La particolarità imprevedibile del mese di marzo, è descritta in questo modo di dire popolare “marzo pazzerello: esce il sole ma prendi l'ombrello! Infatti l’ho constatato il 18 marzo, con il cielo sereno e la pioggia. Le giornate incerte sulle condizioni atmosferiche nella prima quindicina del mese, mi hanno consigliato di restare a casa, ma il 19 marzo, un sole splendente, mi ha invogliato ad uscire. La scelta è stata di andare in montagna, anche per la neve caduta il giorno prima. Avrei trovato un paesaggio invernale a fine inverno e con l’inizio della primavera … il 20 marzo.
Lunedì, 24 Marzo 2025 09:05
Abruzzo. Le capanne in pietra a secco, conosciute erroneamente come Tholos
Scritto da Luciano PellegriniLe capanne in pietra erano ricoveri AGROSILVOPASTORALI realizzati in pietra a secco, senza l’uso di cemento, con una tecnica intelligente ed originale. Erano abitate sia dai contadini che dai pastori, ed era anche un ricovero per gli animali. Pur essendo piccole costruzioni, avevano tutte … si fa per dire… le comodità.
In questo giorno è iniziato l'equinozio di primavera (noto anche come equinozio di marzo), ed è quindi ufficialmente cominciata la stagione primaverile nel nostro emisfero. L’escursione che ho programmato, importante per me per la storia, la tradizione, la cultura, è il sentiero CP (capanne pastorali). Mi emoziono ogni volta che lo percorro, perché penso alla dura vita che facevano i pastori e i contadini, mi chiedo come hanno fatto a costruire le capanne. Immagino il lavoro faticoso per modellare le rocce, sollevarle pur avendo un peso notevole, posizionarle una sull’altra senza avere macchinari, alzare un muro verticale senza lasciare spazi. Le capanne in pietra erano ricoveri AGROSILVOPASTORALI realizzati in pietra a secco, senza l’uso di cemento, con una tecnica intelligente ed originale. Erano abitate sia dai contadini che dai pastori, ed era anche un ricovero per gli animali. Pur essendo piccole costruzioni, avevano tutte … si fa per dire… le comodità. Il camino, il giaciglio, i piccoli ripostigli per depositare viveri ed attrezzi. La vita agricola è documentata dai tanti terrazzamenti realizzati con i muretti a secco, dove venivano coltivati cereali, ed i vigneti, dove l’uva raccolta veniva schiacciata nei palmenti. Ho iniziato a ciaspolare da Passolanciano (1318 m), (nel territorio del comune di Pretoro CH, Parco Nazionale della Maiella). La temperatura alle ore nove era di - 05 °C , l’Altezza della neve circa 69 (cm), di cui 12 (cm) della neve caduta nelle 24 ore. Neve ottima! Ci si incammina verso il bosco, che corre parallelo alla strada statale 614 della Maielletta, da Lettomanoppello PE a Passolanciano. Bisogna seguire la segnaletica del parco CP (capanne pastorali).
Il bosco è fitto, ben segnato, con molte tracce di animali selvatici. Una guida eccezionale è stata una lepre che con le sue orme, mi ha guidato sino al complesso pastorale LA VASCA, che probabilmente è la sua tana! Ad una radura, in località Arcarelli (1238 m), è visibile la più bella testimonianza di pietra della Maiella, LA VALLETTA (1244 m). Era un Complesso Agro – Pastorale imponente e funzionale, formata da capanne unite da muretti. Interessante l’arco ogivale del mungitoio e la capanna più grande, architettata su due piani. Non sono riuscito ad entrare, perché l’ingresso alla capanna era ostacolato dalla neve alta e gelata. Le foto le ho scattate dall’esterno. Seguito la cispolata con tanto sole e silenzio… è il mio ambiente, dove riesco ad ascoltare e godere per il RUMORE DEL SILENZIO. Una ripida salita con rami secchi ed arrivo al complesso LA VASCA, con l’ingresso a forma gotica, con quattro capanne, un recinto, ripostigli e due finestre. Una piccola capanna ha un mungitoio e i sedili per mungere. All’ingresso c’è una bella vasca trapezoidale. Di fronte, c’è un’altra capanna che ho contemplato lungamente, anche questa ha l’ingresso a forma gotica. L’interno ha una finestra panoramica, dove entra la luce che ti fa rilassare. CHE BELLEZZA. Ho chiesto informazioni allo studioso Edoardo Micati se questo complesso agro pastorale ha un nome. Mi ha spiegato che le persone del posto, lo chiamano LA MANDRA DI MALIZIA. (MALIZIA era una famiglia benestante con tanti animali da pascolo). Per questo motivo ci sono diverse capanne con questo nome. Ora il ritorno… Ho percorso 8,200 chilometri, con un dislivello di 250 metri, in un tempo di tre ore senza le soste. La giornata è stata stupenda con il sole e con una temperatura gradita. Tolgo le ciaspole a pochi metri dalla vettura.
Pubblicato in
Turismo