Giovedì, 02 Luglio 2020 16:42

Masseria Calabrese (Pescocostanzo) a Monte Terminone

Scritto da Luciano Pellegrini

 Sono certo che questa escursione è tra le più panoramiche delle montagne dell’appennino abruzzese.

Mi trovo nel territorio del parco Nazionale della Maiella, fra le vette di monte Pizzalto (1969 m) e il Monte Rotella (2127 m). Per chi viene da Cansano AQ, seguire la SP 55- prima di arrivare al BOSCO DI SANT’ANTONIO, sulla destra c’è una visibile carrareccia con la segnaletica verticale del parco e l’indicazione O2 per la Masseria Calabrese (1337 m). Si parcheggia dopo circa 500 metri e ci si incammina nella Valle Bucchianico, seguendo il sentiero con l’indicazione T4. Nella valle Bucchianico dove è stato realizzato il metanodotto SNAM, si cammina protetti dal sole per l’ombra dei faggi di COLLE SCORCIUTO (1540 m). Il lavoro di sterramento per posizionare i tubi del metanodotto, ma anche per un piccolo corso d’acqua, ha procurato al percorso, delle interruzioni con pozzanghere, che hanno eroso il terreno.

Il Metanodotto in questione, (molto visibile per i segnali), è il – Campochiaro Sulmona, lungo ben 94 Km. (È opportuno ricordare che in questo territorio c’era l’antico tracciato romano della Via Minucia, ma è stato molto frequentato anche dai briganti. I più famosi sono Nunzio Tamburrini, un pastore di Roccaraso AQ e Croce Di Tola [detto “crucitt”, per la sua statura. Il suo soprannome deriva da croce], anche lui di Roccaraso AQ. Il brigantaggio nella Valle Peligna fu violento, i briganti erano convinti di ripristinare il Regno dei Borboni). Oltrepassato Fonte Bucchianico (1400 m), (è un vecchio fontanile per l’abbeverata degli animali), fare attenzione sulla sinistra ad un segnale BIANCO ROSSO su pietra, posizionato a terra, poco visibile per l’erba, che indica l’ingresso nel bosco, (1467 m). Ora la salita è ripida, qualche bandierina sugli alberi, il bosco è ben curato e si raggiunge una sella erbosa a (1752 m), anche qui su un sasso è indicato la direzione per Monte Rotella T2. Da questa sella si nota già uno spettacolare panorama. Proseguo per la radura erbosa in leggera discesa, per raggiungere la Cresta di Pietra Maggiore, dove c’è un riferimento CRESTA NORD PIETRA MAGGIORE (1709 m), con la firma… Pino. Purtroppo… “il graffittaro” ha sbagliato il punto cardinale… non è NORD, ma SUD. Seguito a camminare verso nord per Monte I TRE CONFINI o TERMINONE (1689 m). Sulla pietra di confine la stessa firma con questa indicazione. (I TRE CONFINI SONO: PETTORANO SUL GIZIO – CANSANO – PESCOCOSTANZO). Resto muto e giro su me stesso, non ricordo quante volte. I Monti, i paesi, le colline, le valli, le torri, la valle peligna, la Maiella con le vette, il Monte Porrara, il monte Genzana, il Morrone, il Sirente, il Gran Sasso. Il Monte Rotella sulla testa, il monte Pizzalto di fronte. Mi sono appropriato di un titolo… “direttore di orchestra” che emozionato e con il cannocchiale, ha immortalato nella mente, chiudendo gli occhi, ciò che ho visto.

La macchina fotografica ha fatto il suo dovere. Difficile convincermi che dovevo tornare indietro! Camminavo girandomi spesso, sino all’ingresso nel bosco, che ha nascosto tutto. Un’altra cosa che mi ha fatto riflettere mentre percorrevo la cresta, sono stati i sassi, molto grandi, estratti dal terreno. Opera dell’uomo per trovare il tartufo o dell’orso? Sono a conoscenza che l’orso abita in questo territorio. Se è stato lui, lo ha fatto per trovare il cibo per nutrirsi? Non ho la risposta, racconto quello che ho visto!

Una escursione che mi ha regalato la storia, il paesaggio, la natura, la cultura.

Distanza 9 km A/R Difficoltà E Tempo 3 ore 40 min. S/S Dislivello 520 metri