Lunedì, 20 Settembre 2021 12:48

Abruzzo/Gran Sasso. L'anello selvaggio e autentico della natura

Scritto da Luciano Pellegrino

L'autunno è una stagione affascinante, incantevole, perché gli alberi si spogliano e il fruscio del vento, fa cadere le foglie con i tipici colori autunnali, (giallo, marrone, arancione).

Le foglie che cadono a terra, formano un tappeto multicolore e, camminandoci sopra, regalano un caratteristico fruscio ritmico. Ho scelto l’anello per arrivare al Monte Cappucciata, (1801 m), nel Parco Nazionale del Gran Sasso e monti della Laga, seguendo con la macchina, una carrareccia che inizia da Carpineto della Nora PE, sino all’ incrocio fra le località del voltigno e voltignolo. Parcheggiata la vettura vicino alla statua dell’alpino, VALLE D’OMBRA, (1462 m), seguo il sentiero, abbastanza ripido, 285 a. Uscito dal bosco, una lepre mi attraversa il sentiero, calpesto la poca erba gialla, per assenza di acqua e, con saliscendi arrivo ad un colle dove si vede il cippo della vetta. Circa trenta minuti e la raggiungo. Purtroppo la giornata nuvolosa copre il panorama a 360 gradi, che va dalla Maiella fino ai Monti della Laga, passando per il Sirente, la piana di Campo Imperatore e la catena del Gran Sasso, oltre a dominare il pianoro del Voltigno.

Inizio la discesa, anche perché nuvole basse nebbiose, potrebbero coprire il tragitto.

Vedo a valle una pietraia bianca…, ho voluto immaginare questa idea, per escludere il GREGGE! Avvicinandomi, l’abbaiare dei cani, circa una decina di pastori abruzzesi, mi bloccano. Cerco di richiamare l’attenzione del pastore, che, con fischi e imprecazioni, ha bloccato i cani, tranne uno, molto vicino a me. Ho preferito fare un lungo traverso molto pendente, difficoltoso a camminare, ma volevo essere tranquillo. Quando il gregge si è allontanato, ho iniziato la discesa, chiaramente ripida e non tracciata. Arrivato finalmente a valle, ecco che c’è un altro cane, ma questo non mi ha proprio calcolato, certamente era un cane abbandonato. Arrivo così alla bellezza del faggio monumentale (1618 m), una pianta enorme, dove c’è una piccola area picnic. Ne approfitto per sedermi, riposarmi, mangiare il panino. La strada è ancora lunga, ma non puoi NON fermarti e fotografare il piano del Voltigno, un enorme altopiano, con i numerosi laghetti carsici. il più grande è il Lago Sfondo (1354 m), che segna il confine tra la provincia dell'Aquila e quella di Pescara Nella stagione estiva, il Piano del Voltigno è utilizzato per la pratica dell'alpeggio di bovini, equini e ovini. Il lago utilizzato dal bestiame come abbeveratoio, purtroppo causa assenza di pioggia, è ridotto a un semplice pozzo di fango. Arrivo a FONTE ACIPRANO (1482 m), assenza di acqua e, con vari saliscendi, cammino su un largo tracciato erboso, provocato dalle vetture. A fianco si nota, e resti pensieroso, il dissesto idrogeologico del terreno, in parte procurato da questa cattiva abitudine. L’acqua ha eroso con il tempo la traccia, che ora è diventata un fosso. Un deterrente potrebbe essere, installare delle sbarre sulle carrarecce, senza possibilità di aggirarle, per evitare che gli stupidi procurano danno all’ambiente. Arrivo ad una struttura destinata a ricovero animali. Anche qui c’è un laghetto asciutto e quindi… la vettura.

Si chiude l’anello!

In questo periodo, cerco in montagna, il legame con la natura, il selvaggio e l’autentico.

Difficoltà E Durata 3 ore e 45 minuti senza soste Dislivello +/- 500 m Distanza 10 Km