Mercoledì, 08 Settembre 2021 18:24

Laguna di Venezia. L'ecomuseo: Lazzaretto Vecchio e Lazzaretto Nuovo.

Scritto da redenz

Il Sentiero delle Barene – dimensione paesaggistica dell’Eco – Museo Un modello innovativo, un ecomuseo con campo archeologico lì dove nacque la quarantena.

Sono ben due isole importanti della Laguna di Venezia: Lazzaretto Vecchio e Lazzaretto Nuovo.

Dove nacquero quarantena e Green Pass!

L’isola con cui la Repubblica di Venezia ha messo a sistema la quarantena nel XV secolo è oggi un ecomuseo didattico e di ricerca in cui affrontare le sfide del futuro raccontando la città, la storia e l’ambiente Veneziano, così legati all’acqua e paradigmatici di un’epoca segnata dai cambiamenti climatici e dalle loro molteplici conseguenze. La particolarissima dimensione paesaggistica del territorio è rappresentata da “Il Sentiero delle Barene”, percorso naturalistico dell’isola dedicato all’ambiente più significativo della Laguna di Venezia, cartina di tornasole del rapporto fra uomo e natura. L'isola è oggi un ecomuseo dedicato al territorio e alla sua comunità: gestione e progetti sono frutto dell’impegno e dei saperi di centinaia di appassionati e volontari, in collaborazione con le Istituzioni e decine di realtà locali, nazionali e internazionali.

Partecipano sul campo e in digitale migliaia di persone ogni anno da tutto il mondo. Le isole del Lazzaretto Vecchio e del Lazzaretto Nuovo sono i primi due Lazzaretti della Storia: soglia sanitaria di Venezia, luogo di interscambio globale, sistema diplomatico e d’intelligence.

Un grande ecomuseo che consente il viaggio nell’archeologia, nella storia, nella natura. Tanto da vedere, da filmare, da raccontare.

"A seguito della dismissione militare, negli ultimi 45 anni il Lazzaretto Nuovo ha attraversato molteplici passaggi proprietari (prima Demanio dello Stato, di recente il Comune di Venezia): l'interruzione dell'abbandono – ha proseguito Gerolamo Fazzini - e dei vandalismi, l'avvio e la continuità del progetto di rinascita dell'isola, oltre che di tutela e sorveglianza, sono stati garantiti dall'ininterrotto impegno delle due associazioni attualmente concessionarie. La valorizzazione del bene ha portato nel 1985 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali a riconoscere il Lazzaretto Nuovo di particolare interesse ai sensi della legge 1° giugno 1939 n. 1089; nel 1997 a stabilirvi il Deposito per materiali archeologici di provenienza lagunare della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio; e nel 2001 a sottoscrivere un protocollo d'intesa che ha affiancato, ai compiti di protezione del patrimonio culturale, anche quelli di scavo archeologico e di numerose attività condivise. A sostegno di questo partecipato progetto ecomuseale, la presenza e l'opera delle due associazioni hanno quindi stimolato e coadiuvato investimenti pubblici e privati per diversi milioni di Euro. Sul progetto dei Lazzaretti Veneziani, del loro recupero e della loro valorizzazione, lavorano due importanti realtà APS: Ekos Club, costituita per la tutela e la rivitalizzazione del Lazzaretto Nuovo attraverso il programma "Per la rinascita di un'isola", ne ha avuta la prima concessione nel 1977. Iscritta al Registro Regionale Veneto del Volontariato, assicura all’isola guardiania, principali servizi, manutenzione e il miglioramento del patrimonio storico-edilizio esistente e dell'area verde. Promuove l'interesse dell'opinione pubblica e cura in particolar modo i progetti ambientali e territoriali. E Archeoclub d’Italia Sede di Venezia che dal 1985 ha avviato numerose iniziative per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale in città e Laguna, fra cui la biennale “Rassegna di Archeologia”.

Dal 1988 contribuisce alla rinascita dell’isola del Lazzaretto Nuovo organizzandone le attività culturali. Iscritta nel Registro Regionale Veneto del Volontariato, pubblica il periodico d’informazione “ArcheoVenezia””.

Lì dove nacque la Quarantena!

"Con queste isole siamo dinanzi ai primi Lazzaretti stabili della storia. La quarantena, che tutto il pianeta ha conosciuto a causa della pandemia da coronavirus, è stata messa a sistema dalla Repubblica di Venezia mezzo millennio fa per combattere la peste, tramite due isole che oggi sono oggetto di un importante progetto di destinazione museale. Quando non sai come curarlo, comincia ad isolarlo: per secoli la peste è stata la principale causa di distruzione di popolazioni e città – ha affermato Fazzini - assieme a guerre e carestie; porto di traffici a cerniera fra Oriente e Occidente, nel XV secolo Venezia ne intuì la dinamica di contagio, andando contro pregiudizi e leggende del tempo, e compiendo uno scatto in avanti degno di una capitale all’avanguardia. Affrontò “il morbo” con pragmatismo e lungimiranza: “la salute è l’anima del commercio” fu la lezione adriatica che la Serenissima insegnò e impose alle altre potenze dell’epoca, che collaborarono costruendo una rete di poli, norme e intelligence per venire a capo del problema epidemico". Nel 1468 nasce la struttura sanitaria per la prevenzione dei contagi. “Nel 1468 un decreto del Senato della Serenissima istituisce sull’isola un Lazzaretto con compiti di prevenzione dei contagi, detto “Novo” per distinguerlo dall’altro già esistente vicino al Lido (detto “Vecchio”), dove invece erano ricoverati i casi manifesti di peste. L’isola divenne luogo di “contumacia”: qui fu messa a sistema la “quarantena“ per le navi che arrivavano dai vari porti del Mediterraneo – ha continuato Fazzini - sospette di essere portatrici del morbo. Per rendere efficiente la struttura sanitaria furono costruiti molti edifici fra cui grandi tettoie (“teze”) per l’espurgo delle merci".

Uno dei primi impianti di Fitodepurazione.

“Uno dei primi impianti in Italia e tutt’oggi esempio di avanguardia, progetto-pilota per la Laguna di Venezia presentato all’Expo 2000 di Hannover. Si basa sulla piantumazione delle essenze in grado di smaltire gli inquinanti nel trattamento delle acque reflue, prima della loro immissione in Laguna. L’utilizzo di impianti di fitodepurazione rappresenta una scelta ottimale quando, come nel caso dell’isola del Lazzaretto Nuovo – ha continuato Fazzini - si debba far fronte alle necessità di insediamenti piccoli, isolati o caratterizzati da forti oscillazioni nei volumi da trattare. Nel caso specifico si aggiunge anche la necessità di impiegare soluzioni a basso impatto ambientale, visto l’inserimento nel contesto lagunare caratterizzato da una forte componente naturale. L'impianto del Lazzaretto Nuovo è un caso-studio per un pool internazionale di istituti scientifici e universitari (con il Magistrato alle Acque, CNR-ISMAR, Drexel University di Philadelphia, Università di Padova - Laboratorio di Analisi dei Sistemi Ambientali, IUAV Istituto Universitario di Architettura di Venezia)”.

E c'è Il Sentiero delle Barene.

Al centro della zona di Laguna più conservata, ricca di biodiversità e attività di pesca e agricoltura, il Lazzaretto Nuovo è un avamposto sul campo per istituzioni scientifiche, scuole e le realtà del territorio. Il Sentiero delle Barene è la dimensione paesaggistica dell’ecomuseo, una cornice e una piattaforma che raccoglie e promuove il dialogo e lo sviluppo delle diverse iniziative dedicate. Il Lazzaretto Nuovo è un museo immerso nel verde: all'interno della cinta muraria, l'esposizione museale e il percorso archeologico open air si trovano nel grande giardino costellato da gelsi bicentenari lungo i viali a raggiera di impianto austriaco. Altre piccole aree alberate testimoniano l’aspetto boscoso comune alle isole lagunari prima della colonizzazione umana (frassino, pioppo, pruno selvatico).

L’isola promuove la conoscenza di un ecosistema la cui tutela appare oggi più che mai necessaria contro la progressiva distruzione e trasformazione dell’ambiente e del relativo tessuto sociale e produttivo: nell’ultimo secolo è scomparso il 70% delle barene originarie ed è triplicata la profondità media delle acque, con forti ripercussioni ecologiche, ma anche economiche, affettive e identitarie per gli abitanti. L’approccio dei Lazzaretti Veneziani segue il piano d'azione sostenibile per le persone, il Pianeta e la prosperità dell’Agenda 2030 e il ruolo innovativo delle “comunità patrimoniali”, partecipi e legate al “genius loci”, promosso dalla Convenzione di Faro del Consiglio d’Europa. La visita del Lazzaretto Nuovo costituisce un’occasione per conoscere e apprezzare gli aspetti naturalistici della Laguna di Venezia. L’isola è una delle più eterogenee per tipologie presenti di biotopi di interesse comunitario. Il Sentiero delle Barene è la dimensione paesaggistica dell’ecomuseo e, sul campo, è l'omonima passeggiata di circa un chilometro fuori dalla cinta muraria, guidata da pannelli didattici a cura del Museo di Storia Naturale di Venezia. Ripercorre il vecchio “giro di ronda” delle sentinelle, salendo sui bastioni ottocenteschi, fra “ghebi” (piccoli canali di barena), boschetti di allori, pruni selvatici e cannuccia palustre. Le lagune costiere sono territori in equilibrio fra erosione e sedimentazione, complessi ambienti salmastri di transizione fra terra e acqua che ospitano piante e animali che non potrebbero vivere altrove.

La Laguna di Venezia è la più importante zona umida d’Italia per l’avifauna acquatica: durante lo svernamento e le migrazioni, decine di migliaia di uccelli trovano alimento nei bassi fondali lagunari.

Il Sentiero delle Barene racconta la Laguna esplorandone il suo ambiente più prezioso e particolare, le barene, dalla loro nascita alla loro vita fra flora e fauna, potendole osservare da distanza straordinariamente ravvicinata.

Le barene sono una significativa cartina di tornasole del rapporto fra l’uomo e la natura. La passeggiata offre una visuale a 360 gradi di fronte a Venezia, traguardando il paesaggio che si trovò di fronte chi costruì la città secoli or sono. All’interno del progetto “Per la rinascita di un’isola”, Il Sentiero delle Barene è stato realizzato con Dontstop Architettura: Progetto innovativo di rete vincitore del Concorso di idee per lo sviluppo di comunità solidali 2019 del CAVV-CSV Coordinamento delle Associazioni di Volontariato della Città Metropolitana di Venezia.