Mercoledì, 01 Ottobre 2025 09:41

La Spada nella Roccia di San Galgano: il sigillo del Mistero In evidenza

Scritto da Carlo Di Stanislao

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“Il simbolo è il linguaggio dei mondi invisibili.” – anonimo alchimista medievale

Il gesto che apre il varco
Sulla collina di Montesiepi, a Chiusdino, Siena, la spada conficcata nella roccia da Galgano Guidotti non è soltanto una reliquia medievale. È un sigillo cosmico, un atto iniziatico che trasforma la materia in messaggio. Il ferro, forgiato dal fuoco terrestre, viene piantato nella pietra, ossia nella sostanza primordiale, per compiere una ierofania: un’apparizione del divino nella realtà visibile.

Il cavaliere non abbandona semplicemente le armi: egli trasmuta la guerra in croce, il sangue in spirito, il potere in luce.

Il cavaliere solare
Galgano, nato tra le ombre del XII secolo, percorse la via di ogni cavaliere, fino al giorno in cui l’Arcangelo Michele, principe della Milizia Celeste, gli apparve come guida. Michele, il guerriero di fuoco, non gli chiese di combattere, ma di deporre. Non di brandire, ma di piantare. Galgano diventa così il cavaliere solare, colui che innalza la lama al cielo conficcandola nella terra.

Il suo atto è alchemico: il ferro (Marte) si unisce alla pietra (Saturno) e si trasforma in asse cosmico, in axis mundi, in ponte tra Terra e Cielo.

La Cappella Rotonda: mandala di pietra
L’Eremo di Montesiepi non fu costruito a caso. La sua forma circolare riproduce il simbolo del mondo, il mandala che racchiude l’universo. Al centro, come un cuore pulsante, sorge la spada: il centro immobile attorno al quale ruota il cosmo.

La cappella non è solo un luogo sacro cristiano, ma un tempio iniziatico, una camera di risonanza dove i cerchi concentrici delle mura richiamano i cerchi dell’anima, e la lama è il pilastro che unisce gli opposti.

Il doppio mistero della lama
La spada arturiana si estrae dalla roccia per diventare re; quella di Galgano si conficca nella roccia per diventare santo. Sono due volti dello stesso mistero: la potenza e la rinuncia, la conquista e il sacrificio.

Nell’uno, il ferro sale dalla terra alla mano dell’uomo. Nell’altro, il ferro scende dalla mano dell’uomo alla terra. È l’eterno respiro dell’universo: inspirazione ed espirazione, azione e contemplazione, conquista e offerta.

Il Graal nascosto
Le voci templari hanno legato Montesiepi al Santo Graal. Non un calice materiale, ma un vaso interiore, il ricettacolo della Luce. La spada nella pietra è il suo guardiano silenzioso. Non a caso il Graal è il simbolo della coppa e la spada è il simbolo del taglio: unione del principio femminile e di quello maschile, matrimonio mistico delle polarità.

Chi contempla la lama di Galgano contempla un Graal rovesciato: non più il recipiente che riceve, ma il ferro che penetra, per fecondare la pietra e farne scaturire la sorgente invisibile.

Le rovine senza tetto: la chiesa aperta al cielo
L’Abbazia di San Galgano, oggi senza tetto, è una cattedrale che non chiude, ma apre. Le sue mura sono porte, le sue navate sono sentieri verso l’alto. In quel vuoto che lascia filtrare la luce si compie la vera liturgia: non la parola, ma il silenzio; non l’ombra, ma il raggio diretto.

È come se la chiesa fosse stata privata della sua copertura per mostrare il suo vero compito: diventare specchio del cielo.

La lezione iniziatica
Chi entra a Montesiepi o si aggira tra le rovine di San Galgano non visita solo un luogo storico, ma penetra in uno spazio iniziatico. La lama piantata nella pietra non è destinata a essere estratta: essa è eterna, immobile, immutabile. È il centro di gravità della vita spirituale.

La lezione che ci trasmette è semplice e assoluta: per ascendere bisogna deporre. Per vincere bisogna arrendersi. Per regnare bisogna sacrificare.

Conclusione: la spada interiore
La spada di Galgano non è che un riflesso della spada che ognuno porta nel cuore. Ognuno custodisce un’arma fatta di ambizione, orgoglio, paura o desiderio. E ognuno, prima o poi, è chiamato a piantarla nella propria roccia interiore, per trasformare la materia in luce e il conflitto in pace.

La vera cavalleria non è quella che combatte per conquistare, ma quella che rinuncia per trasmutare. Così, la spada nella roccia di San Galgano rimane per sempre, nel cuore della Toscana, come un altare segreto che parla a chi sa vedere.