. Amo Roma. -

Certo che siete costretti a muovervi continuamente, tuo padre, quel maledetto, si ferma in un posto giusto il tempo di truffare più gente possibile, e dopo deve fuggire come un ladro.

- Di te non mi dici nulla? -

- Mirco, neolaureato in economia con master management e come tutti i neolaureati del paese, sono disoccupato, al momento. Sto cercando lavoro in qualche azienda che valorizzi le mie capacità, ma la vedo più dura di quanto pensassi. -

Discutono a lungo con la promessa di rivedersi. A casa il ragazzo è soddisfatto e racconta tutto agli amici. Questi sono convinti che forse il piano folle possa funzionare.

- A questo punto, amico mio, l’importante è non mollare la “preda”. Ce l’hai nel mirino, e devi solo pazientare prima di colpire nel segno. - lo incoraggia Andrea.

- D’accordo, ora bisogna cercare di modificare il tuo abbigliamento. Farò in modo che non sia sempre lo stesso. - aggiunge Marzia.

- Sei tu la maga. - afferma Mirco.

Passano i giorni, Mirco e Sava si rivedono sovente. Ne approfittano per visitare musei e mostre. La giovane sembra molto colpita dal ragazzo.

- Giornata fantastica e proficua dal punto di vista culturale. Spieghi le cose in modo esemplare. -

- Il fatto è che amo moltissimo l’arte, quindi... -

Anzi, comincia a sentirsi attratta, e il cuore che le batte come un tamburo nel petto ogni volta che si vedono. E senza lasciarla terminare, Mirco la bacia. Dopo qualche settimana, i due ormai si frequentano in modo assiduo. Però Mirco dimostra un certo malcontento.

- Senti, se sono io la causa del tuo malumore, guarda che... - dice lei preoccupata.

- Non dire sciocchezze. Gli unici momenti in cui non prendono il sopravvento le preoccupazioni e l’ansia, è proprio quando siamo insieme. -

- E allora, cosa... -

- Be’, tanto vale che scopra le carte in tavola. Sono preoccupato per la mia condizione economica. Comincia a essere precaria. Non ho ancora trovato un lavoro decente e... Per la verità, l’unica offerta che ho ricevuto, è arrivata dall’estero. Quindi sto valutando il da farsi. -

- Significa che nel caso dovrai trasferirti? -

- Le prospettive non sono molte. O accetto, oppure dovrò cercami un lavoro qualsiasi per potermi permettere di pagare l’affitto. E dire che ho studiato anni per raggiungere il mio sogno. -

Sava, preoccupata e con gli occhi lucidi, ammettere di essersi innamorata.

- Sì, ti amo. Continuare a fingere che sia solo una cotta da adolescenti, vuol dire prendere in giro te e me stessa. E per una volta che non sono io a dovermene andare, è costretto a farlo il ragazzo che amo. Il destino è veramente sarcastico, alle volte. -

- Devo ammettere che sono stupito perché non credevo ricambiassi i miei sentimenti. -

- Allora lasciami fare un tentativo. Chiederò a mio padre se riesce a inserirti nella sua ditta. Ha sempre bisogno di persone in gamba. -

Il ragazzo non crede alle sue orecchie: finalmente può vedere l’uomo per cui i suoi genitori non ci sono più. Accetta.

A casa i tre amici festeggiano.

Il piano sta funzionando alla perfezione. Adesso però Mirco si sente un po’ in colpa nei confronti di Sava. Lei è realmente innamorata, non finge come sta facendo lui.

- Ascolta, non è che per caso, anche tu ricambi lo stesso sentimento? - gli chiede Marzia.

- Non c’è tempo per parlare di questo, mi devo preparare per il colloquio. -

- Sì. - afferma Andrea. - Ma guardiamo in faccia la realtà: non potrei mai insegnarti in cinque giorni, cinque anni di facoltà in economia. -

- Quindi? -

- Allora useremo un trucco vecchio come il mondo. -

- Questo è un auricolare non potrai nasconderlo nell’orecchio come un film di James Bond, ma molti manager lo indossano abitualmente. Quindi non dovrebbe destare sospetti. Dall’altro capo della linea ci sarò io. Ascolterò tutto e ti suggerirò le risposte da dare. Un escamotage forse un po’ pericoloso, ma che potrebbe funzionare. -

Il giorno seguente Mirco è al cospetto dell’industriale. Un uomo duro, risoluto, dai modi spicci e poco amichevoli.

- Vediamo di essere chiari, ragazzo. - La sua scrivania è ordinata. L’uomo, sulla cinquantina, indossa una giacca grigia e una camicia senza cravatta. Capelli brizzolati e occhi scrutatori. - Il fatto che tu sia stato caldamente consigliato da mia figlia, non significa che godrai di favoritismi. Non sono diventato un magnate della finanza grazie alle raccomandazioni. -

Mirco sente una forte rabbia e vorrebbe saltargli addosso e fargliela pagare per tutto il male che la sua famiglia ha ricevuto. Ma l’amico che al telefono gli dice stare tranquillo e di aspettare.

Non perdere la testa. Respira profondamente, riprendi lucidità, e rispondi alle domande che ti farà senza far trapelare le tue emozioni. Sei lì per tentare di incastrare quel verme, non per farti una vendetta personale.

Mirco si calma, l’uomo tempesta di domande il giovane. Domande di economia aziendale, che grazie ai suggerimenti dell’amico, Mirco risponde con grande competenza.

- Devo ammetterlo, - l’industriale si alza e fa il giro della scrivania. - mi hai piacevolmente stupito, e non sono in molti a riuscirci. Dimostri capacità sopra la media e preparazione in campo economico encomiabile. - si stringono la mano. - Penso che potrai cominciare a fare un periodo di prova, poi, se sarai all’altezza delle aspettative, potrai salire a bordo. -

- La ringrazio, non sa quanto significhi per me. -

Esce dalla ditta soddisfatto. Il piano sta andando secondo programma. Fuori ad attenderlo c’è Sava. Si abbracciano felici.

- Ero certa che ce l’avresti fatta. -

- E tu, come fai a saperlo? -

- È mio padre, dimentichi? Appena sei uscito dal suo ufficio, mi ha chiamata per dirmi che ci avevo visto lungo, e che ero la degna figlia di un cotanto genitore. Però le sorprese non finiscono qui. -

- Più di un’assunzione in una mega azienda e trovare ad aspettarti la donna che ami, cosa può esserci di meglio? -

I due si ritrovano nel bar in cui si sono conosciuti. È chiuso per il giorno di riposo, il tavolino è apparecchiato a lume di candela. Lei conosce il proprietario e le ha fatto quel favore.

- Ecco dove ceneremo. - gli indica Marzia, tutta soddisfatta.

- È stupendo. - balbetta Mirco.

Finita la cena i due si baciano appassionatamente. Ormai anche Mirco sente di amarla, ma quando lei gli accenna di voler fare l’amore, lui si blocca.

- No, aspetta. Io... Avrei una gran voglia di fare l’amore con te, ma... Non oggi... -

Non se la sente. Sa che la sta raggirando, e non vuole andare oltre. Sarebbe troppo crudele farle anche questo.

- Un uomo che vuole aspettare?! Sei sicuro di esistere veramente, o sei solo un sogno? -

Trova una scusa e passano il resto della giornata a farsi le coccole.

Diverse settimane dopo Mirco lavora a stretto contatto con il padre di Sava. Il ragazzo dimostra di avere una dote spiccata in questo campo, e l’uomo cerca di sfruttarla al meglio. Inconsapevole che dietro c’è sempre l’amico del giovane a suggerirgli tutto.

- Mirco, questo è il signor Giacomini. - i due uomini sono seduti quando il ragazzo entra. - Ha una ditta di medie dimensioni che vorrebbe fondere alla nostra. È una trattativa da diversi milioni di euro e naturalmente vorrebbe garanzie prima di accettare condizioni. Ragion per cui, sarà compito tuo illustrargli i vantaggi che avranno lui e la sua attività, compiendo una manovra economica di questa portata. -

- Sarò lieto di farlo, signore. -

Una volta rimasti soli, Lorenzi parla chiaramente a Mirco.

- Bravissimo ragazzo. Sapresti vendere ghiaccio agli esquimesi, tu. Continua così, e avrai una carriera fuori da ogni rosea previsione, qui dentro. -

- Grazie, sto tentando di fare del mio meglio. -

- Adesso sarà bene che tu sappia a quale gioco stiamo giocando, altrimenti rischiamo di fare confusione. L’uomo che ha appena lasciato questo ufficio, fonderà la sua azienda con un ramo della nostra cui fa capo un prestanome, che a breve chiederà fallimento. -

- Ma così perderà l’intero patrimonio investito. -

- Sì, questo lo capirebbe anche un bambino. In pratica incasseremo milioni di euro senza aver investito un centesimo e ne usciremo puliti come appena usciti dal confessionale di una parrocchia. -

Il ragazzo sembra perplesso, imbarazzato.

- Se ti stai facendo venire sensi di colpa, allora togliteli pure dalla testa. È la sua ingordigia che l’ha spinto da noi. E se giochi bene le tue carte, e porti a casa l’affare, ti accaparri una buona fetta di provvigioni. -

- Sono parecchi soldi. -

- Più di quelli che tu possa mai aver immaginato. E questo è solo l’inizio. -

Mirco si sente schifato. È lo stesso trucco che ha rovinato suo padre, ma si finge contento e soddisfatto e alla fine accetta.

A casa i tre amici sono increduli. In breve tempo sono arrivati al loro obiettivo. Ora che il pesce è nella rete, devono solo avere la pazienza di tirare su al momento opportuno.

- Bene, è adesso che bisogno giocarsi bene le carte, senza essere scoperti. - dice Andrea. - E prima di ogni cosa, bisogna saper aspettare il momento giusto. Tu dovrai fingerti in combutta con Lorenzi, ma, al momento in cui quel povero industriale starà per firmare il contratto, gli rivelerai la truffa. -

- Esatto. Così avrà in mano tutti i documenti per denunciarlo e incastrare il truffatore. - sentenzia Mirco. Dalla cucina esce Marzia con una bottiglia in mano.

- Siccome si può dire che siamo quasi alla conclusione di questa faccenda, che mai avremmo pensato di riuscire a portare a termine, mi sono presa il disturbo di comprare una bottiglia di spumante per festeggiare. -

I tre brindano alla riuscita del piano, ma qualcuno suona alla porta. Vanno ad aprire, e si ritrovano davanti Sava, in lacrime.

- E tu cosa ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi? -

- Mi credevi stupida, forse, ma non lo sono. Ti ho seguito di nascosto. Ultimamente nutrivo qualche dubbio sulla tua vera identità. E il campanello d’allarme mi è venuto osservando i tuoi abiti. -

- I miei abiti?! - ripete confuso Mirco.

- La sera che cenammo al bar, ti cadde un foglietto dalla tasca. Era la ricevuta di una sartoria dove noleggiano gli abiti. - esclama Sava arrabbiata e tradita.

- Avrei fatto meglio a controllare tutte le tasche, prima di darti i vestiti. - si rimprovera Marzia.

- Non fartene un problema. - aggiunge stizzita Sava. - È stata una causalità. Poteva aver noleggiato il completo per far colpo su mio padre. Ma mi sono voluta togliere lo sfizio: ho chiamato la sartoria in questione fingendo di voler noleggiare un abito da sera e mi hanno risposto che quel servizio è riservato esclusivamente alle compagnie teatrali e di moda. Non ai privati. -

- Degna di una investigatrice privata. - aggiunge Marzia.

- Non sei chi mi hai detto di essere. Non so perché lo hai fatto, ma mi hai ingannata dal principio. - Mirco si sente morire dentro, tenta di spiegarle, ma la ragazza scappa via piangendo. Mirco si accinge a rincorrerla, ma l’amica lo ferma.

- No, non puoi più fare nulla, ormai. Ci ha scoperti. Adesso andrà a raccontare tutto a suo padre, e la nostra messinscena crollerà come un castello di sabbia. - sospira Marzia.

- Non m’importa. Ora ho capito che amo veramente quella ragazza, e non intendo perderla. -

Incredibilmente la sera Mirco riceve un messaggio sul cellulare. È Sava. Si dice distrutta da quell’inganno, ma non deve preoccuparsi, non ha detto nulla al genitore. Suo padre è così fiero di lui, da parlarne sempre.

- ...Ti reputa un bravo economista che gli farà guadagnare un sacco di soldi. Perciò, non mi intrometterò con il tuo lavoro. Addio, Mirco. -

Il ragazzo si sente morire. Sta per confessarle ogni cosa, però poi gli viene in mente cos’ha fatto Lorenzi alla sua famiglia, e allora desiste.

Devo andare fino in fondo, oppure la morte dei miei genitori sarà stata vana.

Giunge il giorno dell’incontro con il piccolo industriale. Sono nell’ufficio di Lorenzi. Mirco è sempre collegato telefonicamente con l’amico. Le trattative sembrano procedere bene, e finalmente si arriva al momento della firma del contratto. Il ragazzo porge la documentazione all’uomo, ma spiega a quest’ultimo la truffa di cui stava per rimanere vittima.

- Corra dai Carabinieri. - improvvisamente la porta si apre e fa il suo ingresso Lorenzi.

- Che colpo di scena degno di un Sherlock Holmes. Il giovane assistente che cerca di incastrare il potente e cattivo capo. Pensavi sul serio che mi avresti fregato in questo modo così ridicolo? Lui non è un industriale, ma la mia guardia del corpo. Tu hai messo in piedi la tua recita per incastrare me, e io la mia. Ha vinto il più forte. Prima di assumerti ho preso tutte le informazioni possibili e immaginabili sul tuo conto, e spunta che sei il figlio di quel fesso che dopo essere stato gabbato, si è suicidato portandosi dietro anche la moglie. Uno smidollato. -

Il ragazzo sente salire una rabbia incontenibile e gli si avventa contro, ma la guardia del corpo lo blocca con mestiere.

- Ora sei un guai seri. Certo, non posso farti sparire come vorrei. Sono un truffatore, non un assassino. Ma ho fatto mettere della droga nella tua auto, e al momento la polizia la sta perquisendo. Grazie alle mie conoscenze altolocate, ti ci vorranno un bel po’ di anni prima di rivedere la luce del sole. Ma se vuoi evitare il carcere, puoi sempre suicidarti come ha fatto tuo padre. -

Il ragazzo è confuso. Apre la porta per fuggire, ma si trova davanti un agente della polizia.

- Bene, siete già qui. Siete arrivati appena in tempo, stava per darsela a gambe. -

Mirco congiunge le mai rassegnato per farsi arrestare, ma l’agente avvisa Lorenzi che è in arresto per truffa aggravata e le altre decine di reati che gli verranno contestati.

- Lei è in arresto, Milo Lorenzi. -

- Ma cosa...? -

Sia il ragazzo sia Lorenzi non capiscono, mentre quest’ultimo viene ammanettato. Spunta Sava in compagnia dei due amici di Mirco. Mentre portano via il padre, che lei guarda con disprezzo, spiega al ragazzo cos’è accaduto.

- Ero tornata a casa tua per avere spiegazioni del perché mi avessi ingannata. I tuoi amici mi hanno spiegato tutto, e nel frattempo tu eri collegato telefonicamente con loro. Ho sentito tutto quanto, chi era veramente mio padre. Siamo corsi qui, e abbiamo trovato la polizia che rovistava nella tua auto. Ho spiegato loro tutta la storia, ed eccoci qui. -

- Hai fatto arrestare tuo padre per me. -

- Non solo per te, ma per tutte le persone che sono state ingannate da lui e che come i tuoi genitori ci hanno rimesso la vita. Ora sono l’unica erede di questo impero fondato sulla disperazione altrui, e grazie al vostro aiuto, potrò rimettere ogni cosa al suo posto. -

Una rivelazione che suggella un patto e un grande amore.

- Puoi giurarci, amore. -


F I N E

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