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di Luciano Pellegrini

Giovedì 2 gennaio, a PASSO LANCIANO (1318 m), (nel territorio del comune di Pretoro CH, Parco Nazionale della Maiella), ho trovato CIRCA UN METRO E MEZZO DI NEVE…

Pubblicato in Turismo
Giovedì, 02 Gennaio 2025 17:30

Libri, i più letti di dicembre 2024

 E' finito l’anno ma non finiscono i libri da leggere e consigliare.

Pubblicato in Libri

di Krishan Chand Sethi


Successo e fallimento sono due facce della stessa medaglia, ma questa dualità nasconde la vasta e intricata rete dell’esperienza umana.

Pubblicato in Life Style e Benessere
Lunedì, 30 Dicembre 2024 11:35

Addio a Linda Lavin, star della sitcom 'Alice'

Aveva 87 anni. E' stata anche una grande interprete di Broadway

Pubblicato in Intrattenimento
Lunedì, 30 Dicembre 2024 11:06

Arte divinatoria e guarigioni miracolose in Sicilia

di Salvatore Battaglia

Presidente dell’Accademia delle Prefi

Tra tradizione e folclore l’arte divinatoria e la guarigione in Sicilia

Pubblicato in Storia

E' uscito a Natale per Edipsy Editrice il volume 'FA VO LO SI' scritto dagli artisti Marco Fioramanti e Flavio Sciolè.

Pubblicato in Libri

 

di Romano Pesavento

Classifica fumetti 2024. Al primo posto “Speciale Tex Willer #8 – Stella d’argento” di Giorgio Giusfredi e Pasquale Del Vecchio seguono “Quando muori resta a me” di Zerocalcare (Bao Publishing); “Superman: Lost” di Christopher Priest, Carlo Pagulayan, Will Conrad, Lee Weeks (Panini Comics); “Ultimate Spider-Man” di Jonathan Hickman e Marco Checchetto (Panini Comics)

Pubblicato in Libri
Mercoledì, 25 Dicembre 2024 09:20

L’eterno fascino del Natale

di Giuseppe Lalli

In principio era il Logos

e il Logos era presso Dio

e il Logos era Dio…

E il Logos si fece carne

e abitò fra noi.

(Giov. 1, 1.14)

Pubblicato in Storia
Lunedì, 23 Dicembre 2024 18:45

Fuochi Smrcka: un Natale tra tradizione e magia.

24 dicembre 2024, Acquaviva Collecroce (CB)

Pubblicato in Intrattenimento

di Salvatore Battaglia

Presidente Accademia delle Prefi

Iusu è u ma Prisepi

Vespiru arriva e spunta lu prisepi: u cielu e ri coluri cilistinu, stiddi di luci

sparsi tra li casi e a chiesa ri l’Armi ro Purgatuoriu d'oru pittata.

A li so spaddi ormai quasi scumpari u ma quartieri ri l’Archi.

Stu prisepi è Iusu lu mè paisi è rura pi tuttu l’annu.

RAGUSA ANNI 70 QUARTIERE BEDDIO

In casa mia, a Natale, c‘è sempre stato e mi auguro per tanti anni ancora possa continuarci ad essere il presepe. Ricordo ancora che quando ero piccolo era mio padre Giovanni Battaglia inteso “Testa Rossa” che cominciava a costruirlo dopo l'8 dicembre, festa dell'Immacolata per poi toglierlo il 6 gennaio, ed erano invece i miei nonni che generalmente mi compravano i pastorelli mentre io con una mia zia e mia madre andavamo poco fuori del centro abitato contrada beddio nella Ragusa “Nuova” a raccogliere il muschio (u Lippu).

Iniziava, quindi la realizzazione di quella che per il mio genitore doveva essere una opera grandiosa, magnifica, anche se modesta.
Le montagne, la costruzione della grotta, la terra piena di ghiaia, il muschio, il tutto innevato con spruzzatina di farina. Poi bisognava posizionare le statuine. Le più piccole in alto per dare l’idea della lontananza, per poi arrivare attraverso varie dimensioni a quelle più grandi vicino alla grotta. Mio padre non metteva mai statuine complicate, ma semplici pastori, viandanti e gente comune che si avvicinavano alla grotta per venerare Giuseppe e Maria. Non poteva mancare il laghetto dove si abbeveravano le pecorelle. E come ogni anno, mia madre “la Pina” si privava dello specchietto della borsetta, con borbottio continuo. Per illuminare il presepe, oggi si usano lampadine multicolori ad intermittenza; mio padre, invece, usava candeline che accendeva con i fiammiferi da cucina, che poi spegneva inumidendosi il pollice e l’indice della mano. Alla fine, metteva nella capanna Giuseppe e Maria con il bue e l’asinello, li presepe era finito? Ma no, mio padre faceva un passo indietro, si spostava a destra, poi a sinistra, muoveva una statuina, poi un’altra, e quando aveva perlustrato il tutto, dava una altra spolveratina di farina, ed il paesaggio era invernale. Ma non era Finito, perché bisognava sistemare gli angioletti, posizionare fra Stella cometa, e infine un ultimo tocco alla ghiaia, al prato, alle collinette, alle casette sparse qua e là. Il presepe era a posto, E rivolgendosi a tutti noi, mio padre esclamava: «Bravi, abbiamo fatto un bel Presepe, anche se piccolo» Poi si aspettava la Vigilia per deporre II bambinello nella grotta in mezzo a Giuseppe e Maria, II 24 dicembre, prima di andare da zio Benito, per passare la serata e giocare a tombola o a sette e mezzo, a casa nostra nasceva Gesù Bambino: il Bambinello, portato da me ” il piccolo Totò “con tutta la famiglia al seguito, ossia io, la Pina (Madre) il Giovanni (Padre), facevamo II giro della casa.

Poi a casa di zio Benito, il fratello della mamma, dove ci aspettavano tutti i parenti.

Mia madre aveva preparato il pollo farcito e i buccellati, come ogni anno.

Arrivati a casa dello zio, dopo i saluti, gli abbracci e baci a tutti, mio padre si avvicina al presepe che occupava tutta una parete: grande, imponente. Lo guarda in lungo e largo, poi avvicinandosi a noi altri esclamò: “Bello, grande, di effetto, ma il nostro è più bello”. Compiacendosi per il lavoro che aveva fatto con l’aiuto di tutti noi. E sono convinto che in quel momento desiderava tornare presto a casa per contemplare e ammirare il suo Presepe. Ed oggi io dico: avevi ragione papà. Il Presepe di Giovanni inteso “Testa Rossa” era veramente il più bello di tutti, anche se piccolo, modesto ma pieno di amore. Grazie Testa Rossa.

E per concludere ricordando quei tempi, c’era la famigerata letterina, colorata di quei colori pastello ripassati con i brillantini, che il giorno di Natale avrei messo sotto il piatto di papà e dove avrei scritto: prometto di essere buono, di andare bene a scuola, di ubbidire alla mamma e al papà...... ed anche un timido: mi piacerebbe ricevere da Gesù Bambino....... erano piccole cose che chiedevo ma il mio Gesù Bambino era povero e con amore mi avrebbe lasciato il sacchetto con la frutta secca, il torrone di cioccolato di Monterosso i mandarini e qualche dolcetto…. Ed i giocattoli? Per quelli ci avrebbe pensato la Befana! Sempre se ero stato buono!!!

Puisia ra ma nonna Marianna… U BAMMINEDDU

O Bamminu Bammineddu, siti duci e siti beddu; chidda notti ca nascistivu, oh chi friddu ca sintistivu!

La mammuzza v’allattò, san Giuseppi vi ‘nfasciò

 

Pubblicato in Storia