Mercoledì, 26 Giugno 2024 07:08

"Doppelgänger", il doppio che ci può salvare o presagire la morte.

Scritto da Angela Curatolo

"Doppelgänger", il doppio o sosia, un concetto che proviene dall'antico Egitto, in cui ka -un "doppio spirito".

La parola "doppelgänger" proviene dal sostantivo tedesco Doppelgänger, "doppio camminatore". Per la prima volta nel romanzo Siebenkäs (1796) di Jean Paul, si apprende la sua nuova parola coniata in una nota a piè di pagina Doppelgänger.

Se nell'antico Egitto, un ka era un "doppio spirito" tangibile avente gli stessi ricordi e sentimenti della persona a cui appartiene, nella mitologia finlandese il doppiosi chiama etiäinen, "un primo arrivato", per i musulmani è karin, uno spirito potenzialmente benevolo o dannoso e genera figli che sono i doppi spirituali, in alcuni luoghi la karin è di sesso opposto della persona che rappresenta. Quando è dannoso, spesso cerca di persuadere la persona a cui è connesso a seguire i suoi cattivi capricci. Alcuni mistici sufi immaginavano il karin come un diavolo che risiede nel sangue e nel cuore degli umani.

Ci sono tante storie tramandate sul doppio. Due storie sono interessanti sull'argomento.

Re Umberto I e il ristoratore

Una storia sul Re Umberto I d'Italia narra che, mangiando in un ristorante, scoprì che il proprietario era il suo sosia. Parlando con l'uomo, Umberto venne a conoscenza di una serie di coincidenze tra le loro vite, come ad esempio: i due uomini erano nati nella stessa città lo stesso giorno, ed entrambi avevano sposato una donna con lo stesso nome, e il ristorante aveva aperto il giorno dell'incoronazione di Umberto. Si dice che l'assassinio di Umberto nel 1900 sia avvenuto lo stesso giorno in cui apprese la notizia che il ristoratore era morto in una sparatoria.

Bruto era ossessionato dal suo Doppelgänger

A volte nel folklore il dopplegarger è presagio di morte. Come accadde a diversi personaggi storici. Anche Marco Giunio Bruto era ossessionato dal suo Doppelgänger, vedeva spesso in sogno un fantasma. Alle tre del mattino del giorno fatidico della battaglia di Filippi, gli apparve ancora e gli chiese: «Chi sei tu? Da dove vieni?», il fantasma rispose: «Sono il tuo cattivo demone, Bruto: ci rivedremo a Filippi». E lì morì.

Sul web trovare il doppio

Nella realtà, con l'avvento dei social media, sono stati segnalati diversi casi di persone che hanno trovato il loro online un doppio, un sosia, il doppelgänger.

Esistono diversi siti Web in cui gli utenti possono caricare una loro foto e il software di riconoscimento facciale tenta di abbinarli a un altro utente, vivente, con aspetto simile.

Ricerca psicoanalitica

Molti ricercatori studiarono il fenomeno del doppio. Nel 1914 Otto Rank, del circolo di Freud, iniziò a studiare il concetto di Doppelgänger e il suo potenziale in psicoanalisi. I suoi studi in psicanalisi si soffermarono particolarmente sulla psiche degli artisti, da cui poi analizzò la ricorrenza del tema del doppio nel suo saggio "Der Doppelgänger" del 1914 e concluse che per l'artista la creazione di un doppio sia come una via di scampo alla morte, qualcosa che permetta di vivere inalterati in eterno; tuttavia, quasi sempre questa figura si rivela malvagia e oscura ed essa stessa diventa portatrice di morte, sottolineando il fatto che non si può sfuggire al proprio destino.

Più tardi, nel 1919, Sigmund Freud ampliò il valore psicoanalitico dei Doppelgänger nella sua opera The Uncanny . Freud spiega che il Doppelgänger, o "il doppio", è un'idea radicata nel narcisismo dei bambini e si trova negli specchi, negli spiriti custodi, nelle anime e nei pensieri di terrore associati alla morte. Il doppio inizia come simbolo confortante di immortalità, ma finisce presto come portatore di morte.

Il Doppelgänger è anche una manifestazione di pensieri repressi legati al concetto psicoanalitico di negazione. La negazione coinvolta nell'apparizione del Doppelgänger viene utilizzata come strumento per mappare l'ego di un individuo.

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Giugno 2024 07:33