Il toponimo può avere questa spiegazione: “LAMA” perché la zona è rocciosa, scoscesa dove si incontrano diverse RAVE, (canaloni), e “BIANCA” perché è il colore della pietra della Maiella. La Riserva si raggiunge percorrendo la SR487 verso Passo San Leonardo. Superato l’incrocio per il bellissimo borgo abbandonato di Roccacaramanico (1050 m), frazione del comune di Sant’Eufemia a Maiella PE, (da “paese fantasma”, grazie a persone che hanno acquistato e recuperato abitazioni in rovina per utilizzarle come seconde case partecipando al suo sviluppo), dopo 2.5 KM c’è un bivio sulla sinistra, con l’indicazione Riserva naturale Lama Bianca, Rava del Ferro. La strada è quasi impercorribile, fra poco si dovrà scegliere obbligatoriamente di farla a piedi. Parcheggiata la vettura in un ampio spazio libero (1245 m), si prende l’indicazione di Fonte Grotta Zappano e fonte della Chiesa, sentiero B4. Io e mia figlia Veronica, abbiamo fatto un percorso ad anello, su un tracciato di una strada carrabile, che per un tratto è percorribile anche dai portatori di disabilità. (L’Abruzzo penso che sia uno dei pochi luoghi dove sul finire degli anni ottanta, sono stati realizzati i primi sentieri accessibili ai diversamente abili o meglio ai portatori di disabilità. Questi percorsi sono comodi ed adatti a questa categoria di persone, con le carrozzelle, con il bastone e per i non vedenti). Dopo pochi minuti, si incontra una piccola cascata, ancora con tanta acqua perché in quota c’è ancora neve che si sta’ sciogliendo. Proseguiamo su una salita non molto difficoltosa, ma lunga. L’escursione si svolge per la maggior parte nel bosco, ben curato, ogni tanto c’è un terrazzo per riposarsi e guardare il panorama. Arriviamo in circa un’ora, ai pascoli della radura Addiaccio… (prato o campo recintato dove i pastori tengono di notte il gregge), della Chiesa, (1550 m), con tanti terrazzamenti ed ancora usata come pascolo per l’abbondanza di acqua ed erba. Il panorama è immenso e l’occhio si appassiona osservando il Morrone, le Montagne del Parco, il Gran Sasso, il Sirente, il Mare. Ben visibile è Roccacaramanico. Ho scelto di andare avanti e salire, per evitare di incontrare persone e per godere il silenzio, ma specialmente per ammirare la grandiosità è ripidità delle RAVE, DURE ED IMPEGNATIVE. Ci troviamo in mezzo a tre importanti e ripide Rave che raggiungono il Monte Amaro (2793 m).
La Rava della Vespa (1600m), la Rava del Ferro dove termina la strada di Lama Bianca (1550 m) ed a destra, LA RAVA DELLA GIUMENTA BIANCA. In aggiunta abbiamo trovato molti fiori, UNA BELLEZZA RILASSANTE! Un incanto, un abbaglio di colori con profumi inebrianti. (orchidea – margherita – croco – genzianella – viola gialla – viola – non ti scordar di me, con i colori rosso – blu – bianco – celeste – giallo – viola – rosso). Quasi un ambiente spirituale. Continuiamo l’escursione verso Fonte della Chiesa (1500 m) con annesso rifugio. Esce poca acqua ma fresca, sufficiente ad accompagnare il panino consumato nel rifugio, che è ancora quasi sommerso da una valanga, staccatasi dalla Rava della Vespa. Qualche difficoltà ad entrarci, l’interno è attrezzato con camino, letto, tavolo e cibi per le prime necessità. Il caldo sta’ sciogliendo la neve che ha fatto posto al prato e si notano i crochi (zafferano selvatico) che armoniosamente dipingono un quadro con il verde dell’erba. Per raggiungere la strada che porta alla Rava del Ferro (1490 m), la discesa è ripida, ma arrivati alla Rava, serve un altro momento di contemplazione doverosa. Mi fermo all’inizio della salita e, con la testa alzata, mi rendo conto quanto è faticoso farla. Bisogna tornare indietro e seguiamo la strada, defatigante fermandoci continuamente per vedere nuovamente i panorami. Abbiamo raggiunto la vettura completando l’anello di NOVE chilometri, con un dislivello di +/- 400 m, con difficoltà E (escursionismo), in tre ore e mezzo senza le soste.