Se non ci fosse stata l'immaginazione e il tentativo ad ogni costo di trovare uno spiraglio per trasformarla in realtà saremmo forse raccoglitori, al massimo dediti alla pastorizia, intenti ad accendere il fuoco con due bastoncini.
Per fortuna l'essere umano è dotato di fantasia, intento, immaginazione e ambisce a realizzare i sogni, l'impossibile.
La domanda è si può cambiare la realtà? E come? Molti autori indipendenti, a dispetto di tante teorie rigide, sostengono di sì.
Per comprendere questa teoria bisogna immaginare che la materia sia composta da tanti puntini. Sappiamo che l'atomo è composto da particelle subatomiche come i fotoni e gli elettroni.
Siamo abituati a percepire la materia come solida, sicura ma la fisica quantistica che studia le particelle subatomiche ci ha dato delle sconvolgenti rivelazioni.
La prima avvenne quando si scoprì che il vuoto non è affatto vuoto ma è stracolmo di piccole sottili particelle di energia. Poi i ricercatori hanno continuato stroncando ogni forma di certezza della materia, spiegandoci che sempre quelle parti subatomiche si comportano sia da particelle, quindi solide e localizzate ma anche da onda quindi nè solide, nè localizzate. Cosa le fa cambiare? L'osservatore.
In pratica sarebbe come se stessimo a giocare con la materia ad "un due e tre ...stella" e l'onda diventa particella solida e localizzata innanzi a noi. E come si muovono queste particelle subatomiche?
A livello sempre subatomico, gli elettroni, i fotoni si muovono in un salto quantico. Che significa? Che scompaiono da un luogo (orbita) e ricompaiono in un altro. Ma il colpo di grazia alla ricerca sono stati il principio di indeterminazione di Heisenberg, il quale afferma che, a livello quantistico, pur sapendo la localizzazione non è possibile misurarne la velocità, contro ogni principio di fisica tradizionale, il principio della "non località" di due particelle correlate.
La "non località" ci proietta nella fantascienza e può sollecitare l'imaginarium.
Il teorema, definito e enunciato da Bell, afferma che due particelle correlate, create nello stesso istante, spinte in luoghi opposti dell'Universo, rimangono collegate perchè modificandone lo stato di una, l'altra immediatamente ne risentirà modificando il suo.
Questo teorema risponderebbe in qualche modo alla teoria delle anime gemelle, alla telepatia, alla chiarosentenza e come cambiare la nostra realtà.
Secondo Joe Dispenza, autore di molte libri sulle capacità della mente, è del parere che per modificare la realtà è necessario imparare ad osservare. L'osservazione è un'arte e l'Uomo l'ha persa, le persone in media perdono l'attenzione in 5/6 secondi e se vuole interagire con queste piccole parti della materia per influenzarle deve riconquistarla.
L'osservazione è una misurazione quantica in quanto la misurazione quantica produce memoria cerebrale. L'informazione passa attraverso la percezione e riflette nella memoria ed è lì che avviene l'osservazione.
Dispenza afferma:
se la realtà non è altro che la risposta alle domande, agli atteggiamenti custoditi nella memoria, non dovremmo tanto chiederci come influenzare e cambiare la realtà, ma perchè continuiamo a mantenerla sempre uguale.
La riflessione verte anche su un altro punto: se è vero che quello che cambia la realtà, come sosteneva Castaneda è l'intento, dovremmo lavorare sulle parti più profonde nascoste di noi stessi come l'ombra, le convinzioni e i pensieri. Ma questo è un altro discorso...