Martedì, 08 Aprile 2025 16:05

Maielletta. Anello con le ciaspole senza programma

Scritto da Luciano Pellegrini

di Luciano Pellegrini

Sabato 5 aprile, dopo tanti giorni di cielo velato, nuvoloso, piovigginoso, umido e freddo, un sole caldo invoglia ad uscire per andare in montagna. C’è assenza di vento, una neve ottima e temperatura gradevole.

Ho scelto il comprensorio sciistico della Maielletta, (Parco Nazionale della Maiella). Purtroppo questa località è stata antropizzata dall’uomo, che ha trasformato l’ambiente con gli impianti di risalita. Inoltre, le persone che vanno a sciare, disturbano con le loro voci la fauna selvatica. Ho parcheggiato la vettura all’albergo Panorama (1580m), distante dagli schiamazzi che ho descritto. C’era anche quella di vecchi amici di montagna, che non vedevo da anni. Loro hanno fatto un percorso di scialpinismo, io con le ciaspole. Inizio a ciaspolare senza una meta fissa, che poi si è trasformata in un anello e scelgo la traccia, (sfruttando la neve battuta), che dalla Chiesetta, arriva alle DUE CAPANNE IN PIETRA A SECCO.

Procedo per l’albergo Mamma Rosa, (1620 m) e quindi Fonte Tettone (1650 m), ancora coperta dalla neve, (che segna il confine fra la Provincia di Chieti e quella di Pescara). Infatti la fonte si trova nel territorio del comune di Roccamorice PE. Proseguo sul tracciato parallelo alla sciovia Pista Blu, che è utilizzato dalle persone con gli scarponi, sci di fondo, ciaspole e scialpinismo, per arrivare all’arrivo a (1724 m). Il panorama da qui è infinito e godibile, per il mare, le montagne e i tanti comuni. Torno indietro, una rapida sosta a Fonte Tettone per … sgranocchiare… un energetico e bere il tè. Seguito a ciaspolare verso COLLE LENETTE (1671 m), da qui scendo alla località roccette e alle DUE CAPANNE IN PIETRA A SECCO. Ancora con la voglia di ciaspolare, continuo verso l’arrivo della seggiovia (1610 m) e l’incrocio della pista panoramica, quindi torno indietro ed ho tolto le ciaspole, a pochi metri dalla vettura. Purtroppo sulla neve non c’erano orme della fauna selvatica, le più comuni VOLPE E LEPRE. Causa il CAMBIAMENTO CLIMATICO, i prati che dovevano essere verdi per la nuova erba, sono coperti dalla neve. Di conseguenza, la fauna selvatica per sfamarsi scende a valle, dove trova il cibo che è meno faticoso procurarselo, rispetto alla caccia. Un amico ha incontrato una cerva a pochi metri da casa sua. Questa situazione però suscita preoccupazione. Ho percorso NOVE chilometri, con un dislivello di 200 metri e in un tempo di tre ore, senza le soste.