Mercoledì, 27 Dicembre 2023 15:38

Intellettuali difendono Gerard Depardieu: "Torrente d'odio". Lui dice nel video: "Si jamais il galope, elle jouit".

Scritto da Angela Curatolo

Personalità del mondo della cultura denunciano il "linciaggio" di Gérard Depardieu, ma le frasi dell'attore sono veramente sessiste.

Oltre 60 personalità del mondo della cultura francese - da Charlotte Rampling a Nathalie Baye, da Carole Bouquet a Carla Bruni - denunciano il "linciaggio" di Gérard Depardieu - accusato di stupro dal 2020 e al centro di uno scandalo divenuto politico-mediatico in seguito a un documentario trasmesso su France 2 - in un articolo pubblicato sul sito di Le Figaro.

Tra loro ci sono il regista Bertrand Blier, le attrici Nathalie Baye, Carole Bouquet o Charlotte Rampling, gli attori Jacques Weber, Pierre Richard o Gérard Darmon, ma anche i cantanti Roberto Alagna, Carla Bruni, Arielle Dombasle o Jacques Dutronc. Si legge su Ansa. "Gérard Depardieu è probabilmente il più grande degli attori. L'ultimo mostro sacro del cinema. Non possiamo più restare in silenzio di fronte al linciaggio che si abbatte su di lui, di fronte al torrente di odio che si riversa sulla sua persona a dispetto di una presunzione di innocenza di cui avrebbe beneficiato, come tutti, se non fosse stato il gigante del cinema qual è", si legge nel messaggio.

"Quando attacchiamo Gérard Depardieu in questo modo, è l'arte che attacchiamo. Attraverso il suo genio di attore, Gérard Depardieu contribuisce all'influenza artistica del nostro Paese. Qualunque cosa accada, nessuno potrà mai cancellare la traccia indelebile della sua opera che segna per sempre la nostra epoca. Il resto, tutto il resto, riguarda la giustizia, solo ed esclusivamente la giustizia".

Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron e membri della famiglia dell'attore, tra cui sua figlia Julie, erano già intervenuti pubblicamente per difendere Depardieu, incriminato a seguito di una delle due denunce in Francia mentre l'attore respinge tutte le accuse.

La recente messa in onda di un servizio su di lui, nel programma 'Complément d'investigation' di France 2, ha provocato una bufera con ripercussioni internazionali. Nelle immagini da alcuni estratti di un documentario (mai visto né trasmesso prima), girato dal regista francese Yann Moix nel 2018 quando l'attore francese era stato in Corea del Nord per le celebrazioni dei 70 anni del regime di Pyongyang si ravviserebbero alcuni commenti sessisti decisamente fuori luogo. Si lascia andare a commenti misogini e offensivi nei confronti delle donne, con allusioni nei confronti di una bambina e sull'interprete coreana dice:"Si jamais il galope, elle jouit".

Sul messaggero vengono riportati le traduzioni dei commenti:

Nel video la stessa interprete scelta per accompagnare Depardieu in Corea del Nord è oggetto di avance e commenti sessisti. Visitando un maneggio, lui le dice che «le donne adorano andare a cavallo, hanno il clitoride che struscia sul pomello della sella. Sono delle grandi putt...». Guardando poi una bimba di dieci anni a cavallo, aggiunge: «Se il cavallo va al galoppo, lei gode». Poi suggerisce all'interprete di darsi all'ippica. «Fa benissimo», sottolinea Depardieu, aggiungendo che le donne che praticano l'equitazione «amano moltissimo anche... altro». Depardieu sembra non abbandonare mai il registro sessuale. Dopo essersi pesato su una bilancia, annuncia all'interprete: «Centoventiquattro (kg), 124 cara! E non ho nemmeno un'erezione. In erezione: 126!». E ancora: «Qui è tutto di legno, come il mio c... Ho una trave nelle mutande». Poi la richiesta di una foto insieme per «toccare il culo» dell'interprete.

Le associazioni femministe: 'Così si sputa in faccia alle sue vittime'

Diverse associazioni femministe hanno denunciato la pubblicazione dell'intervento a sostegno di Depardieu. "Significa sputare in faccia alle vittime di violenze", ha commentato il collettivo "Nous Toutes", e una militante protesta: "Non si capisce perché il mondo della cultura si mobiliti, bisognerebbe utilizzare questa voce per dare sostegno alle vittime". "Non possiamo più restare in silenzio di fronte al linciaggio che si scatena contro di lui - hanno scritto i firmatari dell'appello, pubblicato qualche giorno dopo che il presidente Emmanuel Macron ha difeso l'attore nella sua intervista in diretta dall'Eliseo dopo le polemiche per la legge sull'immigrazione - di fronte al torrente di odio che si rovescia sulla sua persona, senza sfumature, nella confusione totale e con disprezzo per la presunzione d'innocenza". Anne-Cécile Mailfert, presidente della Fondazione delle donne, ha detto all'agenzia AFP che "un entourage si organizza e utilizza argomenti come 'lui è un mostro sacro, è un genio' per proteggere qualcuno. Sarà molto difficile per le vittime parlare e denunciare, ma nessuno è al di sopra delle leggi". Per Emmanuelle Dancourt, cofondatrice di "#MeTooMedias, "c'è un'incomprensione quando sento parlare di torrente di odio che rovescia su Depardieu...non c'è mai vendetta, ma un bisogno di proteggere gli altri".