Mercoledì, 08 Aprile 2020 14:44

L'imbecillità dell'Essere Umano.

Scritto da Enrico Gambacorta

Alcune considerazioni sulla tragica situazione attuale della quale l'essere umano è soggetto e, al tempo stesso, oggetto.

Socrate (469-399) scoprì, a suo tempo, di sapere di non sapere. La più grande scoperta mai fatta.

Lucio Annèo Seneca (40 a.C.-45 d.C.) arricchito e poi odiato da Nerone, scrive : "video meliora proboque, deteriora sequor".

Plauto, (255/250-184 a.C.) nell'Asinara:"Lupus est homo homini" . Ciò è stato riaffermato da molti nel corso della storia. Albert Einstein (1879-1955) ha detto:"due cose sono infinite in questo mondo, l'Universo e la stupidità umana; della prima non sono sicuro ma della seconda sì".

Maurizio Ferraris intitola il suo libro "L'imbecillità è una cosa seria", ed. Il Mulino, e scrive a pagina 99: "chi è consapevole di essere imbecille è a priori meno imbecille di chi non lo sa. L'autocoscienza va di pari passo con la scoperta della mediocrità".

I Sapienti affermano che l'essere umano utilizza solo una piccola percentuale della capacità cerebrale (dal 5% al 15%).

Ciò premesso e, per quanto si riferisce alla capacità cerebrale dell'essere umano è logico, e, quindi, doveroso concludere che si è di fronte ad un essere, fortemente, handicappato, anche se è in via di lenta riabilitazione. "Rebus sic stantibus", che fare?

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Aprile 2020 15:02