“I ruderi - ci dice- i sono i sotterranei del Bastione S. Vitale, uno dei sette Bastioni che articolavano la Piazzaforte di Pescara (e non fortezza o castello). Piazzaforte in quanto le mura circondavano l'abitato preesistente. I lavori, infatti, vennero realizzati nella seconda metà del 1500”.
"Abbiamo testimonianze - prosegue Di Biase - del 1574 e poi del 1598 che sanciscono i tempi. I lavori, iniziati negli anni '50 del 1500, furono voluti da Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V che, dunque, della Piazzaforte non seppe nulla perchè abbondantemente deceduto. Gli spagnoli vollero realizzare questa importante struttura a livello del mare e sulla unica strada di collegamento nord-sud, quale elemento difensivo del confine settentrionale del Regno di Napoli, rappresentato dal Tronto. Nel 1574 è Padre Serafino Razzi che parla di questa grande struttura, ma la prima planimetrie è del 1598 ad opera del Marchese di Celenza, Carlo Gambacorta”.
"I Bastioni erano, come già detto,- spiega lo storico- sette e ogni Bastione aveva dei sotterranei, per cui i rinvenimenti di questi giorni sono relativi al sotterraneo del Bastione San Vitale su cui le ferrovie nel 1863 poggiarono i binari e, ovviamente, le vecchie mura della Piazzaforte furono contaminate dai lavori delle ferrovie stesse”. "Il rinvenimento - conclude Licio Di Biase- è di eccezionale valore storico-documentario per la città, soprattutto per conservare pezzi di memoria, come la città non è riuscita a fare nel 1973 quando, anche a quel tempo grazie ai lavori delle ferrovie, vennero individuati i sotterranei del Bastione S. Antonio, dietro al Centro Nazareth, ma immediatamente rinchiusi e resi inaccessibili dalle stesse ferrovie. Ma quei sotterranei furono fotografati da Luigi Baldacci e sono testimonianze importanti”.