Lunedì, 17 Giugno 2024 17:08

Rasputin, il monaco dei Romanov che sembrava immortale

Scritto da Angela Curatolo
Rasputin Rasputin

Rasputin era il monaco guaritore che proteggeva e consigliava la famiglia dello Zar, i Romanov e con l'imperatrice aveva un legame molto forte.

Alcuni deputati della Duma, assemblea legislativa Russa, erano convinti che Grigórij Efímovič Raspútin, difensore dell'imperialismo assoluto, ostacolasse la monarchia costituzionale che loro volevano, e quindi, doveva essere allontanato.

Dopo il tentativo di farlo andare via offrendogli soldi e proprietà che lui rifiutò, fu un nobile ad ordire il complotto per ucciderlo. Feliks Jusupov acquisì la fiducia di Rasputin invitandolo con il pretesto di aver bisogno della sua consulenza per poter domare i propri impulsi omosessuali.

L'omicidio avvenne nel suo palazzo Jusupov nel dicembre 1916 a San Pietroburgo. Gli aristocratici congiurati avvelenarono i dolci e il Madera, il vino preferito dal monaco Rasputin, allestendo nei sotterranei una sala da pranzo improvvisata; visto che il veleno tardava a fare effetto, gli spararono ripetutamente e alla fine all’occhio, gettarono il corpo nel fiume Neva.

Dopo due giorni il cadavere tornò a riva e venne bruciato. All'indomani della rivoluzione del 1917, mentre la famiglia fu arrestata, Feliks riuscì a ritornare al palazzo e prendere due dipinti di Rembrandt e vari gioielli e fuggire a Parigi, cavandosela.