Martedì, 29 Agosto 2023 08:35

Può un libro essere pericoloso? Il Mein Kampf animò la persecuzione di milioni di persone.

Scritto da Angela Curatolo

 Fino a che punto si può parlare di democrazia e espressione di parola davanti a libri razzisti, antisemiti, omofobi, sessisti, che annunciano guerra e sottomissione di Nazioni? Il limite è dettato dalla chiara strumentalizzazione.

A volte gli 'ignoranti furbi' spinti da ambizione e sete di potere, lo fanno, quelli che non hanno voglia di studiare e capire o quelli travolti dall'effetto Dunning-Kruger (EDK), imparano una parola e la ripetono in continuazione e a volte pubblicano libri e persino vengono letti per morbosità, rabbia, disagio interiore.

Molti Paesi hanno dovuto prendere una decisione di fronte al libro, se non vietare totalmente, limitare allo studio della storia. Sapere che tutto nacque così da un libro scritto pure male, è importante: ricordare cosa, 100 anni fa, fece il 'folle presuntuoso' che non venne ammesso all'Accademia d'arte di Vienna e diede colpa ad un intero popolo, al mondo e a chiunque lo contraddicesse.

Per prima cosa, dopo la galera, pubblicò un pesante libro illeggibile, come lo definì il suo alleato Benito Mussolini, il Mein Kampf (La mia battaglia).

Adolf Hitler espose in questo scritto il suo pensiero politico e delineò il programma del Partito nazista fu pubblicato nel 1925. Dettò in galera al fedele compagno di cella Rudolf Hess la prima parte. Hitler era stato arrestato a Monaco di Baviera il 1º aprile 1924, per il reato di insurrezione, in seguito al tentativo (fallito) di colpo di Stato di Monaco, del 9 novembre 1923. Alla redazione del Mein Kampf, in particolare nella fase di correzione delle bozze, partecipò il cappellano del carcere di Landsberg am Lech, Bernhard Stempfle, che in seguito fu eliminato nella notte dei lunghi coltelli del 1934: sapeva i punti deboli del programma.

La boria e la verbosità lo spinsero a scegliere come titolo "Quattro anni e mezzo di lotta contro menzogna, stupidità e codardia". Il responsabile della casa editrice, Max Amann lo convinse a sintetizzarlo in Mein Kampf ("La mia lotta" o "La mia battaglia"). Uscì in volumi sciolti e solo nel 1930 in volume unico, venduto al prezzo di 12 reichsmark, stampato nel formato 12 × 18,9 centimetri, lo stesso normalmente adoperato per la Bibbia.

Sostanzialmente il libro è tutto contro comunismo ed ebraismo. I due volumi sono composti rispettivamente da 12 e 15 capitoli. Alcuni titoli: Capitolo 2: Anni di studio e sofferenza a Vienna - Capitolo 6: Propaganda di guerra- Capitolo 11: Nazione e razza- Capitolo 1: Filosofia e partito- Capitolo 8: L'uomo forte è più potente da solo- Capitolo 9: Idee di fondo sul significato e organizzazione della Sturmabteilung- Capitolo 10: Il federalismo come maschera- Capitolo 11: Propaganda e organizzazione-

Nel corso dell'opera, Hitler inveisce contro gli ebrei e i socialdemocratici, così come contro i marxisti. Annuncia di voler distruggere completamente il sistema parlamentare ritenendolo per lo più corrotto.

Altri punti salienti del libro sono: la lotta al bolscevismo; l'antisemitismo; la caratterizzazione della razza ariana pura e superiore; l'alleanza con il Regno Unito al fine d'evitare un'eventuale guerra su due fronti. Hitler si rappresenta come "Übermensch", con riferimento all'opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, benché Nietzsche avesse in realtà criticato aspramente gli antisemiti. Nel libro sono presenti inoltre numerosi elogi a Benito Mussolini.

E come sempre non poteva mancare la menzogna su cui basare il terrore e accaparrarsi il consenso popolare. Nel Mein Kampf, Hitler, basandosi su documenti falsi noti come i Protocolli dei Savi di Sion, formula principalmente la tesi del "pericolo ebraico", secondo la quale esiste una cospirazione ebraica con l'obiettivo di ottenere la supremazia nel mondo. Il Mein Kampf già esprime quelle idee che accresceranno il risentimento storico di Hitler e le ambizioni per la creazione di un Nuovo Ordine. Le leggi razziali promulgate da Hitler rispecchiano fedelmente le idee espresse nel Mein Kampf. Nella prima edizione Hitler afferma che la distruzione del debole e del malato è molto più umana della loro protezione. A parte ciò, Hitler vede uno scopo nel distruggere "il debole" perché tale azione fornisce, più di ogni altra cosa, lo spazio e la purezza necessaria al forte. Squallide idee di eugenetica nazista e sopravvivenza del più forte basate su alcuni testi di Nietzsche (come L'anticristo) e sul darwinismo sociale assai diffuso fino dalla fine del XIX secolo. Una notevole influenza è stata esercitata su Hitler dalle teorie dell'ariosofia, arianesimo, da lui assorbite durante la frequentazione del gruppo esoterico-occulto antisemita della Società Thule, nonché dal razzismo scientifico di Gobineau e Chamberlain.

Fino all'ascesa al potere di Hitler, avvenuta nel gennaio del 1933, furono vendute 241 000 copie del Mein Kampf; nello stesso anno si raggiunse la cifra del milione che, però, non includeva ancora quelle cedute a titolo gratuito dallo Stato nazista ai soldati al fronte e a ogni nuova coppia di sposi.

Al termine della seconda guerra mondiale, milioni di esemplari di Mein Kampf furono distrutti insieme a molti altri simboli del nazismo. I diritti d'autore di tutte le edizioni di Mein Kampf, a eccezione di quelli inglesi, olandesi, statunitensi ed extraeuropei, furono attribuiti nel 1949 al governo del Land della Baviera sino al 31 dicembre 2015, ovvero allo scadere dei 70 anni dalla morte dell'autore, quando sono entrati nel pubblico dominio.

La vendita e stampa, il possesso del libro Mein Kampf sono hanno un trattamento limitato a ragioni di studio, in molti Paesi democratici del mondo, vista la pericolosità.

Il libro nel mondo oggi:

In Germania è stata a lungo vietata la distribuzione del libro, eccetto che in limitate circostanze in ambito storiografico. Fino al gennaio 2016, quando è stata autorizzata la pubblicazione una volta scaduti i diritti d'autore, non era stata pubblicata un'edizione seriamente commentata del Mein Kampf in tedesco; l'originale rimane comunque consultabile in copie d'antiquariato, nelle biblioteche, su Internet e in ristampe prodotte da neonazisti, soprattutto statunitensi.

In Francia, la Corte d'appello di Parigi ha proceduto, dopo un arresto avvenuto l'11 luglio 1979, ad autorizzare la vendita del libro per motivi storici, e con una premessa esplicativa di otto pagine; tuttora il libro è stampato da Les nouvelles éditions latines.

Nel Regno Unito. Possedere il libro è legale.

Nei Paesi Bassi, la vendita del libro è stata dichiarata illegale in ogni caso dal 1980, ma non il possesso o il prestito, e nel 1997 il governo olandese ha spiegato che la vendita di una versione scientificamente annotata potrebbe risultare legale. Nel 2016 una corte d'appello di Amsterdam ha dichiarato non punibile la vendita a fini storici, assolvendo un antiquario di libri denunciato da un'associazione ebraica nel 2013 poiché teneva copie storiche del Mein Kampf nella sua galleria. La definitiva sentenza della Corte suprema nel 2017 ha autorizzato la pubblicazione di un'edizione critica e storica, in preparazione. Il Centro Olandese per l'Informazione e la Documentazione di Israele si è dichiarato favorevole "a una fedele traduzione accademica".

Negli Stati Uniti il libro si può acquistare nelle librerie e via Internet. Il governo statunitense si impossessò dei diritti d'autore nel 1941, in seguito all'entrata in guerra degli Stati Uniti, come parte del Trading with the Enemy Act, e nel 1979 la casa editrice Houghton Mifflin Harcourt acquistò i diritti dal governo statunitense. Ogni anno sono vendute più di 15 000 copie. Sebbene le associazioni ebraiche e antirazziste abbiano tentato di bloccarne la diffusione, ciò non è mai stato fatto per la presenza del primo emendamento che garantisce libertà di espressione, stampa e religione a chiunque, in assenza di pronunciamenti giudiziari contrari. Nel 2016 la Houghton Mifflin ha annunciato che i profitti delle vendite della propria edizione del libro di Hitler andranno a organizzazioni che supportano anziani sopravvissuti all'Olocausto.

In Brasile il libro si trova in poche librerie in vendita solo per scopi di ricerca. Nessuna delle maggiori catene di vendita di libri brasiliane ha in vendita l'opera. Nel 2016 un giudice di Rio de Janeiro ha vietato la vendita, l'esposizione e la divulgazione del Mein Kampf nella città, in quanto considerato "apologia del nazismo".

In Austria (dove sono diffuse le ristampe tedesche negli ambienti neonazisti e le copie d'antiquariato), paese natale del dittatore tedesco, il libro è illegale.

In Israele, dove vivono molti sopravvissuti e loro parenti, il possesso e la vendita di Mein Kampf sono illegali, salvo che per edizioni riservate agli storici e agli ambienti universitari; la prima traduzione del libro in lingua ebraica risale al 1995, in 400 copie, effettuata da un superstite dell'Olocausto ai fini dello studio dell'antisemitismo.

In Cina il Mein Kampf è vietato ed è consultabile per ricerche solo in poche biblioteche. Vendite su Internet Il libro è consultabile on-line ed è venduto da diversi siti. Nel 1999 il centro Simon Wiesenthal, organizzazione contro l'antisemitismo, è riuscito a fermare le vendite in rete di Mein Kampf in Germania da parte di amazon.com e Barnes & Noble, e dal 2020 Amazon ha messo la sua vendita al bando dopo che il libro era divenuto uno dei più venduti.

In Canada il libro è in commercio, tranne che nella catena di librerie Chapters/Indigo.

Nel 2006 la Camera Pubblica della Russia ha proposto di vietarne le pubblicazioni. Nel 2009, la sezione di San Pietroburgo del ministero russo degli Affari Interni ha chiesto di rimuovere una traduzione del libro da un sito storiografico. La pubblicazione del libro non è stata in seguito permessa.

Il Mein Kampf è legale da sempre in Svezia (nonostante la Baviera abbia tentato di bloccarne le pubblicazioni).

In India il Mein Kampf è in commercio dal 1928; la versione più recente è stata stampata dal 1998 in centinaia di edizioni e 100 000 copie vendute al 2010, facendo del libro un best seller nel subcontinente.

Mondo arabo e islamico

Copie del Mein Kampf (in alto, con la svastica in copertina) in vendita in una libreria in Indonesia. Un'edizione in arabo è stata pubblicata da Bisan Publishers in Libano. Una nuova edizione in turco è diventata bestseller in Turchia nel 2005. In Iran, così come anche in tutto il mondo islamico e arabo, il libro è venduto liberamente, come altri testi antisemiti, spesso riutilizzati in funzione antisionista.

In Giappone il libro è sempre stato legale. Nel 2009 è stata stampata una versione manga del libro, con il nome di Mein Kampf.

In Italia il libro venne stampato per la prima volta in traduzione col titolo La mia battaglia nel 1934 dalla casa editrice Bompiani (dopo essere stato rifiutato dalla Mondadori), per volontà di Mussolini, che ne pagò segretamente i diritti con fondi pubblici, e su sollecitazione di Rudolf Hess. Hitler scrisse perfino una brevissima nota come prefazione all'edizione italiana. Durante i colloqui di Stresa dello stesso anno, Mussolini definì il Mein Kampf "un mattone leggibile solo dalle persone più colte e intelligenti". La versione italiana era riassunta nella prima parte, a causa della mole del libro, e integrale nella seconda.

Visto il successo, Bompiani ne pubblicò numerose ristampe sino al 1943; nel 1938 pubblicò integralmente anche la prima parte, col titolo La mia vita, nella traduzione di Bruno Revel, poi riuniti in solo volume. La traduzione della prima parte curiosamente fu opera di un autore ebreo, Angelo Treves (all'epoca non erano state promulgate le leggi razziali, che avverranno nel 1938, un anno dopo la morte di Treves), inizialmente anonimo (l'accordo con la Germania richiedeva espressamente che il traduttore fosse un cittadino italiano non ebreo), anche se successivamente il nome del traduttore apparve in un inserto, benché la traduzione fosse attribuita al solo Revel per molto tempo. Entrambi i traduttori erano antifascisti: Treves ebreo e comunista, Revel valdese sposato con un'ebrea, e futuro partigiano nel Partito d'Azione.

In Italia, fatti salvi i diritti d'autore della Baviera, la pubblicazione e il possesso del libro non sono mai stati illegali. La prima edizione italiana risultava molto ridotta. Una nuova traduzione completa (la prima), per opera di Marco Linguardo e Monica Mainardi, è stata stampata dalla casa editrice neofascista Thule Italia di Roma nel 2016. La prima versione commentata e storicizzata fu del 2002, ristampata nel 2009, per la Kaos Edizioni, a cura e con il commento critico di Giorgio Galli con il titolo Il «Mein Kampf» di Adolf Hitler.

Un'edizione di Mein Kampf, ripresa esatta e quasi anastatica della Bompiani, con le note dello storico Francesco Perfetti, è stata allegata, suscitando polemiche da parte di esponenti politici e comunità ebraica, al quotidiano il Giornale nel giugno 2016 come parte di una collana storica sul nazismo di otto volumi. Dopo gli scarsi risultati alle elezioni del 1928, Hitler decise di ritirarsi a Monaco per dettare un seguito a Mein Kampf che trattava principalmente di politica estera. Il libro non fu mai pubblicato a causa dello scarso successo iniziale del primo o per la sconfitta elettorale appena patita. Non è stato scoperto fino al 1958 e la prima edizione autorizzata in inglese non è stata pubblicata fino al 2003 . In italiano è stato pubblicato nel 2016 per la Thule Italia.

Ultima modifica il Martedì, 29 Agosto 2023 12:05