Mercoledì, 01 Febbraio 2023 18:03

Le finestre del tempo al Teatrosophia di Roma.

Scritto da rednez

dal 3 al 5 febbraio, ore 21, domenica ore 18, di Sergio Scorzillo Regia Mauro Toscanelli con Giuliana Adezio Ilaria Fantozzi Aiuto Regia Filippo Dell’Arte Costumi Emanuele Zito Ufficio Stampa Andrea Cavazzini Una produzione MELANCHÒLIA TEATRO APS 

La seconda parte di stagione di Teatrosophia, apre le porte con un testo toccante di Sergio Scorzillo, dove silenzi e parole si rincorrono senza tempo in una dimensione tra realtà e onirica illusione e che vede protagoniste due donne che si confronteranno anche aspramente tra passato, presente e futuro. La memoria umana è uno strumento meraviglioso ma fallace, diceva Primo Levi. Tra rimpianti, rimorsi e illusioni perdute si dibatte l'anziana Giuliana. Che, come perennemente davanti alle finestre del tempo, è incerta se guardare oltre, richiuderle o subirne il fascino e accettare il dolore su cui si affacciano. L'aiuta in questo Patrizia, che le fa da alter ego. Più che badante, "amica di compagnia". Ma lei è reale o immaginata? Certamente la donna più giovane conosce o intuisce o ricostruisce meglio il trascorso dell'anziana e la aiuta a rimettere al giusto posto, con amorevole tenacia, avvenimenti e persone coinvolte. Fino all'epilogo. Ma c'è qualcosa di più che lega le due donne? Qualcosa di pesante e difficilmente confessabile da riportare al presente? Due donne in una stanza, a parlare, battibeccare, confrontarsi su passato, presente e sgoccioli di futuro. Con dialoghi apparentemente minimalisti e realisti la pièce si muove in ambito simbolico, tra momenti anche buffi e grotteschi, mantenendo una tenerezza di sguardo verso una situazione e un personaggio che alla fine del suo tempo soffre nel constatare, anche con molta difficoltà, quante prove ha dovuto sopportare durante la propria lunga vita. La drammaturgia suggerisce atmosfere decadenti, ritmi e dialoghi che si ricollegano idealmente al teatro di Osborne e Pinter, laddove le emozioni sono espresse più dai silenzi che dalle parole. Ecco, quindi, l’idea creativa di una scenografia “storta” che rimanda ad un vissuto anch’esso “storto” e imbrigliato in una ragnatela e che le due protagoniste via via dipanano attraverso dialoghi lapidari, laconici e, spesso, al limite dell’assurdo. Al termine dello spettacolo il consueto aperitivo offerto da Teatrosophia