Venerdì, 15 Dicembre 2023 17:16

Liverpool 1993. Un atroce delitto: bambini che uccisero un bambino.

Scritto da Angela Curatolo

A distanza di anni l'incredulità del gesto orribile compiuto da due bambini di 10 anni

Liverpool, un tragico 12 febbraio 1993: in un centro commerciale James, un bambino di due anni è con la madre Denise a fare la spesa.

Lo stesso giorno, alla stessa ora, due bambini di 10 anni, Jon e Robert, marinano la scuola e si recano negli stessi magazzini per rubare piccole cose, tra cui batterie elettriche e un barattolo di vernice blu. Vagando per le vie, maturano, incredibilmente, l'idea di rapire un bambino, uno qualsiasi.

Puntano prima due fratellini che giocano, la madre sente dire, "prendiamone uno dei due", interviene e li allontana: quel gesto li salva e cambia il corso del destino.

I due ragazzini tornano al centro commerciale. In quel momento la madre di James è in macelleria, lui rimane vicino all'ingresso.

I piccoli malintenzionati si avvicinano e lo portano fuori. Denise esce dal negozio non lo trova, James è scomparso.

Da qui il racconto diventa sconvolgente e amaro.

I ragazzi lo conducono per mano per circa 4 chilometri, fino a raggiungere un canale. Uno dei due prende il piccolo per un piede provocandogli una ferita, gli coprono la fronte con il cappuccio del suo giubbotto per mascherarla. Molte persone li vedono ma nessuno interviene. Si accorgono che il piccolo piange e vuole scappare. Durante il cammino, se qualcuno chiede qualcosa, rispondono che il bambino si è perduto e lo stanno riportando a casa. Trentotto persone li vedono dirigersi verso la ferrovia, Jon strappa il cappuccio dal giubbotto di James e lo getta fra gli alberi.

Alla stazione ferroviaria, uno dei ragazzi lancia la vernice blu, quella rubata, sulla faccia del piccolo James, poi lo colpiscono con mattoni, sassi e una sbarra d'acciaio di 10 kg.

Dall'autopsia risultano anche molestie ai genitali, gli ficcano in bocca le pile. Sono così tante le ferite che sarà impossibile stabilire quale sia quella fatale. Infine lo mettono sui binari.

Verrà ritrovato il 14 febbraio, il corpo mutilato di James, morto prima del sopraggiungere del mezzo, così dirà l'autopsia. Sul luogo dell'omicidio tutte le famiglie locali depositano fiori, anche Robert, non ancora indagato, porta una rosa.

Il momento del rapimento è immortalato dalle telecamere a circuito chiuso del negozio e i due vengono identificati. Le prove sono chiare: vernice, sangue, DNA, sui vestiti e scarpe inchiodano i bambini che confessano e si incolpano a vicenda. Robert dice agli investigatori di avere un fratellino della stessa età di James: "Se avessi voluto uccidere un bambino, avrei potuto uccidere lui". L'altro, Jon, da oggetto di bullismo, con Robert era diventato lui stesso un bullo, però sempre con bambini più piccoli di lui.

Durante il processo ci sono state tante polemiche e manifestazioni.

Vengono, in fine, condannati a 8 anni in un carcere minorile. Il Tribunale Europeo dei Diritti dell'Uomo, nel 2001, giudica i ragazzi non più pericolosi e vengono rilasciati, ora vivono con un'altra identità, in libertà condizionale a vita, con divieto di incontrarsi.

Jon è stato arrestato nel 2010 per detenzione di materiale pedopornografico, uscito dopo tre anni e concessa una 4^ falsa identità, è di nuovo tornato in carcere per lo stesso reato.

Ultima modifica il Venerdì, 15 Dicembre 2023 17:34