Lunedì, 18 Luglio 2022 17:28

Savogno, borgo fantasma in Valtellina, 2886 gradini verso il cielo Rosario

Scritto da rednez

Santanastasio (Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia) : “Questi borghi, nel silenzio, parlano con le loro pietre”.

"Alla fine non è neppure così in alto, il borgo disabitato di Savogno, in Valtellina. Poco meno di 1000 metri. Eppure le sensazioni che si avranno, dopo avere percorso la ripida mulattiera che lo collega a Borgonuovo di Piuro, seicento metri più a valle, sono quasi tibetane. Austero e grigio, Savogno non vede da decenni anima viva in pianta stabile, ma s'incontrano escursionisti e amanti della natura, qui più rigogliosa e prepotente che mai. I suoi muri di pietra contrastano con i deliziosi loggiati in legno, e le case non sembrano affatto abbandonate da decenni. Costruite distanti dalle stalle, rivelano attenzioni igieniche rare per quegli anni. E di grande dignità sono anche la semplice chiesetta di Sant'Antonio Abate, il minuscolo cimitero, i bei portali delle case (alcune quattrocentesche) e un vecchio lavatoio.

Don Luigi Guanella, recentemente proclamato santo da Benedetto XVI, vi passò molti anni, lasciando ampie tracce della sua opera, dal 1867 al '75. Oggi, questo antico villaggio che non vide mai strade, e dunque automobili, abbandonato nel 1967, indossa come corona una bella foresta di castagni. Il torchio per l'uva, la vecchia scuola elementare divenuta accogliente rifugio, un panorama struggente, sono la ricompensa per i 2886 gradini che avrete percorso per arrivarci. Una mulattiera che bacia la roccia e sorprendentemente non spezza il fiato, almeno in estate. Quando decine di savognesi tornano in paese per ritrovarsi, celebrare riti di comunità perduta da quasi cinquant'anni. Così come si è perduta l'antica rivalità con la meno agiata Dasile, abbandonata anch'essa, qualche chilometro più a nord. La cartolina che lascia nel cuore Savogno è quella di una nobiltà pastorale e inviolata, mai spettinata dal tempo, e per questo affascinante e definitivamente bella. Come una gemma eterna”.

Così Antonio Mocciola, scrittore che con Archeoclub D’Italia sta compiendo un viaggio nel paese dei Borghi – Fantasma. Dal suo libro “Le 82 mie belle addormentate”, parte la narrazione di un territorio meno conosciuto ma molto bello, un vero patrimonio turistico per l’Italia di oggi.

Dai sentieri archeologici lungo le coste dell’Italia ai borghi abbandonati appenninici ed alpini.

“C’è un grande patrimonio culturale che nell’Estate 2022 sta diventando grande protagonista di escursioni. Oggi il turista unisce i borghi al mare, la buona cucina, la ricerca di luoghi anche isolati e accompagnati dal silenzio. In Valtellina c’è Savogno. Questi borghi, parlano, quelle pietre parlano e possono ripartire dal turismo ecologico. Il viaggio è conoscenza, il viaggio è meravigliarsi, il viaggio è emozione! Quante “belle addormentate” abbiamo in Italia! Potremmo risvegliarle mantenendo la loro atmosfera fiabesca che piace molto anche ai turisti stranieri. Borghi che potrebbero essere luoghi di set cinematografici – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia - ma allo stesso tempo memoria storica di un’epoca o più epoche e dunque cammini o itinerari turistici. Archeoclub D’Italia sta profondendo un grande impegno affinché tutto ciò possa accadere!”.