Venerdì, 25 Dicembre 2020 15:31

Condannata ad amarti. Quinta e ultima parte

Scritto da Marco Battista
di Marco Battista
È quasi ora di pranzo quando Riccardo rientra inaspettatamente a casa. Questa volta è certo di sorprendere sua moglie con l’amica in atteggiamenti equivoci, ma ad accoglierlo è soltanto il silenzio di una casa vuota e buia.
Per un attimo prende in considerazione l’ipotesi che possa aver sbagliato a dubitare di lei, ma proprio quando si sta convincendo della sua buona fede nota che la porta della camera è chiusa. Strano, perché Livia è claustrofobica e ha bisogno di vedere tutte le porte aperte. Si avvicina e sente la voce della moglie. Pensa che stia parlando al telefono, ma quando apre la porta scopre sua moglie a letto con Marilù che parlano fitto fitto.
- Che state facendo? – Livia sussulta, mentre Marilù, imbarazzata, si copre col lenzuolo. 
- E tu che ci fai qui? –
- Ti ho fatto una domanda. – 
- Non stiamo facendo niente, ci stiamo riposando. - balbetta la moglie. - Ora esci per favore, così Marilù può rivestirsi. - Riccardo fa ciò che la moglie gli chiede, ma un pensiero gli suggerisce che forse ha tenuto gli occhi chiusi per troppo tempo. Il pensiero che sua moglie possa tradirlo con la moglie del suo collega non lo abbandona un solo istante. Livia è riuscita a scamparla, ma essere stata sul punto di essere scoperta la mette in agitazione, e da quel giorno Riccardo diventa molto sospettoso. Livia sa che deve affrontarlo, restarsene in silenzio significherebbe soltanto confermare i suoi sospetti. Trascorrono il resto della giornata senza scambiarsi una parola, fino all’ora di cena.
- Non mangi? - gli chiede Livia. - Guarda che si fredda tutto. - 
- Mi è passato l’appetito. - Riccardo si alza scuro in volto. - Volevo farti una sorpresa, invece la sorpresa l’hai fatta tu a me. - 
Livia si ammansisce.
- Sei uno sciocco, lo sai quanto mi pesa restare a casa da sola. Ma lo sai che Marilù ha studiato psicologia? Ha detto che mi può aiutare, anzi, da quando la frequento mi sento già meglio. - 
- Sì, lo so. Alessio me l’ha detto -
- Cosa?! Tu lo sapevi e non mi hai detto nulla... Ma ora non pensiamo più a lei. Se mi avessi avvisato che tornavi per pranzo, non l’avrei certo invitata. – 
La discussione finisce così, ma ora Riccardo dubita anche di Marilù, e ne parla con Alessio che invece getta acqua sul fuoco.
- Ma cosa vai a pensare, mia moglie sa di cosa ha bisogno Livia, è una donna anche lei. E poi sei stato proprio tu di chiedermi di fare in modo che si frequentassero, quando hai saputo che è ha studiato psicologia. -
- Non so più cosa pensare. Forse hai ragione tu, forse ho visto la malizia dove non c’è. –
Il momento di andare a cena è arrivato. Alessio è alla guida e Riccardo gli è seduto accanto. 
- Dove andiamo stasera? - chiede Marilù seduta dietro con Livia.
- Stasera siete nostri ospiti, - risponde Riccardo rimanendo sul vago - rilassatevi e cercate di godervi la serata. - 
Riccardo infila la chiave nel quadro e parte. La macchina è avvolta nel buio. Una accanto all’altra le due amiche si guardano, Marilù allunga una mano e le solleva di poco la gonna. Quel gioco intrigante impiega poco ad andare fuori controllo.
- Non dovremmo fare certe cose, non qui... – la rimprovera sottovoce Livia con la paura e la voglia.
Quello che stanno facendo è da pazzi, ma Marilù sembra divertita e continua il suo gioco pericoloso.
E con i loro mariti seduti davanti tutto diventa dannatamente più eccitante. Il movimento dell’auto accompagna la mano di Marilù sempre più curiosa. Livia si accoccola sulla sua spalla, cullata dal profumo di lei e dal ticchettio della pioggia che ha iniziato a cadere, solleva di poco il bacino e schiude le cosce. Sente le sue dita infilarsi sotto le mutandine, la tensione sale, chiude gli occhi, soffoca un gemito, infine cede, si arrende, sente i muscoli contrarsi, il respiro accelera ma improvvisamente l’auto rallenta, svolta a un incrocio, si ferma. 
- Siamo arrivati. - sospira Riccardo voltandosi verso la moglie che è costretta a torturarsi il labbro.
- Siamo arrivati... dove... - piagnucola Livia tentando di riemergere dall’oblio nel quale è sprofondata. 
- Come dove, al ristorante?! - Poco dopo si ritrovano tutti intorno al tavolo e mentre decidono cosa ordinare, Livia si accorge che Marilù la sta letteralmente mangiando con gli occhi. In quell’attimo il cellulare di Livia emette due brevi suoni, e proprio mentre sta scrivendo la risposta, a Riccardo cade lo sguardo sul cellulare e non può evitare di leggere: “Finisci quello che hai cominciato in macchina.” Improvvisamente Livia si alza per andare a rinfrescarsi, passa accanto al marito e lui la guarda con un’espressione perplessa. Riccardo è confuso, ma anche deciso a capire cosa diavolo sta accadendo. Marilù sta per alzarsi e seguirla, ma lui la anticipa e appena si ritrovano soli in bagno la inchioda alla parete e la obbliga a dire la verità. Livia farfuglia di aver mandato il messaggio alla persona sbagliata, Marilù è fra i suoi contatti preferiti ma il messaggio era indirizzato a lui. 
- Non so se crederti. - 
Livia sente di non poter sostenere ancora a lungo la parte della brava moglie e sta per confessare tutto, ma poi si lancia fra le sue braccia e lo bacia con ardore, gli sfila la giacca e gli guida le mani sotto la gonna. Deve essere impazzita, ma ancora una volta è il sesso a risolvere tutto. 
- Ho visto come mi guardavi quando ci hai sorprese abbracciate. Mi volevi, non negarlo... - sospira Livia eccitata. Riccardo si lascia travolgere da quella trasgressione che scatena in lui una passione incontrollabile. Il pericolo sembra rientrato e trascorrono il resto della serata ridendo e raccontando aneddoti divertenti, ma una volta a casa i sospetti tornano a impadronirsi di Riccardo, che quella notte non riesce a chiudere occhio.
 
Lunedì.
 
È il dieci ottobre, il giorno del compleanno di Livia e Marilù ne approfitta per invitarla a casa sua e trascorrere qualche ora insieme, ma l’amica è stranamente silenziosa. 
- Ma insomma, si può sapere cos’hai? Non hai detto una parola. -
Livia sospira e si torce le mani.
- Sto pensando di lasciare Riccardo. -
- Ma sei impazzita. E perché? -
- Come perché?! Mi sono ripetuta fino alla nausea che non poteva funzionare con te, ma è stato come innamorarsi per la prima volta. Ho fatto di tutto per essere una brava moglie, ma non è servito a nulla. - 
- Ma cosa ci trovi in me? - 
- Dovresti chiederlo al mio cuore... Io ti amo, Marilù. Penso sempre a te, vivo in base a te. Sono gelosa della tua vita senza me, e odio la tua vita con lui. Pensavo che il mio matrimonio fosse appagante, che mi bastasse quello che avevo per essere serena, ma poi sei apparsa tu ed è crollato tutto. Mi è bastato un attimo per capire che la mia vita con Riccardo è stata tutta un’illusione. - 
Qualche sera dopo, approfittando di un corso di aggiornamento fuori città a cui i loro mariti sono chiamati a partecipare, Livia e Marilù trascorrono i successivi due giorni insieme. Quella notte fanno l’amore fino a quando, sfinite, non si rilassano abbracciate. Prima di addormentarsi Marilù le confessa di non sapere più cosa fare della sua vita. Livia le regala un sorriso un po’ tirato e si addormenta con quelle parole che le risuonano nella testa.  
Il mattino dopo Livia si sveglia con il brontolio dei nuvoloni ammassati e carichi di pioggia, si stira fra le lenzuola e allunga una mano, ma il posto accanto a lei è vuoto. Si alza di scatto e Marilù non è al suo fianco, al suo posto c’è solo un biglietto: Ho lasciato Alessio, prendo il treno e vado via, da sola. È giusto così. Io non sono come le donne normali, sono uno spirito libero. È dura amarmi, ma sono vera, autentica, per questo resto sola. Amo la terra, il cielo, amo camminare a piedi nudi, affondare le dita nella carne. Amo bruciare di passione. Chi mi sveglierà sarà condannato, ma chi mi lascerà andare non tornerà più com’era. Andrò per la mia strada, cercherò vento, amore, passione. Chi sceglie di amarmi mostra coraggio, chi sceglie di lasciarmi mi ricorderà per sempre. Tu sei la mia vita, ma non devi rinunciare a tutto per inseguire un sogno impossibile. Amore sfortunato, il mio. Addio Livia, sei stata la parte più vera della mia vita bugiarda ma ti prego non cercarmi più, il tuo posto è altrove.   
Grazie per questa notte, sono stata in paradiso. Un bacio.
Ah, ti ho lasciato il mio profumo sul comodino. Quando senti la mia mancanza indossalo e chiudi gli occhi, e io sarò con te. 
Tua per sempre. 
Marilù.
Il respiro si ferma, le labbra tremano, gli occhi si colmano di lacrime, una cade pesante sul cuscino e subito un’altra è pronta a scivolare lungo la guancia.
Perché se n’è andata senza nemmeno salutarla? Forse ha sbagliato a dirle che voleva lasciare Riccardo. O forse per Marilù, lei è stata solo un divertimento passeggero... No, cosa va a pensare. Tutta quella passione, i baci dati, le carezze ricevute non possono essere stati una finzione. In quegli attimi capisci chi ami davvero e forse non tutto è perduto. Livia si veste in fretta, raggiunge la stazione sotto una pioggia battente, entra, si guarda intorno ma non la vede, si precipita alla biglietteria ma non è nemmeno là. Dev’essere già sparita su qualche maledetto treno, non c’è altra spiegazione. Il cuore si blocca, l’angoscia sale. Dev’essere un incubo, non può averla lasciata per davvero. Livia si volta rassegnata e in quel momento vede una donna seduta a una panchina con lo sguardo verso i binari, bagnata fradicia, incurante della pioggia che il suo impermeabile non riesce più a respingere. Appena la vede è come se qualcuno le sciogliesse un nodo che aveva dentro. 
- Marilù! - grida, raggiungendola con una certa trepidazione. La ripara con l’ombrello, lei la guarda con i suoi occhi da gatta arrossati dalle lacrime che sul suo volto sconvolto si confondono con la pioggia. 
- Ti avevo chiesto di non cercarmi più, perché sei venuta? - 
- E tu perché te ne sei andata? Sei una stronza, ti odio. - Ma Livia si pente subito. - No, non è vero che ti odio, ti amo. Ti amo da morire. Non lasciarmi più da sola, ti prego. - Marilù si avvicina.
- E tuo marito? -
- Gli ho detto la verità, che ora amo te. So di aver fatto una follia, ma se fare follie fa sentire così bene, dovrò affrettarmi a farne altre. - Livia riesce anche a sorridere. Lei e Marilù di nuovo insieme, sembra che i loro nomi siano scritti da qualche parte. Marilù le butta le braccia al collo e le bacia le guance arrossate, gli occhi bagnati, le labbra tremanti. 
- Mi hai fatto prendere uno spavento. - le sussurra Livia in lacrime. - Saresti davvero partita senza di me? - 
Marilù le rivolge un sorriso luminoso. - Mai. Ho anche fatto i biglietti. - 
- I biglietti?! - 
Marilù rovista nella tasca dell’impermeabile zuppo, poi allunga una mano e gliene porge uno. -
- Come facevi a sapere che sarei venuta? -
- La lettera doveva servire a darti una spinta e a quanto pare ha funzionato. E poi, tu saresti davvero rimasta a casa con lui? -
- A volte mi chiedo se lo conoscessi davvero quando mi ha chiesto di diventare sua moglie. Riccardo ha sempre cercato di controllare tutto e farmi sentire al sicuro, ma ho capito che preferisco vivere che sentirmi al sicuro. E poi avevi ragione tu, se ti avessi lasciata andare non sarei più la stessa, e ora sono condannata ad amarti. -
 
 
 
F I N E