Il bosco cambia abito, perde le foglie che, nei vari colori, volteggiando, danzando, si posano sul terreno, lo copre e forma un soffice tappeto. Spesso sei abbagliato da questi colori, specialmente dal giallo accecante. La flora ha terminato il suo ciclo vitale e la fauna sta pensando a fare rifornimento per l’inverno. C’è tristezza, ma l’occhio non vuole staccarsi da questi colori. Insieme ad un amico, abbiamo scelto di andare a visitare un castello, immerso nella natura, attraversando un fitto bosco… il Castello Cantelmo, nella montagna del Morrone, la Montagna "Sacra" del Parco Nazionale della Maiella, che domina Popoli Pe. Sacra perché l’eremita Pietro da Morrone, divenuto papa col nome di Celestino V, vi trovò rifugio e qui costruì (o ristrutturò) straordinari eremi.
Il Castello Cantelmo era una fortezza difensiva, costruito tra il 970 d.C. e il 1016 d.C. dal vescovo di Valva e rappresenta uno dei primi castelli nella Valle Peligna.
Dal 1269 d.C. e per circa due secoli, fu residenza di una famiglia di guerrieri feudatari, I Cantelmo, per volere di Carlo I d'Angió. Successivamente si trasferirono nel Palazzo Ducale di Popoli. La struttura di questa fortezza è del tipo “castello a recinto”, a pianta triangolare, con tre torri che ne chiudono i vertici. La torre più alta del triangolo, con basamento pentagonale, era la torre d'avvistamento, mentre più in basso si trovano una torre a pianta quadrata e un torrione cilindrico, costruiti successivamente. Il torrione cilindrico, in particolare è rinascimentale, fatto costruire dal conte Restaino IV Cantelmo.
Il castello fu edificato su un terreno molto ripido che ne rese difficile la costruzione. In compenso ebbe un’importanza strategica e bellica fondamentale.
Il castello fu ristrutturato dopo il terremoto del 1456.
Era nostra intenzione fare l’anello. Si parcheggia in uno spiazzo ben visibile, (254 m), della strada statale 5 - Tiburtina Valeria.
C’è un tabellone e un segnale verticale, con i colori Bianco Rosso e Sentiero - S1. Si sale dolcemente seguendo una larga carrareccia, con terreno ben curato, che attraversa un bosco.
La segnaletica è frequente e si arriva ad un bivio, con il sentiero S2. E’ il punto più alto (550 m). Ora si scende al CASTELLO (450 M). C’è un’area da pic nic, dove volentieri ci siamo riposati. Il panorama è immenso, sia sulla Conca Peligna, che il Gran Sasso.
Dopo aver fatto tante foto da tutte le angolazioni e, aver apprezzato e ammirato il castello, per l’anello bisognava continuare sul sentiero S 1, molto ripido, ma breve, con dislivello di 150 metri. che arriva a Piazza della Libertà di Popoli. Ma ci incuriosiva trovare il sentiero che veniva usato dai castellani per i rifornimenti, che doveva salire comodamente da Popoli, per raggiungere il castello.
Purtroppo abbiamo dovuto rinunciare, i rovi, i rami, una forra, ci hanno impedito di avanzare. Mai proverbio più saggio… Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova.
Torniamo indietro, facciamo la salita che raggiunge la sella, e poi la larga carrareccia defatigante. Abbiamo camminato su un morbido tappeto di foglie multicolori, ascoltando il rumore caratteristico e intonato, come uno strumento musicale, composto dai nostri passi, che ci ha rilassati. Era quasi il tramonto, e un’altra sensazione… la terra che sprigionava i suoi aromi. Un percorso dove è presente: storia - cultura – tradizione – natura – musica – il silenzio, dove puoi ascoltarlo e godere… il rumore del silenzio.
DISTANZA 15 KM DISLIVELLO 550 M S/D TEMPO 4 ORE senza soste DIFFICOLTA’ E