Mercoledì, 23 Luglio 2025 09:09

Addio Prince of Darkness. Ozzy e l'ultimo sogno di un grande concerto.

Scritto da Angela Curatolo

Morto a 76 anni per l'aggravamento del morbo di Parkinson

Dislessico e balbuziente anche affetto da una forma grave di disturbo da deficit dell'attenzione che gli impediva di concentrarsi su una cosa per poco più di un minuto, Ozzy Osbourne lascia un importante precedente su questa Terra su cui riflettere: non esistono ostacoli quando la passione e i sogni sono potenti. E quelli di Ozzy lo erano, si sono realizzati fino all'ultimo. La musica la passione per cui vivere, le sue esperienze, comprese le porzioni di errori a cui tutti siamo destinati, sono state tutte legate alle note del rock/musica, il suo grande amore.


Ozzy, chiamato così perchè John Michael Osbourne non riusciva a pronunciare il proprio cognome bene, «Os-os-os-bourne». La vita è poi strana, a scuola c'era un tipo che lo prendeva in giro, era il suo bullo, Anthony Frank Iommi, avrà nella sua vita un posto importantissimo, Tony Iommi: i due si picchiarono in molte occasioni per poi trovarsi successivamente nella stessa band, I Black Sabbath.

Fece di tutto per avere un amplificatore, venne persino arrestato per furto, poi il padre capì la passione del figlio e lo acquistò per lui.
Un giorno, Ozzy si recò in un negozio di dischi della sua città e attaccò in una bacheca un annuncio, cercava una band, ora aveva un amplificatore. Tony Iommi e Bill Ward, passando per quel negozio, videro l'annuncio. Iommi stentò a credere che il suo acerrimo rivale durante il periodo scolastico facesse il cantante. I due si recarono a casa di Ozzy e, dopo aver parlato un po', decisero di mettere su il gruppo. Osbourne portò con sé anche il chitarrista Geezer Butler, che in seguito divenne bassista.

Nacquero così i Polka Tulk Blues Band e poi i Black Sabbath. Iommi picchiò diverse volte Ozzy quando i suoi atteggiamenti oltrepassavano il limite con le droghe. Poi fu cacciato. Dopo una forte depressione e sostanze, si rimise su e cominciò una florida carriera solista.

Accanto a sè la moglie Sharon, preziosa, sempre al suo fianco, nonostante momenti difficili dovuti all'alcool. E sempre per l'alcool venne arrestato negli USA più volte, una perchè orinò sul muro di Fort Alamo, momento storico, non lo fece per dispetto ma solo perchè non connetteva più.

Ozzy ha fatto riflettere sui facili giudizi, rappresentano una consuetudine limitante. Si giudica dai sentito dire, dalle discutibili azioni che uno ha commesso in passato, ma bisognerebbe giudicare conoscendo la persona, senza assolverla e senza condannarla ma attraverso quello che ha da donarci. Ozzy donava se stesso e le sue performance al pubblico che lo amava.

Una delle esperienze più devastanti che si portò dentro Ozzy è la morte del suo chitarrista. Quello giusto, cercato tanto e poi trovato. Randy Rhoads, morì in un aincidente aereo a 25 anni, nel 1982. Era noto per la sua abilità tecnica e per aver combinato elementi di musica classica e jazz nel suo modo di suonare, influenzando molti chitarristi successivi. Ha suonato con Ozzy in due album, "Blizzard of Ozz" e "Diary of a Madman".

Ozzy ha coronato il suo ultimo sogno il 5 luglio 2025, due settimane prima di morire: il concertone a Birmingham, dove è nato. Tanti musicisti di fama mondiale amati e seguiti da chi ama il rock e anche da chi lo segue di striscio. Ha chiuso il cerchio della sua vita con molta dignità e con l'ultimo saluto al grande amore della sua vita, la musica, e ha dimostrato il suo immenso affetto all'altro suo amore, il pubblico.

Tutti i fans, in cuor loro, probabilmente sognano che Ozzy possa riapparire improvvisamente da dietro le quinte a inizio concerto e con un sorriso birichino salutare dicendo: "Sono tornato merdeeeeee".
Un saluto ovunque sei Ozzy.