Giovedì, 14 Maggio 2020 09:21

Pescara, rinvenimenti di due stanze sotterranee. Di Biase: è il Bastione San Vitale.

Scritto da Donato Fioriti.
la planimetria di Carlo Gambacorta del 1598 la planimetria di Carlo Gambacorta del 1598

di Donato Fioriti

Rinvenimenti di mura di fronte al Rampigna, nella zona storica di Pescara, città abruzzese. Alcuni giorni fa, in seguito ai lavori delle ferrovie, sono affiorati dei resti che, sulle prime è stato diffuso appartengano alla Fortezza o castello, ma sul punto interviene lo storico pescarese Licio Di Biase.

“I ruderi - ci dice- i sono i sotterranei del Bastione S. Vitale, uno dei sette Bastioni che articolavano la Piazzaforte di Pescara (e non fortezza o castello). Piazzaforte in quanto le mura circondavano l'abitato preesistente. I lavori, infatti, vennero realizzati nella seconda metà del 1500”.

"Abbiamo testimonianze - prosegue Di Biase - del 1574 e poi del 1598 che sanciscono i tempi. I lavori, iniziati negli anni '50 del 1500, furono voluti da Filippo II di Spagna, figlio di Carlo V che, dunque, della Piazzaforte non seppe nulla perchè abbondantemente deceduto. Gli spagnoli vollero realizzare questa importante struttura a livello del mare e sulla unica strada di collegamento nord-sud, quale elemento difensivo del confine settentrionale del Regno di Napoli, rappresentato dal Tronto. Nel 1574 è Padre Serafino Razzi che parla di questa grande struttura, ma la prima planimetrie è del 1598 ad opera del Marchese di Celenza, Carlo Gambacorta”.

"I Bastioni erano, come già detto,- spiega lo storico- sette e ogni Bastione aveva dei sotterranei, per cui i rinvenimenti di questi giorni sono relativi al sotterraneo del Bastione San Vitale su cui le ferrovie nel 1863 poggiarono i binari e, ovviamente, le vecchie mura della Piazzaforte furono contaminate dai lavori delle ferrovie stesse”. "Il rinvenimento - conclude Licio Di Biase- è di eccezionale valore storico-documentario per la città, soprattutto per conservare pezzi di memoria, come la città non è riuscita a fare nel 1973 quando, anche a quel tempo grazie ai lavori delle ferrovie, vennero individuati i sotterranei del Bastione S. Antonio, dietro al Centro Nazareth, ma immediatamente rinchiusi e resi inaccessibili dalle stesse ferrovie. Ma quei sotterranei furono fotografati da Luigi Baldacci e sono testimonianze importanti”.

Ultima modifica il Giovedì, 14 Maggio 2020 16:46