La leggenda la vuole nelle mani dello stesso Romolo, che accese il fuoco in persona a seguito della fondazione di Roma. Tuttavia, tale affermazione non troverebbe riscontro, in quanto sua madre Rea Silva era una Vestale di Alba Longa.

In realtà, il culto di Vesta risale al popolo dei Sabini e fu probabilmente Numa Pompilio ad averlo portato a Roma. Ad ogni modo, si tratta di un culto davvero caro ai Romani e le Vestali godevano di grande importanza nella società dell'epoca, anzi, erano uno status particolarmente privilegiato. Ma, ovviamente, ogni Vestale, ne pagava il prezzo, di questa vita tanto agiata. Se avesse fatto spegnere il Fuoco Sacro o avesse rotto il suo voto di castità, avrebbe pagato con la morte.

È incredibile però sapere anche questo:una Vestale non poteva essere sfiorata neppure per essere uccisa, quindi veniva lasciata morire di fame nei sotterranei del tempio... La Casa delle Vestali a Roma, dove era custodito il Fuoco Sacro, simbolo della comunità e dello stato, era strettamente connessa al tempio ed insieme formava l'"Atrium Vestae".

Il tempio fu eretto probabilmente nel IV secolo a. C ed era costituito da un podio cementizio in marmo e 20 colonne corinzie scanalate a formare un anello circolare in cui trionfava il "Fuoco sacro", sempre acceso. Sopra, un tetto comico ne permetteva la fuoriuscita del fumo.

Il 24 febbraio del 351 d. C, con l'editto di Tessalonica fu ordinato lo spegnimento del Fuoco Sacro del Tempio di Vesta. Ad assistere a questo evento drastico e importante, l'ultima Vestale: Coelia Concordia.

Da quel giorno i culti pagani furono banditi, pena la morte.

Per i Pagani di tutto il mondo il 24 febbraio è un giorno di commemorazione, è un giorno di ricordo simbolico molto importante del Fuoco Sacro e della sua Storia.

È un'altra pagina importante della Storia del Mondo.