Giovedì, 21 Gennaio 2021 14:15

Azzurrina - II parte

Scritto da Marco Battista

Appuntamento con il fantastico dello scrittore Marco Battista

 

Appena Mary sente la voce della madre riprende coraggio e torna in sala, ma lei è già pronta a rimproverarla.

- Ti avevo detto di tenere la bambola in camera tua. Hai visto cosa succede a lasciarla in giro? -

- Ma non è colpa mia, io l’avevo poggiata sulla mensola. Te lo giuro, mamma! - si giustifica in lacrime. Poi prende Azzurrina e torna a letto, soffocando un ghigno di soddisfazione. Quello stronzo del suo patrigno se la meritava proprio una lezione.

Qualche giorno dopo Rodolfo si è ripreso dall’incidente e la prima cosa che fa è gettare la bambola nel cestino della spazzatura. A nulla servono le lacrime di Mary, l’uomo è come accecato dall’ira. Quella stessa sera, la madre vedendola afflitta e con gli occhi sempre pronti per piangere, all’insaputa di Rodolfo, dà il consenso alla figlia di riprendersi la bambola, con l’unica raccomandazione di non lasciarla più in giro.

Mary lascia il libro che stava colorando e rovista nel secchio della spazzatura. Ma qualche attimo dopo, torna dalla madre urlando e di nuovo in lacrime.

- Mamma! Mamma! Azzurrina non c’è. - la madre la guarda non convinta. - Dimmi la verità, non è che l’hai già presa senza il mio permesso? -

- Non l’ho presa io, te lo giuro! -

- Non mentirmi, Mary. -

- Ma è la verità. -

- E allora dov’è finita? -

- Non lo so, mamma, non l’ho più toccata da quando lui l’ha gettata. -

Cercano la bambola per tutta la casa, ma inutilmente

- Scommetto che l’hai ripresa e poi l’hai nascosta per non farla trovare a Rodolfo, giusto? - cercano la bambola per tutta la casa, ma inutilmente.

- Adesso basta, questo scherzo è durato anche troppo: dimmi dove l’hai nascosta. -

Ma prima che la ragazzina possa rispondere, un rumore e improvviso li fa sobbalzare e subito dopo tutte le luci si spengono.

- Mamma! - grida Mary stringendosi a lei.

- Non fare la fifona. - la beffeggia Lillo.

- Devo trovare il quadro elettrico. - esclama Eleonora. - Aspettatemi qui. -

Attraversa attentamente tutta la sala fino a quando due puntini rossi le saettano davanti e scomparendo subito dopo nel buio, e prima che possa capire cosa fossero avverte un fruscio dietro di sé. Eleonora si volta di scatto e un attimo dopo la porta alle sue spalle cigola e si chiude.

- Ragazzi, avete chiuso voi la porta? -

Un sospetto raggela il cuore della ragazzina, che cerca di ricordare dove ha poggiato l’ultima volta la bambola.

- Mamma, Azzurrina potrebbe essere con te. - la voce di Mary giunge ovattata, ma è chiaramente allarmata.

Eleonora ripiomba nel silenzio e una vocina le raggela il sangue.

- Ho fame, mamma... Ho fame, mamma... Ho fame, mamma... -

- Cosa... Chi sei? -

- Tu cattiva mamma... -

- Aiuto! Aiutatemi vi prego... La bambola è con me, è assurdo ma sento la sua voce... - grida la donna in preda al panico. Ma Mary sa che non sono assurde le parole della mamma. Eleonora avverte le presenza della bambola intorno a lei, e quella frase angosciante che riecheggia nella stanza.

- Ho fame... Mamma cattiva... -

- Fatemi uscire, vi prego... - Eleonora è disperata. Dall’altra parte, Lillo cerca di aprire la porta con tutta la forza che ha.

- Mamma, non riesco ad aprirla, dev’essere chiusa a chiave dall’interno. -

- Nasconditi mamma, la bambola è sotto l’effetto di un incantesimo. Non farla avvicinare, è pericolosa. - Eleonora si rannicchia sotto il tavolo, l’unica cosa che vede sono i due occhi rossi della bambola che avanza minacciosa. Improvvisamente avverte un orribile suono, come uno strappo. Un urlo agghiacciante esce dalla bocca della donna quando sente tirarsi un lembo del vestito. La bambola è sempre più vicina, e ora può sentire l’orribile suono della sua bocca. Eleonora cerca di sottrarsi con tutte le sue forze, ma una strana forza glielo impedisce.

- Ti odio, mamma... Sei cattiva... -

Nel frattempo Rodolfo riprende i sensi.

- Per l’amor del cielo, cos’è successo? -

- La mamma è in pericolo. La bambola... la bambola è viva e vuole farle del male. -

- Che vuol dire che la bambola è viva? -

- È sotto l’effetto di un incantesimo ed è malefica, mangia il gesso e chissà cos’altro... - scoppia in lacrime Mary.

Rodolfo inizia a spintonare la porta, ma è troppo pesante per cedere al primo colpo, anche per un uomo robusto. - Maledizione, - urla Lillo - sfonda questa porta o quella maledetta bambola se la mangerà. -

- Possibile che non esiste un modo per fermare quella cosa? -

- E come possiamo fermarla? -

- Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima... - esclama Lillo in preda a una febbrile eccitazione.

- A cosa ti riferisci? Se conosci un modo per salvare la mamma, sbrigati a parlare. -

- Non capite? Se la bambola è sotto l’effetto di un incantesimo, da qualche parte dev’esserci un modo, una formula per annullarlo. -

- Già, ma dove la troviamo questa benedetta formula, semmai esiste? -

- Lo scrigno! - esclama Mary.

- Giusto, lo scrigno! Facciamo in fretta, o la bambola la ucciderà. -

Mentre Lillo e Mary corrono in soffitta, Rodolfo tenta di abbattere la porta.

- Eleonora resisti, presto ti tireremo fuori. - urla l’uomo colpendola con forza. Qualche minuto dopo, i due ragazzi tornano giù con lo scrigno. Con le mani che gli tremano, il ragazzo rovista l’interno finché sente qualcosa fra le dita.

- C’è qualcosa qui! - Lillo estrae un foglio sporco di terra.

- Sbrigati ad aprirlo. -

In quell’istante, un rumore riecheggia fin sopra la soffitta. Appena raggiungono Rodolfo, scoprono che è riuscito ad abbattere la porta, e per la prima volta abbracciano il patrigno. Ma quello che si trovano davanti ha dell’incredibile. La bambola è cresciuta a dismisura e sta letteralmente inghiottendo la loro madre. La donna agita le braccia nel disperato tentativo di liberarsi, ma ormai ha già divorato gran parte delle gambe, presto arriverà al busto e infine alla testa. I ragazzi sanno che se non si sbrigano, quella povera donna farà una fine orribile. Una nube violacea aleggia nella stanza, insieme a un terribile fetore di marcio.

- Allora Lillo, questa formula c’è o no? -

- Sì, eccola, ma guardate cos’altro c’è. -

- E quello cos’è? - chiede Mary.

- Sembra un amuleto. -

- E a che serve un amuleto? - chiede di nuovo.

- A proteggersi dalle influenze negative, o a spezzare quelle già esistenti. -

- Come quella che ha la bambola? -

- Me lo auguro. Ora però sbrighiamoci. -

Lillo inizia a leggere, ma è difficile concentrarsi sapendo che ormai non hanno più molto tempo.

- Ecco, ecco. Per annullare un incantesimo bisogna incidere il nome del posseduto su una candela, e poi accenderla. -

- Mary, prendi la candela nella credenza e un coltellino, e torna subito qui. - Lillo riprende la lettura.

- Il posseduto deve avere questo amuleto addosso. -

- Non preoccuparti, a questo penso io. - dice Rodolfo, rassicurando il ragazzo.

Mary ritorna di corsa con la candela e un coltellino, e appena Lillo la accende un bagliore illumina la stanza.

- Ora tocca a me. Dammi l’amuleto. -

- Ho paura... -

- Anch’io ne ho e tanta, ma dobbiamo farci coraggio se vogliamo salvarla. -

- Dobbiamo? -

- Sentite ragazzi, non potete tirarvi indietro proprio ora, per salvarla dobbiamo restare uniti. -

La bocca del mostro ha raggiunto la gola e non accenna a smettere di fagocitare la povera donna, ormai priva di sensi.

Con la candela accesa, i due fratelli si avvicinano alle spalle della bambola, mentre Rodolfo si appresta a pronunciare la formula.

“Lascia questo corpo e torna nelle tenebre. Oh, signore della luce, accogli questa creatura persa e riconducila a te. Così sia.” Nel momento in cui Rodolfo preme l’amuleto sul corpo di Azzurrina, un urlo agghiacciante fuoriesce dalla sua bocca, che prende a contorcersi in preda a tremende convulsioni. Il mostro rigurgita la donna, ritornando lentamente alle sue reali dimensioni. Mary si avvicina e la agguanta con entrambe le mani e corre fuori.

- Mary, dove stai andando? - urla allarmato suo fratello. Mary si sente responsabile, se lei non si fosse intestardita a volere a tutti i costi quella bambola, la mamma non avrebbe rischiato di morire. E ora deve rimediare.

- Vieni con me! - lo incoraggia. Arrivati al cimitero Mary sbatte Azzurrina a terra, ma la bambola si dimena così tanto che non riesce a tenerla ferma. Prontamente Lillo tira fuori il coltello e con un colpo deciso fende la stoffa. La trafigge con violenza una, due, tre volte accrescendo la sua rabbia. Scavano una fossa per sotterrarla, ma con un guizzo la bambola si torce, afferra con i denti la mano della ragazzina che urla dal dolore, ma con tutta la forza delle mani Rodolfo schiaccia il corpo della bambola, ridotta ormai allo stremo. Sul viso lacerato della bambola compare una smorfia.

- Ti odio mamma... - Rodolfo sente quel corpicino di stoffa perdere il suo turgore e afflosciarsi. L’incubo è finito per sempre. L’uomo aiuta i ragazzi a risollevarsi stanchi e sporchi di terra, ma per la prima volta si abbracciano felici come una vera famiglia.

Ora non rimane che un’ultima cosa da fare prima di lasciarsi alle spalle quell’assurda storia. Lillo e Mary ritornano con una manciata di ramoscelli secchi, Rodolfo li adagia sul corpo della bambola ridotto a brandelli e le dà fuoco. Ora la bambola è morta davvero.

- Devo scusarmi con voi, ragazzi. - dice Rodolfo con gli occhi umidi, appena rientrano in casa.

- Sei nostro padre, ora. - dice Lillo dopo aver guardato la sua sorellina.

- E io sono felice di prendermi cura di voi. Siete stati molto coraggiosi prima, e io sono orgoglioso di voi. E devo chiedere scusa anche a te. - aggiunge guardando Eleonora. La donna lo abbraccia e lo bacia amorevolmente, poi sembra avere un’idea.

- E se andassimo a fare shopping e poi a mangiare una pizza? -

- Sììì. - esulta Mary.

- Se non sbaglio c’è un nuovo locale dove fanno una pizza buonissima. -

- Come si chiama? - Chiede Eleonora.

- Pizzeria Azzurra. - risponde Lillo, suscitando l’ilarità degli altri.

Sono passati molti anni, ma circolano ancora voci di persone che in quell’occasione giurano di aver visto una nube violacea aleggiare sopra al cimitero.

 

 

 

F I N E