Martedì, 27 Giugno 2023 15:30

“Una rosa nella notte non può diventare ‘negra’ nel viaggio della speranza”

Scritto da remdez

 L’opera scultorea-installazione di Francesco Guadagnuolo: “Una rosa nella notte non può diventare ‘negra’ nel viaggio della speranza” dedicata ai bambini morti tra il mare Ionio e Mediterraneo.

L’artista dice, non siamo davanti a una ripresa cinematografica per raccontare la scena di un film, ma ad una colossale sciagura pietosa davanti alla quale noi tutti avvertiamo un senso di inettitudine e di colpevolezza, come la strage recentemente avvenuta a 47 miglia nautiche da Pylos, la più grande nel Mediterraneo dal 2005. A bordo si temono 600 migranti, da dette testimonianze, nella stiva almeno 100 bambini, nel peschereccio affondato. Come per Cutro, così per Pylos c’è stato uno scempio nei nostri mari. L’opera sta facendo il giro del web e sta scuotendo grande commozione negli Stati di diverse Nazioni. Chi può raccontare il supplizio dei bambini nel momento dell’annegamento? Chi può farlo in maniera esplicita? L’arte può aiutarci a riferire tutto ciò, a identificare a liberare, a migliorare. Giusto l’arte ne ha facoltà, dove non arriva la parola arriva l’immagine, e lo fa Francesco Guadagnuolo, artista umanitario, Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation –ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite – rievoca il rispetto dei diritti umani e dell’infanzia contro ogni forma di ingiustizia, proponendo principi per un confronto sull’Umanesimo contemporaneo per la protezione della vita. La scultura vuole raffigurare una bambina di colore, per farci intendere nel profondo le sciagure che accadono nel mondo per tutte le atrocità subite dai bambini in guerre e conflitti. Uno spirito innocente si solleva con le ali di un angioletto su una società distratta per lo più da superficialità ed individualismo. La visione del pittore Guadagnuolo, dunque, cerca di afferrare il messaggio di Pace di Papa Francesco contro ogni forma di egoismo e individualismo tanto esteso tra gli esseri umani che è oggi all’ordine del giorno. Quest’opera dona una configurazione avviluppata: in una barca-culla incastonata, vi è il corpo di una bambina, sulla sabbia umida, appoggiata sull’Africa, dove generalmente avvengono le partenze della speranza, in un mare che spesso si fa sepolcro per gli annegati. La bambina avvolta in un velo, quasi trasparente, dove si specchia il cielo stellato della notte al chiaro di luna. Il viso, la testa, le braccia, le mani cedute lungo il piccolo bacino, stentatamente immobile.  Una speranza annega lentamente nella notte e nessuno sembra accorgersi, perché non riconosce più l’amore. Si sente nell’opera dell’artista la nostra contemporaneità, ovvero la solitudine umana, che ci riporta alla solitudine di Cristo, come anche il suo distacco di essere rimasto solo nel compimento della sua opera, ma più importante è l’evento amore che si espleta verso l’umanità, sta solo a noi saperlo cogliere. L’opera rappresenta il transito tra l’Africa e il mare, per prendere coscienza ovunque stiamo nel mondo, che staremo sempre nell’equivalente sabbia di mare. Le sculture-installazioni di Guadagnuolo hanno l’impegno morale e politico di rivelare un dramma che si fa arte, ci spingono nell’intimo umano per non lasciarci insensibili, per questo non possiamo girare pagina, …per aspettare cosa?