Lunedì, 06 Settembre 2021 09:41

Folletti e irlanda. Morrigan la mutaforme. II parte.

Scritto da di Nicoletta Camilla Travaglini
Pietra del destino e esempio di pietra scolpita in un dolmen Pietra del destino e esempio di pietra scolpita in un dolmen

di Nicoletta Camilla Travaglini

I Túatha Dé Danann sono il popolo che abitava l'Irlanda prima dei Gaeli rappresentano dli Dei del passato, ecco alcune dee che hanno influenzato la letteratura sin dal medioevo e continuano a farlo.

Folletti e Irlanda. Tuatha de Danaan il popolo sceso dal cielo: è così? Prima parte 

Prosegue il viaggio in Irlanda per conoscere le radici della magia e del super naturale. Per comprendere le radici del piccolo popolo dei folletti è necessario conoscere la mitologia irlandese, piena di sfaccettature e creature dai poteri fantastici.

La tradizione attribuisce ai Túatha Dé Danann quattro meravigliosi tesori, portati con sé in Irlanda dalle quattro città site nelle isole boreali dove avevano ricevuto l'istruzione nelle discipline druidiche e nella conoscenza.

Dalla città di Findias venne portata la spada di Núada: mai un combattimento venne perduto da chi la impugnava; dalla città di Gorias venne portata la lancia che poi fu data a Lúg: non falliva mai il bersaglio; dalla città di Murias venne portato il calderone del Dagda, capace di sfamare un numero illimitato di persone senza svuotarsi mai; dalla città di Fálias venne portata la Lia Fáil, la Pietra del Destino, che emetteva un grido se veniva calpestata da un legittimo Re Supremo d'Irlanda.

Nelle fonti medievali, i Túatha Dé Danann sono il popolo che abitava l'Irlanda prima dei Gaeli.

Questo ha spesso portato alcuni studiosi a identificarli con l'una o l'altra popolazione pre-celtica, ad esempio con i costruttori dei megaliti di cui è ricco il paesaggio irlandese, identificazione però priva di un vero fondamento, in quanto i Túatha Dé Danann sono attestati unicamente nella letteratura medievale e nulla li collega con le testimonianze preistoriche presenti sul suolo d'Irlanda.

Non vi sono motivi per ritenere che le narrazioni medievali abbiano una base storica: al contrario, tutto fa ritenere che i Túatha Dé Danann siano personaggi prettamente mitici.

Il fatto che siano spesso tratteggiati come esseri sovrumani, dai poteri soprannaturali, fa pensare che si possa essere trattato, in origine, di vere e proprie divinità, poi storicizzate ed evemerizzate dai cronisti medievali, che erano di fede cristiana. Lo dimostra innanzitutto l'etimologia di molti nomi danann, comparabili con quelli delle divinità celto-romane attestate sul continente: ad esempio, il campione Ogma compare in Gallia come Ogmios, Mídir come Medros e Goibniu come Gobannus. Núada è presente in Britannia nel nome del dio Nodons, e Mórrígan è con ogni probabilità la Morgana dei racconti arturiani. Brígit corrisponde sia alla Brigindona gallica che alla Brigantia britannica.

Le dee della guerra, Badb Chatha e Némain, sono presenti nel continente come Cathobodua e - probabilmente - Nemetona.

Su un altro piano, sembra evidente - pur senza affinità etimologiche - che Lúg sia il Mercurio gallico descritto da Cesare e il Dagda il Dio col Mazzuolo presente nelle testimonianze iconografiche gallo-romane.

La mitologia comparata, seguita soprattutto agli studi di Georges Dumézil ha mostrato molte affinità tra le narrazioni pseudostoriche dei testi irlandesi e vari personaggi ed episodi delle mitologie indoeuropee. Ad esempio, Núada che è privo di un braccio e Lúg che combatte chiudendo un occhio ricordano la coppia funzionale monco/orbo diffusa in molti contesti dell'area indoeuropea, come ad esempio la coppia formata da Muzio Scevola e Orazio Coclite nella mitologia romana, o quella costituita da Óðinn e Týr nel mito norreno. Il mito di Bress, che assume la regalità senza esserne degno, ricorda Freyr che siede illegittimamente sul trono di Óðinn. Le due battaglie di Mag Tuired sono leggibili in funzione di una titanomachia o, con maggior attinenza, con il conflitto tra Æsir e Vanir.

Secondo il principio della tripartizione funzionale di Dumézil, la conclusione della guerra tra le due stirpi divine nel mito norreno riunisce la prima funzione (magico-sacerdotale) e la seconda (guerriera), rappresentate dagli Æsir, con la terza funzione (economica-fecondante), rappresentata dai Vanir. Analogamente, la seconda battaglia di Mag Tuired si chiude con un patto di pace in cui Bress (divinità della terza funzione) insegna ai Túatha Dé Danann (divinità funzionalmente caratterizzate nella magia e nelle arti guerriere) come arare, seminare e mietere.

I Túatha Dé Danann furono dunque, con ogni probabilità, le antiche divinità celtiche dei Gaeli.

Danu, dea dell'acqua sacra.

La cristianizzazione, in Irlanda, non cancellò gli antichi miti, ma li inserì in un contesto pseudostorico, adattandoli in qualche modo al sistema universale biblico-classico. "Senza alcun dubbio il processo di evemerizzazione deformò irrimediabilmente le narrazioni tradizionali ma, paradossalmente, permise loro di sopravvivere e di essere tramandati fino a noi.”

Questo popolo misterioso in alcune leggende pare siano addirittura i custodi del Sacro Calice il Graal e di altri prodigiosi oggetti come: l’anello magico o Andvanautr, la lancia del destino, poi spade magiche e tanti altri, siano i figli della dea Danu.

La dea Danu (gaelico moderno: Dana) è un'ipotetica divinità primordiale irlandese che avrebbe dato nome ai Túatha Dé Danann. In analogia con la dea indiana Danu e ad altre figure simili, si suppone che sia la dea madre delle acque. La radice danu si ritrova nel nome di molti fiumi, lungo le cui rive, si erano stanziate popolazioni celtiche, come il Danubio, il Don, il Dniepr e il Dniestr. L'antico irlandese danu è stato ricostruito alla fine dell'Ottocento dal termine Danann (nei testi antichi Danand o Donand), considerato come caso genitivo (confronta Ériu, "Irlanda" e il genitivo Érenn. "dell'Irlanda"). Tuttavia, non esistono fonti che attestino questa teoria. Andreas Köbler e Julius Pokorny fanno risalire la parola danu ad una radice proto-celtico che significa "acqua di fiume".

La forma danann suggerisce un antico Danona, composto dalla radice dan- e dal suffisso accrescitivo -on, che si ritrova in altri teonimi come Dea Matrona ("Grande Madre"), Maponos ("Grande Figlio") e Catona (dea della guerra).

Secondo un'ipotesi, la dea Danu sarebbe da identificare con la dea Anu, mater deorum hibernensium ("madre degli dèi irlandesi") secondo il Glossario di Cormac. La tradizione associa a quest'ultima figura due colline gemelle nella Contea di Kerry nel Munster: le Dá chích nÁna (irlandese moderno: Dá chíoche hAnann), ossia i "Due seni di Anu". Il genitivo di Anu è Anann e questo rafforza l'ipotesi della forma ricostruita Danu da Danann. Nel Foras Feasa ar Éirenn di Seathrún Céitinn (XVII sec.), in un passo, si legge Dá chíoche Danann, ma sembra una forma corrotta. Questo porta a sostenere la non identificazione tra le due dee.

Morrigan la mutaforme associata alla guerra, alla morte e al fato.

Nel Lebor Gabála Érenn Anu nella forma Anand viene identificata con la Mórrígan. Una delle prime maghe dee che dettero vita alla magia è senza dubbio Mòrrigan o Morgana.

La Mórrígan (spesso reso senza accenti, Morrigan) è una delle più importanti divinità irlandesi, una delle "furie guerriere" dei miti irlandesi, fortemente associata alla guerra, alla morte e al fato. Nelle fonti, il nome della Mórrígan è sempre preceduto dall'articolo determinativo (an Mórrígan o an Mórrígu). Per quanto riguarda la sua etimologia, risale a un più antico nome irlandese, Mór Ríoghain, che si traduce letteralmente come "grande regina" (da mór, "grande", e rígan, "regina"); tale significato è lo stesso del nome dell'antica dea indoeuropea Rigantona, a cui il nome della Mórrígan viene talvolta ricondotto. Alternativamente, il primo elemento di Mór Ríoghain può anche essere identificato con il germanico mahr ("incubo", la stessa radice di nightmare), con il significato di "regina dei fantasmi".

Tradizionalmente, il suo nome veniva anche ricollegato al vocabolo celtico mor ("mare"), una connessione generalmente rifiutata dai linguisti moderni; a questo elemento risale probabilmente il nome della fata Morgana, la quale viene, a volte, ricollegata alla stessa Mórrígan.

La Mórrígan fa parte dei Túatha Dé Danann, ed è figlia di Fiacha mac Delbaíth e di Ernmas e sorella di Badb e Macha. Viene descritta come una mutaforma, che ama assumere in particolar modo la forma di corvo o cornacchia (in particolare la cornacchia grigia, sorvolando i campi di battaglia e divorando i cadaveri o apparendo come una vecchia megera che chiama i guerrieri alla morte. Si presenta inoltre anche come un'anguilla, una mucca bianca dalle orecchie rosse, un lupo grigio-rosso o una donna o gigantessa che lava i panni insanguinati vicino ai campi di battaglia, oltre ad essere in grado di invecchiare o ringiovanire a piacimento.

La sua caratteristica di mutaforma la avvicina alla figura del druido come bardo-stregone, un ruolo che ella stessa assume in alcune storie, intonando canzoni per portare vittoria, praticando la divinazione e prevedendo il futuro. È legata anche alla fertilità e alla sessualità, e alcune storie le attribuiscono un appetito sessuale insaziabile; ella sedurrebbe i soldati prima della battaglia, e condurrebbe i suoi amanti alla vittoria.

Mórrígan, Macha, Badb e Nemain, la triade "Morrígna"

La Mórrígan viene frequentemente associata ad altre dee guerriere irlandesi, Macha, Badb e Nemain; questa connessione assume spesso una forma triadica, in cui tre di queste quattro dee formano una triade chiamata "Morrígna"(che è il plurale di Mórrígan). Tuttavia, sebbene nella mitologia celtica fosse comune avere triadi di personaggi, specialmente tra quelli femminili, la Morrigan e le altre tre dee presentano una situazione particolare: la Mórrígan è sorella di Macha e Badb, in quanto tutte figlie di Fiacha mac Delbaíth, ma questa triade viene spezzata dal fatto che Macha muore per mano di Balor nella seconda battaglia di Mag Tuire.

Alcune fonti sopperiscono a questa mancanza sostituendo Macha con Nemain. È possibile che, originariamente, vi fosse effettivamente una triade divina, con cui è stata in seguito fatta confusione; è altresì possibile che la Mórrígan e la Morrígna siano la stessa cosa e che le quattro dee, che non appaiono mai contemporaneamente in alcuna scena, fossero in origine una sola figura, con Badb ("corvo della battaglia"), Macha (sempre "corvo") e Nemain ("panico" o "furia") quali attributi della Mórrígan. Va inoltre notato che, nel Lebor Gabála Érenn, la Mórrígan è identificata anche con Anu, una dea madre citata anche nel Sanas Cormaic.

La Mórrígan appare nel Cath Maige Tuired, dove interviene in entrambe le battaglie di Mag Tuireadh: nella prima aiuta a sconfiggere i Fir Bolg; nella seconda, dopo che il Dagda si è unito a lei lungo il fiume Uinnius, gli garantisce la vittoria contro i Fomori. Alla fine, Badb (che però, per com'è formulato il testo, potrebbe anche essere un altro nome per indicare la Mórrígan), formula due profezie, una che preannuncia un periodo di pace, abbondanza e felicità e l'altra, antitetica alla prima, in cui prevede un futuro cupo, violento e sterile.

È presente anche nel Ciclo dell'Ulster, dove invece viene respinta dall'eroe Cú Chulainn: adirata, la Mórrígan si accanisce contro di lui, portandolo infine alla morte e, al momento del suo trapasso, si posa sulla sua spalla in forma di corvo, reclamando la sua vita. Secondo una leggenda, inoltre, la Mórrígan sarebbe apparsa nell'anno 637 durante la battaglia di Moyrath, volando sopra gli schieramenti dei druidi per guidarli e incoraggiarli; questi ultimi, comunque, vennero sconfitti.

Ultima modifica il Lunedì, 06 Settembre 2021 10:48