Cumuli di architetture inutili lasciate a sfregio dell’orizzonte, nessuna fuga immaginabile. In poche parole tutto ciò che rimarrà dell’Antropocene, ovvero della presenza umana sulla Terra. Resta qualche possibilità. Nel colore che reinventa paesaggi di geometrie, in un fiore, un filo d’erba, un albero, come paradigmi di riconquista della natura che attraverso la sua presenza sembra volersi riappropriare dell’ambiente, restituendogli vitalità bellezza e futuro. Mauro Bellucci porta avanti una ricerca artistica che è innanzitutto visione, possibilità attraverso l’arte di essere profezia denuncia sollecitazione. La sua è una linea di PopArt che non ha più interesse a essere mera anestesia estetica, ma si riprende il ruolo di coscienza, di discussione, di senso.
Mauro Bellucci porta in AP/ArteProssima un quadro della serie “Industrial Pollution” in cui nello sfondo è protagonista la sua città, Roma e il Colosseo. Un quadro simbolico che abbiamo voluto in collezione a rappresentare il suo interessantissimo progetto di ricerca.
Il quadro “Industrial Pollution - Roma” del 2020, è stato acquisito come n.29 di AP/ArteProssima - pinacoteca d'arte contemporanea.
Intervista esclusiva a Mauro Bellucci
1) Perché l'arte sì?
Mauro Bellucci: “A questa domanda posso rispondere dicendo che è una mia esigenza intima e che ho il bisogno di esprimermi con il medium della pittura. È una sensazione bellissima da una parte ma fagocitante dall'altra proprio perché annulla qualsiasi altro interesse lavorativo che non sia il dipingere e l'interesse per l'arte in genere. È anche un atto di "rigettare" su tela il significato dell'uomo con le sue meraviglie e purtroppo le sue brutture filtrato dalla mia sensibilità che giustamente è soggettiva.”
2) Chi sei, come artista?
Mauro Bellucci: “Sono nato e cresciuto a Roma e mi sono avvicinato all'arte relativamente tardi (tardi rispetto al canone medio degli artisti). Avevo se non erro 24 anni, prima di allora non mi interessavo minimamente di arte e di artisti; ricordo che ero andato con un amico in vacanza ad Amsterdam e per non sentirmi una "persona culturalmente superficiale", andai a vedere il Rijksmuseum e lì a un certo punto della visita mi trovai davanti ai miei occhi alcune dipinti di Van Gogh... ne rimasi folgorato. Tornai a Roma e dopo aver comprato colori a olio e delle piccole tele, iniziai a "pastrocchiare" sulla tela. Ricordo che uno dei miei primissimi lavori fu un ponte dell'epoca romana che si trova sulla Nomentana vicino Monte Sacro. Dovettero passare un po' di anni prima di raggiungere un livello accettabile e da quel momento non mi sono più fermato. Sono passato per 3 o 4 stili in più di 30 anni di lavoro (ma come detto prima toglierei i primi 15 anni che mi sono serviti come apprendistato).”
3) La tua idea di arte?
Mauro Bellucci: “La mia idea di arte è un'idea di arte "impegnata" e non di arte solo virtuosistica ma vuota di contenuti. In questi miei 30 anni ho cercato sempre di inserire nei dipinti un concetto filosofico-psicologico, che è poi il cercare di capire e descrivere l'essere umano e il suo comportamento. Penso che spesso abbia fallito in questo ma ci sono dei dipinti o delle serie, secondo me validi, soprattutto a partire da dieci anni a questa parte. Ad esempio da circa 6 anni sto portando avanti una serie che io ho intitolato "Industrial Pollution", che riguarda l'inquinamento industriale sul nostro pianeta. L'uso irresponsabile che noi uomini facciamo, in nome del progresso, del cemento, del ferro e acciaio. Costruiamo ponti e palazzi che spesso vengono abbandonati li sul terreno, ancor prima di averli finiti di costruire. Un'altra costruzione che descrivo nei miei dipinti è la Ciminiera. Questo mastodontico cono di cemento che sputa nell'atmosfera fumi spesso tossici e non ecosostenibili deturpa le nostre città e non solo.”
4) Un sogno d'artista?
Mauro Bellucci: “Il mio sogno d'artista è quello di poter lavorare professionalmente con delle gallerie professionali e di poter vivere di arte, oltre a proseguire nello studio e nella ricerca.”
5) Un messaggio d'artista?
Mauro Bellucci: “Come artista penso che il messaggio che di questi tempi mi ricorre nella mente è la fine di questa guerra a due passi da casa nostra ma anche di tutte le atrocità di cui l'essere umano si è reso partecipe nel corso dei secoli. Probabilmente è un sogno per ora ancora utopistico ma come diceva John Lennon... puoi dire che sono un sognatore… ma non sono l'unico… e credo che con il tempo questo sogno diventi tra gli uomini più virulento del Covid.”
ARTISTI e ARTISTE presenti nella collezione AP:
Primo Anno/2020: AP1/Daniela D'Incecco - AP2/Cesira Verna - AP3/Ignazia Piccioni - AP4/Marcello Specchio - AP5/Antonio Cicchetti - AP6/Marco Volpe - AP7/Adriano Segarelli - AP8/RAUL33 – AP9/Francesco Navacchi – AP10/Alessio Mazzarulli – AP11/Patrizio Marafini – AP12/Pam Gogh.
Secondo Anno/2021: AP13/Violetta Mastrodonato – AP14/Claudio Pezzini – AP15/Mirco Mascitelli – AP16/Mario Di Profio – AP17/Gianni Marrone – AP18/Alessandra D’Ortona – AP19/Stefano Alisi – AP20/Luciano Mancuso – AP21/Fabrizio Sola – AP22/Benito Macerata – AP23/Kraken (Rocco Casali) – AP24/Tiziano Calcari.
Terzo Anno/2022: AP25/Dwarf artist (Luca Fagioli) – AP26/Mr EGO (Walter Colombo) – AP27/Matteo Favi – AP28/Mauro Molle – AP29/Mauro Bellucci – AP30/Fabrizio Molinario – AP31/Gino Berardi – AP32/Vittorio Vertone - AP33/Anja Kunze – AP34/Gianni Chiriatti.
Quarto Anno/2023: AP35/Arcadio Krayon Pinto - …
Direzione Artistica/curatoriale: Beniamino Cardines
Co-working: Guia Marinelli, Argemira Piciocco, Roberta Di Benedetto, Tiziana Di Sabatino, Antonietta Cardines – consulenza artistica: Adriano Segarelli, Raffaella Bonazzoli
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MEDIA partner: www.ilgiornaledimontesilvano.com – www.zaffiromagazione.com