Parcheggiamo la vettura all’indicazione delle segnaletiche per il VALLONE DI SANTO SPIRITO, LA VALLE BUGLIONE, (1018 m) e andiamo in una folta faggeta che ci protegge dal sole. Il sentiero è impreziosito dal colore rosa di tanti ciclamini che vivacizzano il verde dell’erba. Raggiungiamo l’area picnic (990 m) e la località TRE FOSSI (il Vallone di Santo Spirito, la “Valle Buglione” e la Macchia di Abbateggio), che è anche la confluenza dei rispettivi torrenti. Un ponte in legno ci fa attraversare il torrente di Santo Spirito che è quasi prosciugato, per proseguire nella valle Buglione. Percorrendo questo vallone, SI RESPIRA LA PACE E LA QUIETE DI UN LUOGO SACRO. Nel silenzio, si avverte un’aria di misticismo, confermato dalle tante scritte rupestri realizzate dai monaci, che vivevano nel vicino eremo e che avevano scelto questa vita contemplativa. Sopra un blocco di pietra, si può osservare uno scudo. Al centro si distingue una croce … o spada …a punta. Ho cercato notizie in relazione a questo scudo, ed è interessante la storia. Dovrebbe essere una testimonianza dei Crociati, che con a capo Goffredo di Buglione, (il prescelto di dio), sono andati a liberare la Terra Santa durante la Prima Crociata (1096-99).
La Valle Buglione non potrebbe fare riferimento a questo condottiero? Sulla stessa roccia c’è una interessante arte rupestre che sembra una chiesa o una edicola, sormontata da una croce. La parte interna mostra un'altra incisione appena visibile, di una figura con il viso reclinato sulla destra. Ai lati di questa scultura, troviamo a sinistra un campanile con cuspide e a destra una torre merlata. C’è anche la scultura di una “figura di donna”. Considerando il luogo dove si trova, è peccaminoso? Però c’è. Chi l’ha scolpita avrà avuto una motivazione! Ci sono anche segni sulla roccia di giovani, fuggiti dal vicino campo di prigionia e lavoro di Acquafredda: K GEENTY SEPT 43 – M KARUP N.Z – D.R. 1942. Sarebbe interessante conoscere, se si sono salvati e quindi, se hanno discendenti. C’è anche questa data: DRL 1942 C, ma l’anno non coincide con l’armistizio, quindi probabilmente un eremita.
Ci rimettiamo in movimento e seguiamo il sentiero “P De Contra”, per trovare l’inghiottitoio dove il torrente Santo Spirito penetra direttamente nel sottosuolo, invece di scorrere in superficie e riemerge verso il torrente CUSANO, dove c’è la spettacolare cascata. Appena in tempo per godere di un incantesimo naturale. Due vasche collegate da una cascata con acqua verde smeraldo. Siamo emozionati, affascinati da questa beltà! Ma immediatamente l’acqua scompare! Nelle superfici carsiche, infatti, le acque possono continuare a scorrere nel sottosuolo anche quando il letto è asciutto. Siamo andati ad esplorare il letto del torrente, muovendoci su un percorso difficoltoso, in alcuni tratti esposto, tra rovi, rami, foglie secche e qualche strapiombo. Nel letto del torrente completamente asciutto, si pavoneggiava la RANA ITALICA, per niente infastidita da persone che la fotografano nel suo ecosistema. Ci affacciamo su uno strapiombo e considerato che non abbiamo trovato quello che volevamo, … l’inghiottitoio, siamo tornati sul sentiero. Proseguiamo ma, ci ferma un altro ostacolo… una rete metallica… Con il GPS abbiamo scoperto che c’è una sorgente molto importante.
La sorgente La Morgia (960 m), che si trova nel territorio di Roccamorice e disseta 16 comuni del pescarese. La decisione è stata di rinunciare ad esplorare e tornare alla vettura, completando l’escursione di SEI chilometri, con un dislivello di 200 m, difficoltà E/EE in TRE ore.
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