Giovedì, 03 Luglio 2025 09:33

Dracula e il Principe di Sansevero Napoli città dei sepolcri invisibili In evidenza

Scritto da Carlo Di Stanislao

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La tomba di Dracula a Napoli

"Il mondo visibile è solo un velo sopra quello invisibile."
Johann Wolfgang Goethe

In pochi luoghi al mondo la storia si intreccia al mistero con la forza e la naturalezza che si respira a Napoli. Tra vicoli silenziosi, cripte affrescate e chiese ricche di simboli nascosti, due figure leggendarie apparentemente distanti per tempo e luogo sembrano intrecciare i propri destini proprio qui, nella città del sole e dell’ombra: Vlad III Dracula, l’Impalatore, e Raimondo di Sangro, il Principe di Sansevero.

Due uomini di potere, due ossessioni: l’immortalità e la trasmutazione del corpo e dello spirito. Due tombe che forse non sono solo sepolcri, ma portali verso una conoscenza proibita.

Ed è qui che la Napoli più autentica, fatta di luci e ombre, dialoga con le opere di Edoardo De Filippo, maestro del teatro che ha raccontato la città come un luogo in cui il confine tra realtà e soprannaturale è sottile e permeabile.
La tomba di Dracula a Napoli

Nel chiostro minore del complesso monumentale di Santa Maria la Nova, nel centro antico di Napoli, sorge un sepolcro misterioso, attribuito ufficialmente al nobile Matteo Ferrillo, ma secondo una teoria sempre più discussa, potrebbe contenere i resti di Vlad III di Valacchia, il vero Dracula.

Elmi con teste di drago, sfingi affrontate, epigrafi in lingue arcane: tutto in quella tomba grida incongruenza con il contesto rinascimentale napoletano.

Proprio come nelle opere di Edoardo, dove spesso la realtà si mescola con il soprannaturale, questa tomba diventa un enigma da decifrare, un luogo dove le verità non sono mai quello che sembrano.
Il Principe di Sansevero scienza alchimia e immortalità

A poche centinaia di metri dalla presunta tomba di Dracula, si trova un altro epicentro di mistero: la Cappella Sansevero, mausoleo esoterico del geniale Raimondo di Sangro.

Scienziato, alchimista, massone, scrittore, visionario in lotta contro i limiti umani, il Principe fece della sua cappella un teatro di simboli. Nulla è lasciato al caso: il Cristo Velato non è solo un capolavoro artistico, è una soglia tra corpo e spirito, proprio come le presenze che popolano i drammi di Edoardo De Filippo.

In “Le voci di dentro”, il confine tra ciò che è reale e ciò che è solo percepito o immaginato è continuamente messo in discussione. La casa in cui si svolge l’azione è una sorta di “laboratorio” in cui fantasmi, voci e ombre raccontano le inquietudini di una Napoli viva e pulsante ma anche permeata da misteri invisibili.

Raimondo di Sangro scrisse:
"La scienza senza la pietà è un fuoco che distrugge; la pietà senza la scienza è un'ombra vana."
Questa frase racchiude la sua ricerca del perfetto equilibrio tra conoscenza e anima, tra il visibile e l’invisibile.

In “Questi fantasmi!”, altro capolavoro di Edoardo, il protagonista è convinto che un morto viva nel suo palazzo, lo aiuti, lo protegga, lo osservi. Come nel caso del Principe di Sansevero e di Dracula, il confine tra il visibile e l’invisibile, tra vita e morte, è labile, e la città diventa teatro di presenze che non si possono ignorare.

Edoardo De Filippo in “Le voci di dentro” scrive:
"Le voci non si sentono solo con le orecchie, ma con la pelle, con l’anima."
Un modo intenso e profondo per raccontare come Napoli sia una città dove il passato e l’invisibile convivono con il presente.
Cagliostro il Cavaliere di Saint Germain e il legame con Napoli

Non si può parlare di esoterismo napoletano senza citare due figure avvolte nel mistero e nella leggenda: Giuseppe Balsamo, meglio noto come Cagliostro, e il Cavaliere di Saint Germain, l’alchimista immortale dalle molte identità.

Entrambi furono protagonisti di società segrete e misteri legati all’alchimia, alla trasmutazione e all’immortalità, temi cari anche al Principe di Sansevero e – in modo diverso – a Dracula.

Napoli fu un crocevia privilegiato per questi personaggi enigmatici:

Cagliostro, nel suo viaggio per l’Europa, si fermò più volte nella città partenopea, dove si dice abbia cercato contatti con confraternite esoteriche e nobili massoni.
Il Cavaliere di Saint Germain, figura sfuggente e leggendaria, è associato a Napoli per alcuni suoi presunti passaggi nella città, dove avrebbe lasciato tracce di conoscenze occulte e legami con l’aristocrazia locale.

La Cappella Sansevero, con i suoi simboli massonici e alchemici, si inserisce perfettamente in questo quadro di mistero. Raimondo di Sangro, a sua volta, era massone e forse si ispirò proprio a questi personaggi per la sua ricerca della vita eterna.


Dracula e Sansevero il filo oscuro

Entrambi sono legati a società iniziatiche
Entrambi sono ossessionati dalla trascendenza della morte
Entrambi hanno lasciato sepolcri enigmatici pieni di simboli codificati
Entrambi sfidano la razionalità dei vivi, come le voci e le presenze nei testi di De Filippo

Napoli diventa allora palcoscenico e necropoli, come nei drammi di Edoardo: un luogo dove i vivi parlano con i morti, anche senza rendersene conto. E forse, come accade in “Le voci di dentro”, le verità più profonde sono quelle che fanno più paura, perché non si vedono ma si sentono.
Napoli capitale dei morti inquieti

Qui, Dracula, Sansevero, Cagliostro e il Cavaliere di Saint Germain sembrano essere facce diverse di un’unica eredità esoterica e storica. Uomini che sfidarono il confine tra vita e morte, lasciando a Napoli un alone di mistero e fascino senza tempo.

Come il personaggio di Pasquale Lojacono in “Le voci di dentro”, anche noi siamo visitatori di una casa infestata che chiamiamo città. Ma forse dice Edoardo:
"È tutto nella testa nostra. O è tutto vero. Chi lo sa?"
Conclusione

Che Napoli custodisca segreti antichi e presenze invisibili non è più un mistero per chi sa guardare oltre il velo della realtà. Qui, tra pietre intrise di storia e marmi scolpiti dal genio e dall’alchimia, si cela un intreccio oscuro e affascinante, un crocevia di destini dove Dracula, il Principe di Sansevero, Cagliostro e il Cavaliere di Saint Germain sembrano continuare a vegliare.

Ma attenzione: in questa città ogni passo può risvegliare qualcosa che credevamo sepolto, ogni sussurro può diventare una voce, ogni ombra un presagio.

E allora chiediti, mentre cammini nei vicoli antichi: chi davvero dorme sotto la terra di Napoli? Chi cammina ancora tra le sue vie, invisibile agli occhi ma non all’anima?

Perché a Napoli la morte non è mai definitiva. È solo l’inizio di un’altra storia, di un altro mistero.

E forse, se ti volti all’improvviso, potresti scorgere, in un lampo, il riflesso di un antico principe, l’eco di un incantesimo, o l’ombra di un fantasma che non vuole essere dimenticato.

In fondo, a Napoli, il confine tra vita e morte è solo un sottile sipario. Ti basta osare varcarlo.

E ascoltare… le voci di dentro.
Epilogo immaginario incontro nella notte di Napoli

La notte cala su Napoli con un silenzio irreale, rotto solo dal lieve fruscio delle foglie e dal battito lontano di un tamburo. In una piazza nascosta, illuminata da una luna pallida e misteriosa, si aprono lentamente le porte del tempo e dello spazio.

Dalle ombre emergono quattro figure, ciascuna portatrice di un segreto immortale.

Vlad III Dracula, il Principe Impalatore, con il suo mantello scuro che sfiora il selciato, fissa il cuore pulsante della città con occhi che hanno visto la morte e la vita danzare insieme.

Accanto a lui, il geniale e oscuro Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero, regge una lanterna fatta di luce e mistero, simbolo della sua incessante ricerca tra scienza e alchimia.

Da un angolo, avanza elegante e sfuggente Giuseppe Balsamo, il Conte di Cagliostro, un sorriso enigmatico sulle labbra, pronto a svelare o celare nuovi arcani.

Infine, una figura eterea, avvolta in un mantello che sembra fatto di fumo e luce, si materializza: è il Cavaliere di Saint Germain, l’alchimista immortale, custode di segreti millenari e viaggiatore tra epoche e mondi.

I quattro si scrutano, consapevoli di essere uniti da un filo invisibile che attraversa secoli di mistero e leggenda. Nessuno parla all’inizio, ma la tensione è palpabile, come l’attesa di un rito antico che si rinnova.

Poi, Raimondo rompe il silenzio con voce calma e profonda:
“Il confine tra vita e morte, tra scienza e magia, tra il visibile e l’invisibile è il nostro vero regno. Qui, a Napoli, nessun segreto resta sepolto per sempre.”

Dracula sorride, un sorriso che sa di sangue e di eternità:
“E io sono l’ombra che veglia oltre la tomba, il guardiano di ciò che la paura rende immortale.”

Cagliostro solleva la mano come a invocare un incantesimo invisibile:
“La verità è un enigma da svelare, ma anche da custodire. Napoli è il nostro santuario e la nostra prigione.”

Il Cavaliere di Saint Germain, con un gesto quasi impercettibile, apre un antico libro che appare dal nulla:
“Il tempo è solo un’illusione per chi non conosce il segreto della trasformazione. Questa notte, noi siamo i custodi di quel segreto.”

Intorno a loro, la città sembra respirare, pulsare, come se Napoli stessa fosse viva e partecipasse a quell’incontro impossibile. I lampioni si affievoliscono, i contorni sfumano, e i quattro misteriosi protagonisti si dissolvono lentamente nell’ombra, lasciando dietro di sé solo un eco di segreti mai rivelati e una promessa di eternità.

La luna scompare dietro le nuvole e la città torna a dormire, ignara del patto invisibile che ha appena sancito con il tempo e con la morte.
Note di regia

Il film si svolge in un’atmosfera sospesa tra realtà e sogno, con una fotografia che alterna toni caldi e ombre profonde. La colonna sonora unisce melodie classiche napoletane a sonorità elettroniche e drammatiche, creando un contrasto suggestivo tra antico e moderno.

I dialoghi sono scanditi da citazioni da “Le voci di dentro” e “Questi fantasmi!” di Edoardo De Filippo, per sottolineare la tensione tra visibile e invisibile, tra vita e morte, tra razionalità e superstizione.

Le scene dell’incontro finale sono girate in una piazza simbolica, con giochi di luce e nebbia per creare un’atmosfera onirica e irreale. La dissolvenza finale lascia lo spettatore con un senso di enigma irrisolto e mistero perpetuo.

Ultima modifica il Giovedì, 03 Luglio 2025 09:45