Giovedì, 23 Ottobre 2025 13:39

Rapino-Lago dell’Orso- Grotta Fammuca- Pagliarone – Grotta del Colle In evidenza

Scritto da Luciano Pellegrini

’esplorazione si trova alla PIANA DI RAPINO (1000 m), nel territorio del Parco Nazionale della Maiella.


Io, mia figlia Veronica e l’amico Marco, abbiamo programmato di andare a trovare la “gròtta sammiùchë " (1150 m), toponimo di Grotta Fammuca, il cui nome deriva degli alberi del sambuco presenti nella zona. L’ho visitata una decina di anni fa accompagnato da amici e sono convinto che è difficile arrivarci. L’esplorazione si trova alla PIANA DI RAPINO (1000 m), nel territorio del Parco Nazionale della Maiella. Per arrivarci bisogna percorrere la (SS 263), da Rapino CH in direzione Bocca di Valle e dopo circa 2,5 Km, immettersi sulla strada a destra con l’indicazione per Focatura. È una salita ripida e con un pessimo fondo stradale da fare a passo d’uomo, così da salvaguardare il motore della vettura. Si parcheggia in uno spazio libero a (670 m) e si procede verso la carrareccia di destra, che porta alla “PIANA DI RAPINO” e non quella di sinistra, in direzione di Forcatura. Dopo circa un centinaio di metri, in uno spiazzo (687 m), per il fenomeno di pareidolia (È il fenomeno per cui si vedono volti, animali o oggetti in figure sfuggenti, come nuvole, macchie, sculture), ho notato nella scultura in roccia, la testa di un cane …!

Proseguendo sulla carrareccia, lungo il tratto principale della Valle di Rapino, si giunge nei pressi dei ruderi del monastero benedettino (850 m), nella località ancora ricordata come “cunvèndë majèllë”. Un altro nomignolo per il luogo è “purtónë majèllë. Costeggiamo il torrente dell’Acquafredda asciutto, lo attraversiamo e ad una biforcazione sulla sinistra, c’è il sentiero E1 - Colle Sant'Andrea – Piana delle Mele. Lungo la ripida salita nel bosco, si tocca “fóndë matté” (946 m), toponimo di FONTE MATTEO, una sorgente con fontanile, ma senza acqua per la siccità. Al culmine della salita, si esce dal bosco nei pressi di uno dei cocuzzoli chiamati “li cullìttë dë fóndë matté” per la loro vicinanza alla sorgente. Sul terreno nascosta dalle foglie secche, c’era il TOPO RAGNO COMUNE, uno dei mammiferi più numerosi, diffuso nelle aree boschive ed erbose. Non è un roditore. L'uscita dal bosco dopo Fonte Matteo, segna l'ingresso alla spianata che fa capo alla montagna del Pagliarone di Pretoro e ad una piana, dove termina il sentiero Riparossa - Lago dell'Orso. C’è una casetta di pietre a secco ed un rifugio. La località è nota come “la piànë dë li fuvëcìërë”, toponimo di “piana delle felci”, dal nome dialettale di questa specie vegetale che predilige le zone umide. Dal rifugio della Piana delle Felci parte il sentiero E3, (Colle dell’Angelo Cascata dell’Asinara), che a un certo punto…, si abbandona, per andare alla “Gròtta Sammiùchë” (1150 m) toponimo di Grotta Fammuca. La grotta si trova poco fuori del sentiero E3, ma il percorso è impegnativo per quanto riguarda l'orientamento. Ci facciamo strada tra innumerevoli fratte con la speranza di trovare un omino, un nastro, una traccia di sentiero battuto, ma solo “fèvëcë” toponimo di felci ad altezza d’uomo, rovi robusti con le spine acute, rami secchi. Insomma un bosco impenetrabile. Dopo circa un’ora di esplorazione e disturbati all’improvviso da un rumore causato da un animale selvatico, che non abbiamo fatto in tempo a riconoscere, forse un cinghiale e intimoriti, abbiamo preso la decisione di tornare indietro, senza avere trovato la GROTTA FAMMUCA. Ridiscesi al Lago dell’Orso, si segue l’indicazione per Pagliarone (952 m).

Il sentiero è defaticante con alberi di ciliegio, mele, noci, ed alla fine c’è una fontana, anche questa a secco e con un’area da Picnic. Sia la fontana che l’area da picnic, sono ridotti in pessimo stato. Abbiamo consumato il panino, seduti sull’erba ed anche se stanchi, torniamo indietro. Una escursione suggestiva con storia, panorama, tradizioni di culto e pastorali. Ecco perché mi dispiace non aver trovato la Grotta Fammuca, dove i pastori hanno vissuto con la vicinanza di due fonti per abbeverare gli animali, Matteo e Pagliarone, con erba folta per nutrirli e due comuni vicini: Rapino CH e Pretoro CH.
Ma LA GIORNATA NON FINISCE QUI. Ci aspetta la Grotta del Colle sulla SP 539 - Contrada Piana del Colle Rapino. Anche il FAI per la giornata d’autunno, ha programmato la visita guidata a questa grotta. La Gròttë dë lu Collë (500 m), toponimo di Grotta del Colle, è uno dei Geositi più interessanti e suggestivi del Geoparco Unesco della Maiella. L'ingresso del percorso naturalistico alla grotta, è di notevoli dimensioni. L'interno si caratterizza per le formazioni carsiche e il perenne stillicidio delle stalattiti, crea un’atmosfera fantastica e suggestiva. La grotta del Colle era usata come necropoli neolitico-italico marrucina, qui fu ritrovata la statuetta italica della divinità Cerere, conservata nel Museo archeologico d'Abruzzo a Chieti e, il cosiddetto Bronzo di Rapino, recante una iscrizione in lingua marrucina, uno dei tanti dialetti dell'Italia preromana, nella quale viene menzionata una “Tuta Maruca”. In una leggenda popolare Tuta è la regina dei Marrucini, che risiedeva a Rapino.
Abbiamo percorso 11 chilometri, con un Dislivello di 450 metri con un tempo di 5 ore e Difficoltà E/EE